Aleksandr Pushkin visitò spesso il villaggio di Bugrovo, che oggi è un museo a cielo aperto (Foto: Ilja Brustein)
Nonostante fosse nato a Mosca, il poeta nazionale russo Aleksandr Sergeevich Pushkin (1799-1837) considerava la tenuta materna di Michajlovskoe, nella regione di Pskov, nella Russia nord-occidentale, la sua casa spirituale.
Oggi, Michajlovskoe si trova sotto l’autorità amministrativa della cittadina di Pushkinskie Gory, a 120 chilometri a Sud-Est del capoluogo di Pskov. Una volta qui, i turisti possono visitare non solo la pittoresca dimora del fondatore della letteratura russa moderna, ma anche le proprietà confinanti di Trigorskoe e Petrovskoe, così come il villaggio museo di Bugrovo.
Bugrovo, il villaggio di Pushkin
“La prima colazione viene servita dalle 10 alle 12”, afferma la receptionist della guest house “V Bugrovo”, situata in pieno centro, nel villaggio museo di Bugrovo. “Perché servite la colazione così tardi?”, chiede perplesso un ospite appena arrivato. “Beh, perché qui non c’è bisogno di alzarsi presto... gli abitanti affaticati della città vogliono riposare tranquilli in una pensione di campagna. Dopotutto è questo il motivo per cui sono qui!”, risponde risoluta la donna.
Il desiderio di pace e tranquillità è la principale ragione che spinge, oggigiorno, molti turisti a visitare il centro di Bugrovo, ma non è l’unica. Da alcuni decenni a questa parte, il paesino è diventato un museo a cielo aperto e parte del museo di Aleksandr Pushkin. Il piccolo villaggio confina con la tenuta di Michajlovskoe, di proprietà del poeta. Prima che la servitù venisse abolita nel 1861, i contadini della zona lavoravano le terre per conto della famiglia dell’autore russo.
Pushkin cercava il contatto con la gente semplice e visitava spesso Bugrovo. Il nobile poeta era interessato alle tradizioni popolari, raccoglieva fiabe, canzoni e saghe, e aveva molto a cuore il benessere della gente del posto.
Non si considerava un rivoluzionario, bensì un amico del popolo. Nelle sue lettere e appunti privati, sottolineava sempre che il governo e i nobili dovevano assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei contadini che lavoravano le loro terre. Si rattristava e si infuriava quando veniva a conoscenza delle condizioni a cui era sottoposta la servitù. Dopo aver visitato Bugrovo, con grande preoccupazione, scriveva sul suo taccuino che i contadini non avevano abbastanza legna per riscaldare i loro forni e non potevano nemmeno permettersi finestre di vetro per le loro capanne.
“Non abbiamo mai escluso la possibilità che il museo di Aleksandr Pushkin potesse includere anche una struttura a cielo aperto -, racconta Maria Timofeeva, assistente scientifico. - I turisti possono visitare gli alloggi dei contadini e i locali della fattoria, come le aie, i fienili e le stalle. Il loro design esterno e interno ricorda quello della prima metà del XIX secolo. Ciò contribuisce a trasmettere le impressioni che Aleksandr Sergeevich Puškin raccoglieva quando veniva a contatto con la servitù”.
La visita è molto partecipativa. Chiunque può vestire i panni di un contadino del XIX secolo: i visitatori possono, ad esempio, trebbiare il grano con un’antica frusta, un’attività che è amata tanto dai grandi quanto dai più piccoli. I filatoi e telai funzionano ancora e possono essere utilizzati dagli ospiti curiosi, sotto la supervisione degli assistenti esperti.
