Rostov, terra di storia e bellezza

Una veduta di Rostov sul Don (Foto: Pavel Pelevin, strana.ru)

Una veduta di Rostov sul Don (Foto: Pavel Pelevin, strana.ru)

Rostov sul Don è considerata la capitale delle belle donne: negli ultimi vent’anni infatti le giovani del posto hanno vinto più di cento concorsi internazionali di bellezza. Ma le ragioni per visitare la città non finiscono certo qui

Anche nelle giornate più calde, quando il termometro d’estate segna 40 gradi sopra lo zero, è raro che le ragazze di Rostov escano di casa senza trucco e tacchi alti. I cosacchi del Don, il gruppo etnico dominante nella regione di Rostov, sono da sempre famosi per il loro coraggio e l’indole indipendente. E le loro donne, oltre a educare i figli e prendersi cura della casa, hanno dovuto di quando in quando imbracciare le armi. Lungo il Don si sono mescolate più di cento nazionalità, tra cui russi, armeni, grechi, georgiani, turchi ed ebrei. L’aspetto e il temperamento delle donne cosacche sono stati forgiati dal sole del Sud e dalla posizione di Rostov, situata al punto di incontro tra Europa e Asia. E pur non affacciandosi direttamente sul mare, la città si è guadagnata il soprannome di “porto dei cinque mari” da quando, verso la metà del secolo scorso, la costruzione di un canale che collega il Don al Volga le ha dato accesso immediato al mare di Azov, al mar Nero, al Caspio, al Baltico e al mar Bianco.

Storia

La nascita di Rostov-sul-Don è legata alla raccolta delle imposte doganali elevate sulle merci che l’impero russo importava dalla Turchia. In seguito, quando i rapporti diplomatici tra Russia e Turchia inevitabilmente mutarono, la città cambiò la propria fisionomia dotandosi di mura difensive. Agli inizi del XX secolo Rostov resistette per oltre due anni al potere sovietico, affermandosi come uno dei centri del movimento Bianco. Alla fine però cadde nelle mani dei bolscevichi, e a partire dal gennaio del 1920 fu governata dai sovietici.

Durante la Seconda guerra mondiale Rostov-sul-Don fu occupata per ben due volte dalle truppe tedesche: nell’autunno del 1941 e nell’estate del 1942, e oltre ad essere quasi completamente rasa al suolo fu una delle dieci città russe più devastate dalla guerra. Teatri, istituti, scuole e persino l’ospedale furono distrutti e dati alle fiamme.

Rostov in piena estate (Foto: Pavel Pelevin, strana.ru)

La città vecchia, che risale al XVIII secolo, incorpora nel proprio aspetto i tratti delle diverse nazionalità che la compongono, come dimostrato dalla contemporanea presenza di una sinagoga e di moschee, di chiese di culto greco e dei Vecchi credenti, di un tempio buddista e di chiese cattoliche. Il più antico edificio di Rostov è la Surb Hach (Santa Croce), una chiesa che in origine faceva parte di un complesso monastico armeno oggi demolito. L’importante centro educativo e spirituale fu sede della prima tipografia, della prima scuola e della prima biblioteca di tutta la Russia meridionale. Di quella ricchezza oggi non rimangono che una chiesa, una pittoresca scalinata in pietra che conduce alla sorgente e al fiume Temernik, e gli imponenti pilastri di pietra dell’ingresso. Attorno alla chiesa sorge un bel giardino, amorevolmente curato dai sagrestani. Il teatro Gorki, la cui sagoma si ispira a quella di un trattore gigante, è l’edificio più famoso della città. Con le sue pareti di marmo e labradorite, è un capolavoro di stile costruttivista ed è stato definito “perla dell’architettura sovietica” da architetti di fama mondiale come Le Corbusier e Oscar Niemeyer. Nei quartieri più vicini al Don sopravvivono ancora oggi molti edifici risalenti al XIX secolo, impreziositi da antichi cancelli e coperture in ferro battuto e porticati interni.

Bolshaya Sadovaya (Grande giardino), la strada principale del centro della città, ricorda una versione meridionale del Nevsky Prospekt di Pietroburgo, con le case dotate di cortili interni, i giardini comuni, gli ampi marciapiedi e i viali maestosi. In un albergo di via Suvorov, che corre parallela, alloggiò per qualche tempo il generalissimo Stalin. 

