Yuri Levitan al lavoro, Mosca, 1941 (Foto: Itar-Tass)
Figlio di un sarto e di una casalinga, al termine di nove anni di scuola Yuri Levitan arrivò a Mosca dalla città di Vladimir con l’ambizione di diventare un grande attore. L’istituto di arte drammatica, però, non lo accettò a causa del suo forte accento provinciale, ma gli fu consentito di entrare a far parte di un gruppo di conduttori radiofonici scelti dal famoso attore Vasily Kachalov. Il destino di Levitan, il diciannovenne che stava acquisendo proprio allora le prime competenze radiofoniche, si decise molto presto, nel gennaio 1934. Dopo averlo sentito parlare alla radio, infatti, Stalin telefonò al Comitato Radio chiedendo che da quel momento in poi fosse Levitan a leggere tutto ciò sarebbe arrivato da parte sua. Così, grazie al timbro della sua voce, raro ed espressivo, il giovane stagista divenne il conduttore radiofonico più importante dell’Unione Sovietica.
"Attenzione! Qui parla Mosca!"
La mattina del 22 giugno 1941 il telefono squillò ininterrottamente per le chiamate dei corrispondenti a Kiev e Minsk che comunicarono un attacco a sorpresa della Germania nazista. Mosca temeva la provocazione, ma in ogni caso Levitan fu chiamato al lavoro. Poco dopo un corriere portò un pacchetto dal Cremlino contenente un foglio e due righe che egli dovette leggere in onda alla radio: “A mezzogiorno il governo farà un importante annuncio”. “Attenzione! Qui parla Mosca! Cittadini dell’Unione Sovietica! Stiamo per trasmettere un annuncio del governo sovietico. Oggi, alle quattro del mattino, senza aver presentato alcuna dichiarazione all’Unione Sovietica, senza aver dichiarato guerra, le forze tedesche hanno invaso il nostro paese…” annunciò Yuri Levitan.
A cominciare dall’autunno 1941, Levitan pronunciò le parole di apertura di ogni suo annuncio, “Qui parla Mosca”, da Sverdlovsk, perché tutte le antenne radio di Mosca erano state smantellate, dato che i tedeschi le avevano prese di mira nei loro bombardamenti. Levitan riceveva a telefono istruzioni dal comandante in capo e le notizie dall’Ufficio sovietico di informazione.
Nel marzo 1943 Levitan fu trasferito a Kuybyshev, dove era ubicato il Comitato Radio. Fino alla fine della guerra tutti rimasero convinti che quella voce arrivasse direttamente dalla capitale: il fatto che invece Levitan andasse in onda da Sverdlovsk fu reso noto soltanto venticinque anni dopo.
Il 9 maggio 1945, Levitan fu convocato al Cremlino dove gli fu consegnato il testo del comandante in capo riguardante la vittoria sulla Germania nazista. Ebbe 35 minuti per prepararsi: per raggiungere lo studio di registrazione avrebbe dovuto attraversare la Piazza Rossa, letteralmente inondata di folla. In seguito Levitan avrebbe raccontato (le sue memorie sono riportate in un saggio dell’amico e pubblicista Yuri Belkin, ndr) di aver dovuto urlare: “Camerati, lasciateci passare, abbiamo cose importanti da fare!”. E la folla di rimando gridava: “Ma quali cose…Tra poco Levitan annuncerà la vittoria. Fermatevi, come chiunque altro, e ascoltate!”. Levitan dovette fare immediatamente ritorno al Cremlino, che aveva una propria stazione radio.
Alle 12.55 Levitan tolse i sigilli di cera dalla busta che aveva in mano e lesse: “Qui parla Mosca! La Germania nazista è annientata!”. Negli anni della guerra, dal 1941 al 1945, Levitan lesse circa duemila bollettini provenienti dall’Ufficio sovietico d’informazione. I notiziari in quel periodo non furono registrati, ma negli anni Cinquanta a Levitan fu chiesto di registrarne una parte su nastro, per la storia. "Non posso deludere la gente. Mi sta aspettando." Levitan iniziò a soffrire di problemi cardiaci per la prima volta alla metà del 1945, mentre era in onda e leggeva le notizie su Auschwitz.
Morì nel 1983 di infarto a Prokhorovka, durante le celebrazioni per la Vittoria di Kursk. Nei ventotto anni trascorsi in qualità di primo conduttore radiofonico di “tutte le emittenti sovietiche” riuscì a leggere molti annunci e notiziari del governo dalla Piazza Rossa, come pure ad annunciare al mondo intero il primo volo spaziale umano… Prima di partire per Prokhorovka, Levitan si era lamentato con gli amici delle fitte che avvertiva nel petto, ma quando loro avevano cercato di dissuaderlo dal partire, aveva risposto in modo laconico: “Non posso deludere la gente. Mi sta aspettando”.
L'articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Russia Beyond the Headlines del 30 aprile 2015
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email