Ad appena 100 km da Ekaterinburg esiste un luogo incredibile: un insieme di cave di argilla abbandonate. Gli abitanti del posto lo chiamano “Marte negli Urali”
È uno dei maggiori giacimenti degli Urali: si estende su una superficie di 75 km quadrati, per una lunghezza di quasi 20 km
Questo luogo, sorto nel XIX secolo, ha visto nascere negli anni ’30 l’impianto Bogdanovich, il primo del paese per la produzione di argilla
L’argilla veniva impiegata per produrre mattoni rossi, utilizzati poi nella costruzione degli impianti metallurgici degli Urali
L’argilla locale è caratterizzata da moltissime sfumature di colori, che variano dal bianco al nero. Contiene impurità di ferro, mica e pirite
Qui non esiste alcun tipo di vegetazione, ma ci sono laghi dai colori “inquietanti”, blu e marrone, che conferiscono al paesaggio un aspetto "marziano". Il colore di questi laghi dipende dagli elementi chimici predominanti: quarzo, marcasite, ilmenite o rutilo
In mezzo ai laghetti si trovano delle piccole isole, impossibili da raggiungere. Ovviamente qui non è possibile fare il bagno: le acque di questi bacini sono ormai inquinate dai rifiuti rilasciati dagli impianti industriali
Nel corso dei decenni l’acqua ha eroso l’argilla, creando solchi dalle mille sfumature
Trattandosi di un luogo industriale, non è aperto alle visite. Ma il divieto non ferma gli appassionati di Instagram, che sfidano i controlli per scattare foto suggestive da pubblicare poi sui social network
Capita addirittura che vengano organizzati degli speciali tour a Bogdanovich, dove i visitatori possono realizzare dei servizi fotografici degni... di un viaggio su Marte!
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