Attrazioni turistiche senza pari

Tra le attrazioni turistiche di Rostov-sul-Don ve ne sono almeno un paio che probabilmente non hanno eguali in nessun’altra città russa: le decorazioni murali del centro e i magazzini Paramonov. Nel 1979, in occasione dell’Anno internazionale del bambino, nei sottopassaggi pedonali del centro furono realizzate delle grandi decorazioni murali in ceramica che ritraggono dettagliate scene di vita sovietica. Le decorazioni dei sottopassaggi di Rostov sono seconde per dimensioni solo a quelle che impreziosiscono le vecchie stazioni della metropolitana di Mosca. I magazzini Paramonov sorgono invece lungo la sponda del Don nei pressi di alcune sorgenti di acqua la cui temperatura si mantiene costantemente sui 9° C. Una peculiarità che Yakunin e Shulman, i due ingegneri che progettarono il complesso, misero a buon uso convogliando l’acqua nei depositi dei cereali in modo da crearvi un microclima che ne garantiva la conservazione.

Rimasti in uso sino alla fine degli anni Ottanta, i magazzini Paramonov hanno subìto in seguito diversi incendi e continui saccheggi da parte di ladri che ne trafugano i resti per utilizzarli come materiali da costruzione. Ma a dispetto dei crolli e della devastazione, dalle sorgenti continua a sgorgare l’acqua che oggi riempie una “piscina” assolutamente sensazionale. Contenuta all’interno di pareti di mattoni rossi, questa raccoglie un’acqua purissima che d’estate si scalda e in inverno non gela. Il fondo è ricoperto di una sabbia bianca, e sulle sue pareti cresce l’erba in ogni stagione dell’anno.

Rostov vanta anche un luogo mistico: è Zeleny Ostrov, l’“Isola verde” che sorge non lontano dalla città lungo il corso meridionale del Don. Stando a dei testimoni prima della Seconda guerra mondiale, quando l’isola era occupata dalle truppe del Nkvd (Commissariato del popolo per gli affari interni) “da questo luogo nottetempo veniva portato via qualcosa a bordo di camion”. Qui si trova anche una pietra nera che pare abbia effetti neuro-psicologici e sia in grado di causare paura, mal di testa e persino amnesia. I ciliegi che crescono sull’isola danno un raccolto che supera dalle quattro alle sei volte quelli normali. Inoltre si crede che coloro che ne assaggiano i frutti siano destinati ad ammalarsi di un male sconosciuto e patire una morte lenta e dolorosa. Secondo gli scienziati il terreno dell’isola contiene alcuni elementi chimici rari, introvabili altrove allo stato libero.

Rostov-Papa

La scellerata fama criminale di “Rostov-Papa”, come la città viene chiamata ancora oggi per abitudine, iniziò a delinearsi più di cento anni fa. La presenza del grande porto e la sua posizione strategica all’incrocio di importanti vie commerciali contribuirono a richiamare in città, oltre ai commercianti e ai viaggiatori, molti fuorilegge. Il viale Kirov (ad est di Voroshilov e perpendicolare alla strada principale di Bolshaya Sadovaya) era il cuore del “distretto della carne”: una zona delimitata nella quale si concentravano le attività malavitose e che oggi è un quartiere centrale e completamente sicuro. Nella zona centrale ed elegante dei viali Voroshilov e Budennovsky si susseguono numerosi negozi e ristoranti a buon mercato. Malintenzionati, ladruncoli, borseggiatori e banditi frequentavano giorno e notte il mercato del pesce, e la loro abilità era apprezzata anche dalla polizia sovietica. Si racconta infatti che una volta la polizia si rivolse a uno dei ladruncoli locali chiedendogli di rubare il passaporto di un turista americano (all’epoca gli stranieri erano tenuti sotto stretta sorveglianza). Il malvivente eseguì l’ordine, e in seguito ripose il documento dove lo aveva prelevato, senza farsi notare. Quando partire Nel 2018 Rostov-sul-Don ospiterà alcuni incontri della Coppa del Mondo. A metà maggio in città si tiene un evento dedicato ai trattori più stravaganti e personalizzati, al quale assistono ogni anno oltre quindicimila spettatori. Il vincitore si porta a casa un trattore “Belarus”. Ai primi di luglio il centro culturale tataro “Yaktashlar” ospita il “Sabantuy”, festival tradizionale tataro. La terza domenica di settembre si svolge invece “Il giorno della città”. “Rostov multinazionale” è una rassegna di tradizioni gastronomiche nazionali che si tiene sulle sponde del Don. Tutti possono partecipare e all’evento e gustare piatti tradizionali.

Souvenir irrinunciabili

Prima di tornare a casa fate una scorta dei famosi gamberetti del Don e di pesce affumicato, che troverete in vendita in confezioni sottovuoto nei principali supermercati della città. Non dimenticate poi i vini del Don, che possono essere acquistati nelle rivendite specializzate situate all’incrocio tra via Mosca e via Semashko.

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