Questa è una delle vie (“via” in russo è “ùlitsa”) più antiche del centro di Mosca. Solo il fiume Moscova e un ponte la dividono dal Cremlino. Secondo la versione più diffusa, il suo nome deriva dalla parola “Orda” (l’Orda d’oro; lo Stato mongolo-tataro medievale che per molti anni impose il suo controllo sulla Russia). Lungo questa via, dal Cremlino si va proprio in direzione dell’Orda e della sia capitale Saraj (che sorgeva nei pressi dell’attuale Volgograd). E sulla Ordynka, probabilmente, gli inviati dell’Orda si fermavano. Quanto a “Bolshaja”, significa “grande”.
Oggi è una delle strade storiche più belle della capitale, in cui la maggior parte degli edifici risale al XVIII e XIX secolo.
È parallela alla Ordynka e conduce anche lei al Cremlino e dà il nome a un intero quartiere del centro di Mosca. Nel XV secolo, questo luogo era chiamato Golutvinskaja slobodà (“slobodà” significa “borgata”) e una chiesa dell’Annunciazione fu costruita come luogo sacro di questo sobborgo. La via Jakimanka ha preso il suo nome da una delle cappelle della chiesa, intitolata in onore dei santi Gioacchino e Anna. Gioacchino in russo è infatti “Ioakìm”. Sfortunatamente, la chiesa fu demolita in epoca sovietica, quando anche la via cambiò nome (si chiamò Dimìtrova dal 1956 al 1992, in onore del leader comunista bulgaro Georgij Dimitrov). L’icona dedicata a Gioacchino e Anna è sopravvissuta ed è conservata nella più recente Chiesa di San Giovanni il Guerriero, sempre sulla Jakimanka.
Ora è la strada più lussuosa della città, ma fino al XVII secolo questa zona sulle rive del fiume Moscova era un prato. I moscoviti chiamavano questo posto Ostozhie, dalla parola “stog” (la “bica” di fieno). Nel grande pratone, infatti, falciavano l’erba e la impilavano in grandi biche. Successivamente, a causa dell’abbondanza di fieno, qui furono organizzate delle scuderie e le terre furono assegnate ai nobili; a cui sono tutt’ora intitolati i vicoli adiacenti. Uno di questi vicoli porta invece il nome di “Starokonjushennyj”(“della vecchia stalla dei cavalli”) proprio per la storia dello sviluppo dell’area. In epoca sovietica, la Ostozhenka si chiamò dal 1935 al 1986 via Metrostroevskaja (via “della costruzione della metropolitana”).
Nel 1524, alla periferia di Mosca, fu fondato il Convento di Novodevichij. Il motivo fu la conquista di Smolensk durante la guerra russo-lituana e l’inclusione della città nello Stato russo. Il monastero ricevette il suo nome in onore dell’icona principale di quella città, la Santissima madre di Dio. “Santissima” era reso in russo con “Prechistaja”, e così la via che portava dal Cremlino al monastero divenne la Prechistenka. Ora porta questo nome solo un piccolo tratto di una strada un tempo molto più lunga. Durante il periodo sovietico la Prechistenka cambiò nome, dal 1921 al 1990, in Kropótkinskaja, in onore del rivoluzionario anarchico Pjotr Kropotkin.
Un tempo la via Volkhonka, adiacente al Cremlino, faceva parte della Prechistenka storica. Ma nel XVIII secolo, questa zona cominciò a appartenere ai principi Volkonskij, e proprio qui c’era la “Volkhonka”, una celebre locanda di loro proprietà, il cui nome faceva riferimento al loro cognome. Verso la fine del secolo anche la strada iniziò a chiamarsi così. Più tardi, molti principi e personaggi dell’apparato statale si stabilirono qui. La Cattedrale di Cristo Salvatore fu costruita su questa strada nel XIX secolo (poi demolita e ricostruita) e nel 1912 fu aperto qui il Museo di Belle Arti “Pushkin”, uno dei più grandi e importanti della capitale.
Vozdvizhenka è un toponimo popolare in Russia, oltre 30 villaggi in tutto il paese prendono il nome dalla festa ortodossa di Vozdvìzhenie; l’Esaltazione della Santa Croce. Nel XVI secolo, su questa strada vicino al Cremlino fu costruito il Monastero dell’Esaltazione Santa Croce (“Krestivozdvizhenskij monastir”) e la gente iniziò a chiamare la via Vozdvizhenka. Anche se ufficialmente il nome gli fu assegnato solo nel XVIII secolo e poi di nuovo nel 1990, dopo che in epoca sovietica aveva portato il nome del Komintern (dal 1935 al 1946) e poi del rivoluzionario Kalinin.
La festa cristiana della Presentazione al Tempio (in russo: “Srétenie”; in italiano nota anche popolarmente come “Candelora”) segna il momento in cui il 40° giorno dopo la nascita, Gesù fu portato nel tempio di Gerusalemme, dove fu accolto dal giusto Simeone. Nell’antico russo “sretenie” significava anche “incontro”. La via Sretenka prese questo nome in onore dell’incontro dei moscoviti con l’icona miracolosa della Madre di Dio di Vladimir, che fu appositamente portata qui in onore della liberazione della Russia dal conquistatore mongolo Tamerlano. Nel luogo di questo incontro, fu fondato il Monastero Sretenskij e la strada fu poi chiamata Sretenka.
Gli esperti di Mosca hanno proposto molte versioni dell’origine del nome di questa celebre strada pedonale, che, per inciso, era originariamente chiamata Orbat. Il nome indicava un’intera area vicino al Cremlino, il cui centro era la via Vozdvizhenka (che in precedenza era parte della Arbat). Una versione popolare afferma che il nome deriva dall’arabo “arbad”; “sobborgo”. La parola potrebbe essere stata portata dai mercanti dall’Oriente. Esiste anche una versione più “russa” dell’origine: per via di una curva che faceva nel passato potrebbe essere stata chiamata “gorbàt”; “gobba”.
All’orecchio di un moderno moscovita, il nome di questo piccolo vicolo (“vicolo” in russo è “pereùlok”) sembra più sorprendente di altri. “Vrazhok” è un termine desueto per “burrone.” Il piccolo burrone era formato dal fiume Sivets, che all’inizio del XIX secolo fu incubato e ricoperto. Non c’è più alcun fiume o burrone qui, ma il nome del XVII secolo “Burrone del Sivets” è rimasto.
Su questa via nella zona di Kitaj-Gorod, vicino al Cremlino, sorgeva il Malorosskoe podvorje, una locanda dove si stabilivano eminenti mercanti e diplomatici della Piccola Russia (Malorossija), nome un tempo dato all’Ucraina, quando era parte dell’Impero russo, prima della Rivoluzione. Tra la gente del XVII secolo apparve il nome Malorosejka, che poi fu storpiato con il tempo in Marosejka. In epoca sovietica, dal 1954 al 1990, ha portato il nome di Bogdan Khmelnitskij, atamano dei cosacchi d’Ucraina che si sollevò contro i polacchi nel XVII secolo.
Come è apparsa la Piazza Rossa di Mosca e perché si chiama così
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