La Russia è pronta a passare a un programma di rinuncia del visto per i cittadini statunitensi, ma aspetta la risposta di Washington. Queste sono le parole dell’assistente presidenziale Fedor Ushakov. “In effetti, siamo pronti a mettere in moto un regime di visto del tutto libero per entrambi i movimenti: sia in entrata che in uscita. Ma tutto è nelle mani dei nostri partner americani”, ha aggiunto in una conferenza stampa.
Sembra strano? È una frase genuina, ma dal 2012. Vladimir Putin, allora primo ministro (nel 2011) aveva discusso la questione con il vice-presidente Joe Biden. Purtroppo da quel momento non si è più fatto nessun passo in avanti: le relazioni tra Russia e Usa si sono deteriorate e l’idea di una liberalizzazione dei visti è stata accantonata.
Lo stesso vale per una sospensione del regime dei visti anche tra Russia e Unione europea. Nel 2014, dopo la crisi ucraina, la Ue ha deciso di rimandare a data da destinarsi ogni discorso sui visti e sui rapporti economici con Moca. Da quel momento non sono più stati riesumati in nessuna occasione.
Un percorso lungo e accidentato
“Dal punto di vista tecnico e pratico, eravamo già pronti ad abbandonare la politica dei visti nei confronti dei cittadini dei Paesi Ue, avevamo sistemato tutte le pratiche necessarie”, ricorda già nel 2015 il ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Secondo lui e altri funzionari russi, anche prima del conflitto per la Crimea né americani né europei si erano dimostrati molto entusiasti all’idea di abbandonare i visti. Per questo motivo la Russia ha reagito. O, per essere più precisi, non ha reagito e ha lasciato che le cose restassero come erano.
Il dialogo tra la Russia e l’Unione europea per un regime di scambi senza visti si aprì per la prima volta nel 2011, quando le due parti firmarono una dichiarazione di intenti reciproca sulla questione, come racconta Elena Ivanova, professore associato all’International Institute of Economics and Law, in un articolo intitolato “Sulla questione del regime dei visti”. “La parte 4 menziona la necessità di approvare principi anti-discriminatori, che includevano la protezione dei minori e la lotta al reato di odio”, fa notare la studiosa.
Purtroppo, l’Unione Europea considerò discriminatori alcuni elementi del sistema giuridico russo, dicono gli esperti, e questo diventò un ostacolo diplomatico insuperabile – e poi dal 2014 si sono frapposte anche altre problematiche.
Difficoltà politiche
Anche i dialoghi per togliere il visto tra Russia e Stati Uniti sono stati dimenticati. Soprattutto dopo la mutua espulsione di diplomatici avvenuta nel 2017. Russi e americani avevano discusso di una possibilità di eliminare l’obbligo del visto nel 2009 durante il cosiddetto “Russian reset”, un tentativo della Casa Bianca (all’epoca sotto l’amministrazione Obama) per migliorare le relazioni bilaterali. Dopo il reset, le discussioni sul tema si fermarono. Anche all’epoca, però, gli esperti si erano dimostrati abbastanza scettici di fronte alla prospettiva di eliminare la necessità del visto. “L’idea è stata in considerazione solo per portare qualcosa di nuovo nell’agenda delle relazioni tra Russia e Stati Uniti, qualcosa che non fosse solo il disarmo nucleare. I risultati sono una questione di lungo periodo”, commentò nel 2011 Fedor Lukjanov, direttore di Russia in Global Affairs. Pensava anche che sarebbe stato più semplice abbandonare l’obbligo del visto nei confronti dell’Europa, ma le cose cambiarono e lo stallo, in entrambi i casi, sembra abbastanza insuperabile.
I fortunati
Invece i Paesi latinoamericani si sono dimostrati molto più bravi a risolvere le questioni del visto con la Russia, anche se hanno delle difficoltà politiche notevoli. Oggi tutti i Paesi sudamericani, a parte uno, hanno degli accordi per fare a meno del visto. La cosa significa che tutti i cittadini sudamericani possono andare a Mosca, in Siberia e in qualsiasi parte del Paese senza dover pagare e ottenere un visto.
I diplomatici russi ora stanno valutando l’idea di liberalizzare gli ingressi anche con i Paesi dell’America Centrale, Messico compreso. “Oggi la questione è molto importante”, ha detto Vjacheslav Volodin, portavoce della Duma, durante un incontro con il suo omologo messicano Edgar Romo Garcia, nel giugno 2018. Sembra che la Russia, a differenza di qualche vicino del Messico, non abbia intenzione di creare muri.
Oltre a ciò, gli stranieri che hanno assistito come spettatori negli stadi ai Mondiali russi e hanno una Fan ID possono godere di un regime senza visto fino alla fine del 2018. Almeno, è ciò che ha annunciato il presidente Putin e, di solito, le sue iniziative ricevono il sostegno del Parlamento. Per saperne di più, leggete il nostro articolo.
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