Paulina Onushonok, la prima donna russa a capo della polizia

Russia Beyond (Foto: Museo di storia e studi regionali di Kingisepp; foto d’archivio)
Ai tempi dell’Impero sarebbe stato impensabile, ma dopo la Rivoluzione e la parità tra i sessi, i bolscevichi misero una donna in una importante posizione di comando, e lei risolse in poco tempo e con decisione il problema della criminalità a Leningrado

Negli anni Venti, per certi versi, Leningrado non era molto diversa da Chicago, capitale americana del crimine. Sarebbe stata Paulina Onushonok, la prima donna sovietica a capo della polizia, a porre fine alla lotta fra banditi e forze dell’ordine, che durava da anni.

In città vi erano moltissimi covi di malviventi, i cui membri si infiltravano nella polizia. Il centro delle attività criminali era Ligovka, il quartiere più malfamato della città, dove si rifugiavano i banditi più incalliti e si trovavano una stazione ferroviaria e un grande mercato (le cui merci in vendita erano spesso rubate).

La sezione di Kingisepp dei Pionieri. Paulina Onushonok, istruttrice del gruppo, è al centro della foto

Del quartiere di Ligovka era responsabile la stazione di polizia n.11, di cui la Onushonok era a capo.

Per ristabilire l’ordine, la donna agiva sotto copertura. Di notte, vestita da stracciona, si intrufolava nei rifugi dei banditi per raccogliere informazioni, di giorno programmava le retate.

Ben presto l’unità da lei comandata si sarebbe distinta per la risoluzione dei crimini a Leningrado, e Ligovka si sarebbe trasformato in un quartiere operaio comodo per la vita.

Paulina Onushonok quando era a capo del dipartimento della milizia (polizia) di Kingisepp, 1928

A proposito, su iniziativa di Paulina Onushonok presso la stazione n.11 della polizia di Leningrado, per la prima volta nel Paese, era stato creato un ufficio per gli affari dei minori. La poliziotta si occupava personalmente della rieducazione dei ragazzi rimasti senza genitori, affinché diventassero dei buoni cittadini.

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