Bugrovo è inoltre il posto ideale per degustare ottimi piatti e bevande. Accanto alla guest house “V Bugrovo” sorge una vera e propria taverna, la “Traktir”. Per cucinare, cuocere e rosolare le specialità, vengono utilizzati i forni tradizionali, riscaldati a legna, che consentono di preparare una grande varietà di piatti. Tra le pietanze classiche, ricordiamo il borsch, la tradizionale zuppa a base di barbabietole rosse, lo shchi, una zuppa di cavolo, la soljanka, uno stufato a base di carne, i draniki, frittelle di patate, i tradizionali bliny e i syrniki, frittelle di formaggio. Sempre a Bugrovo, il resort turistico “Arina R” vizia gli ospiti russi e internazionali con specialità tipiche.
La tenuta. Un monumento nazionale.
Il cuore del museo dedicato ad Aleksandr Pushkin è costituito dalla tenuta di Michajlovskoe. Il podere è di proprietà della famiglia di Pushkin dal 1742. Il poeta visitava spesso questa tenuta ed è lì che fu esiliato dal 1824 al 1826, con il divieto di fare ritorno a San Pietroburgo, dopo essere caduto in disgrazia per aver fatto delle osservazioni critiche sul governo e la chiesa.
Lo studio di Aleksandr Pushkin (Foto: Ilja Brustein)
Il poeta non poteva abbandonare la regione di Pskov ed era costantemente sorvegliato dalla polizia. Pushkin riteneva le sue condizioni di vita umilianti e degradanti. Ciononostante, cercò di sfruttare al meglio la situazione e impiegò il tempo trascorso a Michajlovskoe per lavorare ed esplorare la regione.
“Attualmente, Michajlovskoe ospita non solo un museo, ma è anche un monumento nazionale per molti uomini e donne russe -, afferma Olga Urjadnikova, una dipendente del museo. - L’orgoglio e la venerazione che molti russi provano nei confronti di Pushkin emergono con forza il 6 giugno di ogni anno, quando il museo festeggia il compleanno del poeta e attrae migliaia di persone provenienti da tutta la Russia e dall’estero”.
Dopo aver visitato Michajlovskoe, vale la pena conoscere anche le vicine tenute di Trigorskoe e Petrovskoe, anch’esse parte del museo di Aleksandr Pushkin. Durante l’esilio nella regione di Pskov, il poeta visitava quasi ogni giorno Trigorskoe, dove viveva il suo migliore amico Aleksej Wulf (1805-1881). Wulf sosteneva di essere stato l’ispirazione per Vladimir Lenskij, uno dei personaggi principali del romanzo in versi di Pushkin, “Eugenio Onegin”.
La tenuta di Petrovskoe apparteneva ai parenti materni di Pushkin, la famiglia Hannibal. Il poeta era solito visitare spesso anche questo luogo. Il suo bisnonno, Abraham Petrovich Hannibal (1696-1781) era figlio di un conte africano locale e figlioccio e compagno dello zar Pietro il Grande. Pushkin era orgoglioso delle conquiste dei suoi antenati e sentiva un profondo legame spirituale con loro.
Come arrivarci: Il capoluogo di Pskov si trova a 291 chilometri a Sud-Ovest di San Pietroburgo e a 732 chilometri da Mosca. La città è raggiungibile da San Pietroburgo con un viaggio in auto della durata di poche ore. È ben servita anche da autobus e treni. Il modo più semplice per raggiungere Pskov da Mosca è il treno notturno che parte ogni giorno alle 18:30 dalla stazione ferroviaria di Leningradskij e arriva a destinazione alle 7:30 del giorno successivo (il viaggio dura in totale 13 ore). Una volta a Pskov, la cittadina di Pushkinskie Gory è raggiungibile nel giro di due ore, in autobus o in taxi. I taxi costano 50 euro, mentre il tragitto in autobus è di solo 5 euro.
Dove alloggiare: Ci sono diversi alberghi e pensioni a Pushkinskie Gory, che sorgono nelle immediate vicinanze del museo di Aleksandr Pushkin. I prezzi variano dai 30 ai 150 euro a notte, colazione inclusa. Per 25 euro è possibile alloggiare anche presso alcune famiglie locali.
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