“Il padrone atomico dei cieli”. Con questo titolo la rivista sovietica “Tekhnika molodjozhi” pubblicò l’avveniristico progetto del dirigibile a propulsione nucleare
Tekhnika – Molodezhi, 1971Sia in Urss che nel resto del mondo, gli anni 1910-1930 costituirono il periodo di massima diffusione dei dirigibili. Il primo a organizzare la costruzione in serie di aeronavi fu il tedesco Ferdinand von Zeppelin. Successivamente, il suo nome fu saldamente associato ai dirigibili, tanto che gli aeromobili di questo tipo venivano chiamati spesso semplicemente “Zeppelin”. Nel periodo in cui i dirigibili furono prodotti in serie, questi aerostati effettuarono circa 2.500 voli, trasportando più di 28.500 persone.
Nel 1929, il dirigibile “Graf Zeppelin” sorvolò tutto il globo terrestre in 20 giorni con solo 3 atterraggi intermedi. Il record di volo continuato, invece, spetta al dirigibile sovietico “URSS W6 OSOAVIAKHIM” che rimase in aria per 130 ore.
Col tempo, aumentavano le dimensioni e la capacità di carico dei dirigibili, e gli aeromobili volavano sempre più lontano. Il dirigibile più grande della storia fu il tedesco “Hindenburg”, costruito negli anni Trenta. Le dimensioni di questo gigante, paragonabili a quelle di una nave oceanica, fecero supporre che fosse adatto per installarvi un propulsore nucleare con relativo sistema di protezione.
Si pensava che in seguito il gas usato per i dirigibili sarebbe stato l’elio e non più l’idrogeno, pertanto il peso della struttura e del reattore non si ritenevano essere un ostacolo. Molti credevano che l’idea fosse realizzabile. I vantaggi parevano ovvi: grazie alla propulsione nucleare, il dirigibile avrebbe avuto una massa costante e un’autonomia illimitata.
Si credeva inoltre che i dirigibili a propulsione nucleare potessero ampliare le possibilità di esplorazione e valorizzazione dei territori di difficile accesso. Umberto Nobile, che per alcuni anni lavorò a Dolgoprudnyj, nei pressi di Mosca, e che aveva già costruito i dirigibili “Norge” e “Italia”, rilevava che “nel mondo esiste ancora almeno un Paese dove i dirigibili possono essere sviluppati e usati. È l’Unione Sovietica con il suo vasto territorio, in prevalenza pianeggiante… Nel Nord della Siberia, in particolare, i centri abitati si trovano a distanze enormi uno dall’altro. Ciò rende difficile la costruzione delle strade. Nel contempo, le condizioni meteorologiche favoriscono i voli dei dirigibili”.
Le previsioni di Nobile però non si avverarono. Alla fine degli anni Trenta, dopo una serie di gravi incidenti in varie parti del mondo, il capitolo dei dirigibili fu chiuso. Nell’Urss, l’ultimo colpo fu assestato dalla tragedia del “W6” che deteneva il record di permanenza continuata in volo. Nel 1937, effettuando un volo durante una notte polare, in condizioni avverse, il dirigibile perse l’orientamento e si schiantò su una montagna.
L’equipaggio dell’“URSS-W6 Osoaviakhim”, dirigibile semirigido realizzato in Urss su progetto dell’ingegnere italiano Umberto Nobile. Il nome derivava dalla Società per la promozione della difesa, dell’aviazione e della chimica. Detenne per vent’anni il record di volo continuato: 130 ore e 27 minuti
Dominio pubblicoL’epoca dei dirigibili sembrava segnata; il futuro era degli aerei. Ma che fine fece quel progetto nucleare?
Per quanto possa sembrare strano, l’ambizioso progetto sovietico dell’aerostato a propulsione nucleare ricomparve in un momento in cui sembrava che la storia dei dirigibili fosse finita per sempre.
Nel 1971, l’ingegnere Gennadij Nesterenko pubblicò sulla rivista “Tekhnika molodjozhi” uno dei progetti più avanzati di dirigibile con reattore nucleare.
“Il padrone atomico dei cieli”. Con questo titolo la rivista sovietica “Tekhnika molodjozhi” pubblicò l’avveniristico progetto del dirigibile a propulsione nucleare
Tekhnika – Molodezhi, 1971Il dirigibile era poco più grande dei modelli usati in precedenza, ma aveva una capacità di carico molto più elevata e poteva accogliere a bordo un numero molto più grande di passeggeri. Grazie alla potenza sviluppata dal reattore nucleare, poteva viaggiare a 200-300 km/h.
Ma quello che distingueva questo progetto da altri del genere era il comfort. “Tekhnika molodjozhi” osservava che fra l’aereo e la nave transatlantica molte persone continuavano a scegliere la nave che, sebbene più lenta, era molto più comoda. Allora, perché non dare ai dirigibili il meglio di entrambi questi mezzi: velocità e comodità?
Quello che si proponeva era un dirigibile di 300 metri, grande come una portaerei nucleare. L’aerostato doveva prendere a bordo 180 tonnellate di carico utile o 600 passeggeri da sistemare in cabine di lusso. Rinunciando alle comodità, il numero di passeggeri poteva essere portato a 1.800 persone.
Il dirigibile doveva essere azionato da eliche con pale di 20 metri, alimentate da un reattore atomico da 200 megawatt (paragonabile alla potenza dei reattori di una nave rompighiaccio russa di classe “Arktika”).
Tuttavia, il progetto rimase sulla carta: negli anni Settanta come nel periodo successivo, nessuno mai vide davvero una tale necessità.
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