San Pietroburgo: viaggio nella capitale gastronomica della Russia tra neo-bistrot e cene gourmet

Hamlet +Jacks |A.T.Paris
A differenza di Mosca, dove regnano le grandi catene di ristoranti, la città del nord registra un interessante aumento di originali bistrot, con menu creativi e d’autore: una tendenza che sta risollevando il settore della ristorazione, con benefici per tutto l’indotto. E per promuovere questa realtà è nato un festival, le Giornate Gourmet, che promette di fare di San Pietroburgo un centro di attrazione per il nuovo turismo gastronomico del paese

Un pasto gourmet di tre o quattro portate… al prezzo di soli 20 euro (1.500 rubli)? Sì, avete capito bene! Siamo a San Pietroburgo nei giorni del Gourmet Days Festival, il festival dedicato ai piaceri del palato. 

Ogni anno, a giugno, i ristoranti più innovativi della città aderiscono alla manifestazione proponendo ai propri clienti menu speciali a prezzi davvero stracciati: l’occasione giusta per provare locali nuovi e piatti esclusivi senza spendere una fortuna! 

Ad esempio, in uno dei locali più alla moda della città, il Kuznya House, è stato possibile ordinare sashimi di tonno con pomodori affumicati e avocado, broccoli alla griglia con stracciatella e salsa di fichi, platessa alla griglia e una torta di formaggio alla pesca con yogurt greco e nespole, spendendo solo il doppio rispetto al normale prezzo di una portata (750 rubli, 10 euro).

Peccati di gola

Nonostante sia Mosca la città più grande e popolosa del paese, dove si contano oltre 6.000 ristoranti, il maggior numero di locali pro capite si registra a San Pietroburgo. 

“A San Pietroburgo stiamo assistendo a un fenomeno del tutto nuovo, ovvero alla nascita dei neo-bistrot, locali che offrono ogni giorno piatti creativi e d’autore - racconta Alena Melnikova, organizzatrice del Gourmet Days Festival -. Piatti originali come questi a Parigi costerebbero almeno 35 euro, da noi invece si possono provare in ogni stagione dell’anno a meno di 20 euro: è per questo che abbiamo deciso di raccontare, promuovere e valorizzare questa tendenza. Nella nostra città ci sono ristoranti sorprendenti che non hanno nulla da invidiare a quelli di altre capitali europee”.

Inoltre, a differenza di Mosca, qui si registra un crescente numero di piccoli locali con menu d’autore, a dimostrazione della grande originalità e libertà creativa degli chef. Ed è proprio questo che rende San Pietroburgo un vero paradiso per i buongustai!

Tra gli chef più popolari emerge Dmitry Blinov del gruppo Duo Band, il cui ristorante Harvest è appena entrato nella Top-100 dei migliori ristoranti del mondo: il primo caso a San Pietroburgo, il quarto in Russia. 

Le nuove tendenze 

Negli ultimi anni gli abitanti di San Pietroburgo hanno dimostrato di essere avidi di sapori e piatti nuovi: un ulteriore incentivo per i maestri della cucina, che qui trovano terreno fertile per sperimentare e dare sfogo alla propria fantasia.

Anna Kukulina, giornalista gastronomica, ritiene inoltre che San Pietroburgo sia entrata a tutti gli effetti nell'era dello storytelling culinario: i cuochi non si limitano più a presentare una portata, ma sentono la necessità di raccontare la storia che si cela dietro quel piatto.

“Ogni singola portata suscita emozioni e racconta la storia degli ingredienti che ci sono dietro, lo scorrere delle stagioni”, dice Olesya Drobot, capo chef del ristorante EM.

I social media, aggiunge, ci stanno conducendo verso una nuova epoca fatta di trasparenza e consapevolezza. Fra 5 o 10 anni i consumatori russi avranno un approccio ben diverso nei confronti del cibo, così come già avviene in Europa. Alcuni chef di San Pietroburgo lo hanno già intuito e si stanno facendo portavoci di questa nuova tendenza. Il concetto di “zero/poco spreco”,  un approccio responsabile e sostenibile verso la cultura del cibo fanno parte ormai da diversi anni delle grandi battaglie dell’Occidente, ma in Russia rappresentano ancora idee remote. 

