La regione di Nizhny Novgorod alla Borsa del turismo di Milano (Foto: Alberto Caspani)
Cala il sipario sulla Borsa del turismo di Milano. Ma si alza sulla Russia. Grazie alla visibilità offerta dall’Anno incrociato del turismo con l’Italia, avviato ufficialmente lo scorso ottobre, l’immenso Paese euroasiatico ha potuto presentare alcune delle repubbliche più remote del proprio territorio: sia l’area di Khanty-Mansiysk che la penisola della Kamchatka hanno infatti debuttato per la prima volta nella principale fiera italiana di settore, senza però rubare la scena alla sempre più strategica regione di Nizhny Novgorod e alla vivacissima San Pietroburgo, mentre Mosca non ha quasi avuto bisogno di presentarsi per via del suo intramontabile appeal.
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Viaggio alla fine del mondo alla scoperta degli jukaghiri, una tribù siberiana nomade in via di estinzione |
“Il nostro principale obiettivo consiste nell’internazionalizzazione degli arrivi – ha dichiarato Inna Arkanova, direttore della divisione turistica presso il dipartimento delle risorse naturali di Khanty-Mansiysk – dal momento che ogni anno contiamo circa 450mila visitatori, di cui solo 15mila provenienti dall’estero. Di questi, gli italiani rappresentano purtroppo una parte ancora trascurabile, non solo perché ignorano esattamente dove si trovi il nostro territorio, ma anche per via del fatto che l’immagine veicolata dalla Siberia appare troppo legata al settore delle risorse energetiche. Proprio per questo abbiamo deciso di sfruttare il suo immaginario per avvicinare un pubblico affascinato dal nuovo volto industriale russo, proponendo pacchetti turistici che diano modo di visitare le possenti strutture dei campi estrattivi: nei pressi del lago Samotlor si trova infatti uno dei musei meglio organizzati per ripercorrere l’epopea siberiana del gas e del petrolio, mettendo in evidenza le peculiarità geologiche del territorio e dando persino modo ai turisti di partecipare alle attività estrattive”.
Dovendo uscire dai principali centri urbani, è però inevitabile imbattersi nei villaggi tradizionali delle comunità indigene, come quella di Eli Hotal presso Polovinka o di Ort Iki nell’area di Surgut, o ancora fra gli Ostyako-Vogulsk di Talinka. A contatto col loro mondo non solo si scoprono specialità della tundra “made in Ugra” e s’impara a raccogliere erbe medicinali, ma si è invitati anche a sperimentare sport estremi nei complessi sciistici degli Urali (Karpospat, Kendrovy, Tryohgorye) o le terapeutiche spa gestite da Ugra Service (www.ugra-service.ru).
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Kamchatka, terra di fuoco e ghiaccio |
“Se il visitatore italiano è in cerca di paradisi naturalistici – rilancia Konstantin Langburd, direttore del tour operator Travers Tour e testimonial della regione della Kamchatka (www.visitkamchatka.ru) – offriamo quanto di più estremo esiste in Russia. Il nostro slogan è infatti “Viaggio verso un altro pianeta”, perché dopo otto ore e mezza di volo e circa 8mila chilometri sulla tratta Mosca-Petropavlosk Kamchatskiy si atterra di fronte all’Avacha Bay, in grado di contenere tutte le flotte della Terra, per un viaggio mai al di sotto dei dieci giorni fra almeno 30 vulcani in eruzione (il Tolbachik è entrato in attività proprio lo scorso anno), kayaking, surf sul Pacifico, trekking a stretto contatto con gli orsi bruni e cerimonie tradizionali fra nativi. Gli italiani non superano il centinaio di arrivi, ma il tasso di soddisfazione al termine del viaggio risulta ai massimi livelli, sia in termini di ospitalità (grazie ai pernottamenti nelle suggestive tende tradizionali), che di servizi (chi vuole ottimizzare i tempi può usufruire di spostamenti in elicottero dai prezzi concorrenziali)”.
Ekaterina Khimicheva, direttore del centro d’informazione turistica della regione di Nizhny Novgorod (www.nnwelcome.ru), punta invece sulla varietà degli approcci vacanzieri al proprio territorio. “Se la nostra popolarità è cresciuta negli ultimi tre anni grazie soprattutto a crociere fluviali di una decina di giorni sul Volga, così come sul Kama e l’Oka, l’entrata in servizio di treni ad alta velocità fra San Pietroburgo e Mosca ci permette ora d’intercettare i flussi turistici delle due grandi capitali: benché i circa 100mila visitatori annui, di cui ben il 30% è italiano, tendano a trattenersi in loco solo per long week-end, gli oltre 268 ostelli e hotel di medio budget fuori dalla capitale offrono soggiorni alternativi a un pubblico mediamente più giovane e dinamico. Non a caso il console italiano, giunto nella nostra regione proprio questo mese, ha promosso la regione di Nizhny Novgorod soprattutto per la sua vocazione all’innovazione, di cui l’incubator/techno park della capitale rappresenta certo la punta di diamante. Se aggiungiamo che nel 2018 saremo pure città organizzatrice dei Mondiali di calcio, non possiamo che aspettarci una decisa crescita degli arrivi ”.
Di fronte ai nuovi pretendenti, San Pietroburgo non è rimasta a guardare. Con l’aggiunta del nuovo terminal di Pulkovo, i passeggeri attesi dovrebbero infatti salire a breve a 17 milioni (con 6 milioni e 200mila turisti, un terzo dei quali d’origine straniera), mentre in primavera è attesa l’entrata in vigore del regime “visa free” per 72 ore. “Questo provvedimento farà balzare i numeri degli arrivi nei soggiorni a breve termine – confermano Arno Ekaterina Sergieevna e Nadiezda Petrova, del Comitato per lo sviluppo turistico della città (www.visit-petersburg.ru , www.ispb.info) – e conferirà un’ulteriore spinta al settore crocieristico, già forte di 700mila passeggeri all’anno (+4% nel 2012). Numeri lusinghieri, che oggi fanno del turismo una voce economica capace d’incidere per il 12% sul prodotto regionale lordo e perciò in grado di diversificare l’offerta, dando ampio spazio a nuovi trend: le vacanze in caravan, in camping e yacht, ma anche soggiorni “bianchi” in città, resi quanto mai sicuri dall’ottima collaborazione fra il corpo degli Angel’s service, la polizia e gli informatori 24 ore dei call center. Con oltre 709 hotel e una disponibilità di 35mila camere, San Pietroburgo vanta uno dei tassi di spesa turistica giornaliera più alti (fra i 300 e i 700 dollari), tanto d’attrarre investimenti stranieri ormai superiori al miliardo di dollari”. Sì. La Russia è davvero pronta anche per i “sofisticati” gusti del turista italiano.
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