Russia, gli inaccessibili Pilastri del Sundrun sono stati scalati per la prima volta

Elias Holzknecht/Red Bull Content Pool
Nel Paese più grande del mondo ci sono ancora un sacco di meravigliosi posti inesplorati. L’alpinista austriaco Kilian Fischhuber è riuscito a raggiungere questi monoliti di pietra e a conquistarli, e un fotografo locale ha potuto mostrare al mondo i primi scatti di queste bellezze naturali

I Sundrunskie kekury, i Pilastri del Sundrun, sono dei monoliti di pietra che si ergono nel bel mezzo della tundra, nel nord della Jacuzia.

Questo luogo è così difficile da raggiungere per l’uomo che le prime foto di qualità di questi giganti di granito sono state scattate e pubblicate solo nel 2016, sul “National Geographic”.  

Il fotografo russo Sergej Karpukhin ha intitolato il suo progetto “Le città di pietra di Ulakhan-Sis”. Ma, dopo aver immortalato un po’ di questi pilastri naturali, fino a quelli del Sundrun nel 2016 non era riuscito ad arrivare, e li aveva avvistati solo dall’alto. 

Alla ricerca del modo per raggiungere questo luogo isolatissimo, Sergej ha passato due anni, e ha poi avuto bisogno dell’aiuto di una squadra di alpinisti, guidati da un esperto arrampicatore austriaco. 

Kilian Fischhuber si era dato l’obiettivo di studiare il percorso per arrivare ai Pilastri del Sundrun e si è imbattuto nell’autore russo delle prime fotografie.

Sebbene l’austriaco (nato a Waidhofen an der Ybbs, in Bassa Austria, nel 1983) non sapesse niente del Paese dove voleva andare, né del fotografo russo, che voleva fargli da accompagnatore, Fischhuber ha deciso di rischiare. “Non avevamo la minima idea di che tipo di persona fosse Sergej, se si prendeva gioco di noi o diceva la verità. Ho cercato tutte le informazioni possibili su di lui, perché dovevamo credergli ciecamente”, ha detto Fischhuber al sito di RedBull.

Per arrivare sul posto, gli alpinisti (facevano parte della spedizione anche il tedesco Robert Leistner  e la russa Galja Terentjeva) hanno dovuto attraversare trenta chilometri, ma vista l’estrema difficoltà del territorio paludoso per farlo hanno impiegato dieci giorni.

“Abbiamo chiesto a Sergej se dovessimo portare delle scorte d’acqua e lui ha detto di non preoccuparci, che là ce n’era quanta ne volevamo”, racconta Fischhuber. Gli alpinisti facevano sciogliere la neve e poi bevevano l’acqua dopo averla bollita e al ritorno hanno dovuto bere direttamente dalle pozzanghere. “Non si è ammalato nessuno, e credo che siamo stati molto fortunati”, ha detto Fischhuber.

Lungo il percorso si sono imbattuti in enormi orme di orso e hanno convissuto con sciami infiniti di zanzare: “Sembrava una delle dieci piaghe d’Egitto descritte nella Bibbia”.

Tutti gli alpinisti sono arrivati a destinazione e hanno tracciato 12 percorsi per tutti e 12 i pilastri di pietra che sono riusciti a trovare, scalandoli anche, per la prima volta nella storia. 

Può essere che in futuro Fischhuber pianifichi una nuova spedizione in queste zone inesplorate della Russia: “Là ci sono ancora centinaia e centinaia di questi torrioni di pietra e, a giudicare dalle foto aeree, ci sono posti dove se ne trovano ancora di più”.

 

La Cittàdi Pietra plasmata dal diavolo e protetta dalla taiga

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