Il musicista siciliano Francesco Cafiso (Foto: Ugo Dalla Porta)
Aver già festeggiato, ad appena 24 anni (che, per esattezza, compirà il 24 maggio 2013), 15 anni di carriera internazionale non è usuale nel panorama musicale. È realtà, invece, per il sassofonista siciliano Francesco Cafiso che, il 22 maggio 2013, sarà di scena in Russia, al Tchaikovsky Concert Hall di Mosca, dove rappresenterà l’Italia nella serata “Igor Butman e il futuro del jazz”.
“Per me è la prima volta in Russia. Ho accettato con entusiasmo perché si tratta di un progetto molto interessante che coinvolge alcuni esponenti di primo piano nel panorama internazionale del jazz e ha lo scopo di aumentare la conoscenza del jazz in questo Paese”, ammette Cafiso, originario di Vittoria, che si è già esibito con i più importanti jazzisti del mondo tra cui Ellis e Wynton Marsalis, Joe Lovano, Jimmy Cobb, nonché gli italiani Enrico Rava, Dado Moroni, Franco Cerri e Stefano Bollani, senza disdegnare le performance con artisti pop come Jovanotti.
Cosa si aspetta dalla
sua esibizione in Russia?
Mi piace il fatto di condividere il palco con jazzisti
giovani e, nello stesso tempo, d’esperienza. Musicalmente parlando, poi, sono
stuzzicato da un Paese che si sta aprendo moltissimo alle contaminazioni, e,
quindi è tutto da scoprire.
Qual è l’atteggiamento russo verso la musica jazz?
C’è molta curiosità e non mancano alcuni esponenti del
genere decisi a farne crescere la cultura. Uno di questi è Igor Butman,
promoter e organizzatore della serata, che nell'estate 2013 si esibirà a Umbria Jazz
con la sua band. Butman, che non conoscevo personalmente al momento dell’invito,
è una delle figure istituzionali del jazz a Mosca. Ha suonato spesso con Wynton
Marsalis.
Ha chiesto a Butman perché
abbia pensato a lei?
Onestamente no. Mi basta che lo abbia fatto, io sono sempre
aperto alle collaborazioni perché arricchiscono. Penso che per l’invito possa
aver giocato un ruolo importante la comune amicizia con Wynton Marsalis (jazzista statunitense, figlio d’arte, che
ha collaborato con entrambi, ndr). Dopo essere stato invitato, e aver accettato
subito, sono andato a sentire tutto ciò che ho trovato di Butman e della sua
band su YouTube: so che troverò musicisti che parlano la mia stessa lingua,
quella del jazz.
Cosa significa per un ragazzo di 24 anni avere già una carriera quindicinale alle spalle?
So che può sembrare strano, ma io vivo tutto con grande
naturalezza. Per me la musica è una delle cose più importanti della vita. Ho
iniziato prestissimo a suonare e ogni opportunità, compresa questa esibizione
in Russia, serve a farmi crescere facendo nuove esperienze.
Sa già come sarà
articolata la sua esibizione?
Da buon jazzista non mi sono posto il problema. Deciderò
insieme a Butman. Le prove cominceranno il pomeriggio prima del concerto. Con
ogni probabilità, dovrò suonare un paio di brani con l’orchestra di Butman, che
accompagnerà tutti e dieci i musicisti ospiti della serata.
C’è qualcos’altro che
la incuriosisce della Russia?
Confesso che sono arrivato tre giorni del concerto per fare
il turista. Non essendo mai stato a Mosca, ne approfitterò per conoscere un po’
questa città che mi intriga molto per la sua cultura così diversa da quella
mediterranea. Mi piacerebbe poter scoprire, oltre ai monumenti che ne fanno una
capitale unica, anche la cucina locale.
Nel frattempo, oltre
a continuare la sua tournée mondiale che la porterà oltre l’Europa, anche negli
Stati Uniti e in India, sta lavorando al suo nuovo disco…
Per me è un periodo molto proficuo dal punto di vista
compositivo. Il progetto discografico che sto realizzando è molto importante,
spero possa essere concluso prima della fine dell’anno. E chissà che
quest’esibizione a Mosca non possa essere l’inizio di un rapporto diverso con
gli amanti del jazz moscoviti e possa consentirmi di portare in Russia il mio
nuovo progetto discografico.
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