Hitler preparò un attentato contro Stalin ed era convinto che sarebbe stato ucciso a breve

Storia
RUSSIA BEYOND
Il Führer sperò fino all’ultimo di poter eliminare il leader sovietico, anche se gli agenti segreti infiltrati in Urss per questa missione erano stati scoperti da tempo…

Tempo fa, i servizi segreti russi hanno desecretato 267 documenti dello Smersh, il dipartimento di controspionaggio dell’Armata Rossa, fra i quali alcuni che parlano di un tentativo di attentato alla vita di Stalin, intrapreso nel 1944.

I tedeschi mandarono in Urss due agenti, un uomo e una donna, muniti di falsi documenti di ufficiali dello Smersh, intestati al maggiore Pjotr Tavrin e alla dattilografa, con grado di tenente, Lidija Shilova. Quando il 5 settembre 1944 furono fermati dall’Nkvd, entrambi vestivano l’uniforme sovietica.

I due presentarono documenti falsi, mentre nella loro macchina furono trovati un lanciagranate, una mina telecomandata, i moduli dei certificati di ogni tipo e più di 100 timbri delle istituzioni sovietiche.

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A Mosca fu inviata una richiesta di verifica urgente. La risposta fu che non c’erano agenti con tali cognomi. Allora i due confessarono di essere agenti tedeschi, inviati in Urss per liquidare Stalin. Quindi accettarono di collaborare.

Gli agenti rivelarono tutti i codici, i cifrari e le modalità previste per la comunicazione, qualora la missione fosse fallita. La donna spiegò inoltre, come si poteva in questo caso stabilire il contatto con i tedeschi.

Per avere informazioni su ulteriori intenzioni dei nazisti, fu deciso di cominciare un “gioco radio” con i tedeschi del servizio di intelligence “Zeppelin”. L’operazione ricevette il nome “Tumán” (Nebbia). I tedeschi erano convinti che tutto procedesse secondo i piani. L’agente Tavrin informava che era riuscito “a ottenere l’accesso al Cremlino” e che era persino riuscito ad “assistere a una riunione del governo”. L’ultima comunicazione fu trasmessa nell’aprile del 1945. Secondo i servizi sovietici, grazie a questo “gioco” fu garantita la sicurezza di vari dirigenti dell’Urss che erano finiti nel mirino dei tedeschi.

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