Dmitrij Blinov, del gruppo di ristoranti Duo Band, e Viktoria Mosina, capo chef del nuovo locale alla moda Grün, non solo hanno abbracciato questa filosofia, ma lavorano instancabilmente per diffonderla anche al di fuori dei propri locali. 

Responsabilità sociale

Vantare il titolo di capitale gastronomica non significa solo possedere i migliori chef e i piatti più rinomati, ma anche diffondere queste idee oltre i confini della città: alcuni dei principali chef e ristoratori di San Pietroburgo, ad esempio, hanno stretto una partnership con Nochlezhka, la più antica organizzazione di beneficenza russa che fornisce assistenza ai senzatetto: i cuochi si fermano in cucina al termine del proprio turno di lavoro per preparare dei pasti ai più bisognosi.

Sharing is caring, condividere significa prendersi cura dell’altro - ha detto Aleksej Burov, titolare del gruppo di ristoranti Dreamteam, durante un suo intervento al Gourmet Days Festival -. Abbiamo la fortuna di possedere tante cose e quindi le condividiamo. Questa organizzazione che aiuta i senzatetto ha chiesto ai ristoranti di condividere il cibo in eccesso anziché buttarlo via. Una soluzione semplice e logica, che non richiede alcuna spesa ai gestori dei locali”. 

Maria Dementieva, capo cuoco del ristorante giapponese Ezo Izakaya di San Pietroburgo, ha spiegato che negli ultimi anni sono sempre di più le donne che entrano nelle cucine dei grandi ristoranti: quella che una volta era considerata una professione strettamente maschile, ora a San Pietroburgo sta diventando sempre più inclusiva.

Rafforzare l'economia della città

Secondo una ricerca condotta da Dreamteam, nel 2018 il mercato della ristorazione a San Pietroburgo valeva 76,5 miliardi di rubli (1,2 miliardi di dollari). Denaro che ovviamente resta nel paese, senza contare che circa il 75% del profitto viene reinvestito nell'economia della città, composta da piccole imprese, appaltatori e fornitori di servizi. 

I ristoranti si rivelano quindi una grande fonte di reddito per le piccole imprese indipendenti, visto che i locali più piccoli, al contrario delle catene, di solito esternalizzano il lavoro a piccole imprese e artigiani, alimentando tutto l’indotto.

Inoltre, grazie alla crescente domanda di prodotti freschi e biologici, negli ultimi tre anni sono nati più di 70 produttori locali che si propongono come valida alternativa alle importazioni dall’estero. 

“Dal vino della Crimea al caffè torrefatto di San Pietroburgo, passando per i formaggi di Voronezh… Prima si acquistavano solo prodotti importati, oggi invece, grazie alla crescente varietà di prodotti locali, stiamo diventando sempre più interessanti per i turisti dell'Europa occidentale, dell'Asia e degli Stati Uniti, che vogliono provare i sapori autentici della Regione di Leningrado. In questo modo si rafforzano i protagonisti di tutta la filiera”, ha aggiunto Aleksej Burov.

E nella promozione del turismo gastronomico, San Pietroburgo sta facendo sul serio! Burov ritiene infatti che la città potrebbe attrarre fino a tre milioni di turisti gastronomici entro il 2023.

"C’è ancora molto lavoro da fare, ma la prospettiva è più che realistica - ha spiegato Burov -. Stiamo già ricevendo buone risposte con un crescente numero di turisti, che in media spendono tra i 200 e i 250 euro al giorno tra alloggio, vitto e bevande, migliorando la nostra economia e offrendo maggiori opportunità per i cittadini di San Pietroburgo". 

Si potrebbe quindi dire che è San Pietroburgo la capitale gastronomica della Russia? C’è chi è pronto a scommettere di sì! 

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