Fino agli anni Cinquanta del Novecento si riteneva che la Cattedrale dell’Intercessione sul Fossato (più nota come Cattedrale di San Basilio) fosse stata costruita da due architetti: Postnik (in alcuni documenti, Posnik) e Barma. In seguito, però, si capì che questa supposizione era sbagliata. Probabilmente era dovuta a un errore della persona che aveva trascritto antichi documenti.
La costruzione della Cattedrale di San Basilio. Immagine tratta dalla “Cronaca illustrata”, XVI secolo.
Dominio pubblicoNel 1957 Nikolaj Kalinin, storico di Kazan, pubblicò sulla rivista “Archeologia sovietica” il documento sul quale si basava il mito, e cioè, una raccolta manoscritta di cronache, scritta da mani diverse fra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, che include in particolare “La storia del trasferimento della miracolosa immagine di San Nicola Taumaturgo”. Si tratta dell’icona donata nel 1556 dallo zar alla nuova cattedrale. Questo testo (scritto, ripetiamo, non si sa quando né da chi) sostiene in particolare che lo zar “ordinò di costruire una chiesa in pietra vicino alla porta Frolovkaja (oggi Spasskaja) [del Cremlino], sopra il fossato. E poi Dio gli mandò due maestri russi, detti Postnik e Barma, molto sapienti e abili in tale impresa”.
In questo caso, “detti” significa “soprannominati”, osserva Nikolaj Kalinin. Nella lingua russa, “detto” precede proprio il soprannome e non il nome di battesimo. Quindi, nel testo c’è un errore, tanto più che Postnik è senza dubbio un nome e non un soprannome, visto che ricorre più volte anche in altri documenti e di lui si sa con certezza che era un architetto.
Le mura del Cremlino di Kazan furono probabilmente costruite sotto la supervisione di Postnik (Posnik) Barma
Legion MediaNel 1555 Postnik Jakovlev fu incaricato di costruire il Cremlino di Kazan. In conformità all’editto dello zar del 15 dicembre 1555, l’uomo fu inviato a Novgorod dai funzionari locali Fjodor Eremeev e Kazarin Dubrovskij. Ai funzionari lo zar ordinava di “erigere, insieme al costruttore di chiese e città Posnik Jakovlev, a Kazan, entro primavera, una nuova cittadella in pietra, scegliendo duecento cavatori, muratori e demolitori di Pskov, o quante persone fossero necessarie”.
C’è anche un altro testo che parla della costruzione della cattedrale dell’Intercessione sul Fossato, scritto cinquant’anni prima di quello citato in precedenza. Si tratta delle “Cronache russe dall’inizio della terra russa all’ascesa al trono dello zar Alessio Mikhajlovich”, dove si legge: “Nello stesso anno [1560], per volere dello zar e gran principe Ivan, fu iniziata la costruzione della cattedrale consacrata alla Trinità e all’Intercessione, che era stata promessa dopo la presa di Kazan, di cui sette chiese laterali si dicono sul fossato, e il maestro fu Barma con i suoi compagni”. In questo caso, come vediamo, Barma viene ricordato come l’unico direttore dei lavori.
Tutto sta a indicare che Posnik (o Postnik) Jakovlev e Barma erano la stessa persona. Come lo sappiamo? Nel 1663, nella versione manoscritta del Sudebnik del 1550 (il principale codice legislativo russo di quell’epoca) fu aggiunta la seguente iscrizione: “Il Sudebnik dello strjapchij (funzionario) del monastero di Solovki, inquadrato nel servizio di Mosca, Druzhina, discendente da Taruta, figlio di Posnik, detto Barma, fu passato a Ivan Maksimov della dogana di Vologda nell’anno [7]141”. Cioè, nell’anno 7141 “dalla creazione del mondo”, ossia il 1633 d.C., un funzionario del monastero di Solovki di nome Druzhina diede a un certo Ivan Maksimov la copia del Sudebnik che stiamo citando. Lo stesso Druzhina indica che egli è figlio di Taruta che, a sua volta, era figlio di Posnik, detto Barma. Nikolaj Kalinin crede che proprio Posnik sia l’architetto della cattedrale di San Basilio, pertanto Druzhina (secondo lo storico) tiene a precisare di esserne il nipote.
Ciò pare abbastanza logico: il nipote di Posnik Barma occupa una posizione relativamente alta nella gerarchia della società russa. Fa lo strjapchij, cioè rappresenta presso i tribunali e le cancellerie di Mosca il monastero di Solovki, che era tra i più grandi proprietari terrieri. Il suo lavoro è onorabile e ben pagato; inoltre, è servitore dello zar di Mosca, quindi possiede un rango civile o militare. Tutti questi fatti fanno suggerire che Postnik e Barma siano la stessa persona e che questo uomo fosse conosciuto e molto richiesto in Russia. Dopo la sua missione a Kazan, il nome di Postnik viene più volte citato in vari registri di questa nuova regione dello Stato russo. Quindi, è molto probabile che si tratti proprio di Postnik Barma.
La Cattedrale di San Basilio nel 1855. Il nome ufficiale del celebre luogo di culto è in realtà Cattedrale dell’Intercessione della Madre di Gesù sul Fossato
Dominio pubblicoÈ poco probabile che Postnik Barma, persona che godeva di grande rispetto, potesse essere accecato a lavoro compiuto. Anzi, continuò a lavorare anche dopo la costruzione della celebre cattedrale di Mosca, in particolare a Kazan. Inoltre, a giudicare dalla copia del Sudebnik che, a quanto pare, apparteneva al nipote di Postnik, l’architetto era stimato anche dopo la sua morte. Quindi, è molto poco probabile che potesse essere stato privato della vista, esiliato o diversamente punito dallo zar.
La leggenda dell’“accecamento degli architetti” non ha analogie nella storia russa. Probabilmente, le sue origini vanno cercate in Europa. In Russia la leggenda approdò nella prima metà del XVII secolo, mentre i sovietici ne vennero a conoscenza grazie al poeta Dmitrij Kedrin (1907-1945), che nel 1938 scrisse la poesia “Architetti” (“Зодчие”; “Zodchie”), che dice in particolare: “Ne potete fare un’altra più bella e più maestosa di questa? /E, scuotendo i capelli risposero loro “Possiamo! / Basta che tu ce lo ordini, o Signore”. E caddero in ginocchio ai piedi dello zar. / E allora lo zar ordinò di accecare questi architetti, / affinché sulla Terra di chiese così ci fosse soltanto la sua, / affinché a Suzdal, Rjazan e in altre terre non venisse mai costruita una chiesa migliore di quella dell’Intercessione!”
I lettori si comportano spesso da creduloni, quando gli viene raccontata una storia toccante, e che fa paura. Se poi questa storia è anche in rima, diventa tanto più facile credere a quanto viene raccontato. Così, probabilmente, nel XX secolo la leggenda è rinata grazie al talento poetico di Dmitrij Kedrin.
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