Krasnodar, il cuore verde del Mar Nero

: RIA Novosti/Vitalij Timkiv
Piena di parchi, per il quinto anno consecutivo è tra le città con il più alto livello di qualità della vita e vanta una valida offerta turistica e culturale

Per il quinto anno consecutivo Krasnodar è stata inserita nella lista delle città russe con il più alto standard di qualità di vita. La via principale della città sembra un grande parco, qui non è difficile trovare cibo ecologico e in un paio di ore di treno è possibile raggiungere le spiagge del Mar Nero.

Arriviamo a Krasnodar in treno, dopo un viaggio di 19 ore da Mosca. Sono le 5.30 del mattino e il sole brilla alto nel cielo. Il termometro segna 28 gradi. Qui l’estate è così calda che settembre offre sempre tiepide giornate di sole.

A Krasnodar si contano 830.000 abitanti, ma a quest’ora le strade sono pressoché deserte. Fondata nel 1739, questa città ottenne lo status ufficiale solo 150 anni fa.

Fonte: Legion-MediaFonte: Legion-Media

Lungo le strade ancora oggi si possono incrociare cartelli con la scritta Ekaterinodar, l’antico nome di Krasnodar, che significa “regalo di Ekaterina”. In realtà furono due le Caterine se segnarono la storia della città: Caterina la Grande, che consegnò questa terra ai cosacchi affinché vi costruissero un forte, e Santa Caterina di Alessandria, patrona della città. Nel tentativo di cancellare il passato imperiale di Ekaterinodar, nel 1930 Stalin la ribattezzò Krasnodar: “il regalo rosso”, dall’unione delle parole “krasnyj” (rosso) e “dar” (regalo).

La storia

Per vari Secoli Ekaterinodar fu il quartier militare dei cosacchi di Kuban e dopo la guerra contro la Turchia e la Polonia del XVIII secolo, Caterina la Grande consegnò ai cosacchi del Mar Nero delle terre nella regione di Kuban, dove realizzarono un forte militare e la propria capitale: una sorta di dono per il loro aiuto nei combattimenti.

Fonte: RIA Novosti/Vitalij TimkivFonte: RIA Novosti/Vitalij Timkiv

Dopo la rivoluzione del 1917 i cosacchi stabilirono la propria repubblica in Kuban ma vennero deportati poco dopo dal governo comunista che li vedeva come una possibile minaccia. Con la fine della repressione le organizzazioni cosacche recuperarono nuova vita e oggi costituiscono un’organizzazione armata che partecipa a festival tradizionali non solo in Russia ma anche all’estero.

La città offre un’interessante mix di stili: qui si fondono infatti lo stile neoclassico, l’art nouveau e altri ancora.

Ci avviamo verso il Museo memoriale di Krasnodar, fondato nel 1879 da Evgenyj Felicin, un cosacco locale che fu anche storico, studioso e si occupò di varie cause sociali.

Fonte: Peggy LohseFonte: Peggy Lohse

Oltre all’esposizione, vale la pena dare un’occhiata ai ricchi interni di villa Bogarsukov che ospitava il museo negli anni Sessanta: qui il tetto è un vero spettacolo e vi sono raffigurate scene ambientante nella steppa caucasica decorate con oro e argento.

Il volto verde della città

Chiedendo agli abitanti del posto cosa vale la pena ammirare a Krasnodar, sicuramente vi risponderanno di fare una passeggiata lungo via Krasnaya, che attraversa il centro cittadino incrociando quasi tutti i luoghi storici degni di interesse, tra cui la statua di Caterina la Grande e l’Arco di Trionfo.

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A metà strada ci sediamo a riposare in un bar: qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta: da provare senza indugio, il locale “Khlebnye istorii”, in zona Gurievskaya Kasha.

Se poi volete dedicare un po’ di tempo allo shopping, nella parte bassa di via Krasnaya potrete trovare molti negozietti interessanti, affollati soprattutto nel fine settimana.

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Il cuore della città è formato dal giardino di Caterina, non lontano da dove si trova l’antica casa di un vecchio leader cosacco di Krasnodar: secondo gli abitanti del posto, sarebbe questo il punto zero dove venne fondata questa meravigliosa città.

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