I Morozov sono noti come una delle famiglie più ricche dell’Impero Russo. Savva Timofeevich Morozov (1862-1905), che gestì le aziende tessili della famiglia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, era anche un noto mecenate. Finanziava il Teatro d’arte di Mosca, e anche l’edificio del teatro fu costruito con i suoi soldi. Tuttavia, sponsorizzò non solo gli artisti, ma anche la rivoluzione.
Morozov ricevette un’istruzione eccellente, per studiare la chimica si recò a Cambridge, dove voleva anche conseguire il dottorato. Tuttavia, quando la salute di suo padre, che era a capo di tutte le aziende della famiglia, cominciò a peggiorare velocemente, dovette rientrare in patria, prendendosi carico di tutti gli affari e rinunciando alla carriera scientifica.
Savva Morozov (1862-1905), magnate del settore tessile e grande filantropo russo
Dominio pubblicoSempre attento alle innovazioni, Morozov cominciò a riformare il settore tessile. Importava dall’estero le attrezzature più all’avanguardia, apriva nuove aziende, dove venivano applicate tutte le novità della scienza e della tecnica, costruiva per i suoi operai case in muratura (ufficialmente denominate “caserme”, ma in realtà abbastanza confortevoli, tenendo conto degli standard dell’epoca), incentivava i lavoratori che volevano studiare. Per i suoi dipendenti organizzava dei corsi di riqualificazione, dopo i quali i migliori venivano mandati per un tirocinio in Inghilterra e Germania. Anche i salari nella sua Manifattura Nikolskaja erano più alti rispetto ad altre aziende del settore.
La manifattura Nikolskaja, di proprietà della famiglia Morozov
Dominio pubblicoTuttavia gli interessi di Savva Morozov non si limitavano alla produzione e al commercio. Regolarmente donava in beneficenza ingenti somme di denaro ed era un insigne mecenate. Proprio a lui il Teatro d’arte di Mosca, oggi conosciuto in tutto il mondo, deve la sua esistenza. Sin da giovane Morozov amava il teatro, e in vari periodi della sua vita ha sponsorizzato diversi teatri a Mosca e a Pietroburgo, e ha persino creato un teatro per i suoi dipendenti. Sentiva la sua vicinanza ai fondatori del Teatro d’Arte di Mosca, Konstantin Stanislavskij e Vladimir Nemirovich-Danchenko, secondo i quali il teatro doveva essere accessibile a tutti e diffondere la verità e “le più nobili idee dell’epoca contemporanea”. Per supportare il Teatro d’arte, che stava solo nascendo, Morozov donò diecimila rubli (all’epoca, una cifra enorme), continuando anche in seguito a sponsorizzare questo teatro moscovita, diventato parte della sua vita.
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Poco dopo essere diventato socio del Teatro d’arte di Mosca, Morozov si trovò in una situazione in cui doveva dare regolarmente ai rivoluzionari delle ingenti somme di denaro. Ciò accadde dopo che ebbe conosciuto l’attrice Marija Andreeva. I contemporanei la ricordavano come una donna bellissima e interprete di grande talento, ma soltanto pochi sapevano del suo interesse per le idee rivoluzionarie, comparso all’inizio del 1897. Quando il Teatro d’arte fu inaugurato, presentando il suo primo spettacolo (14 ottobre 1898), Andreeva era già una marxista convinta.
L’edificio del Teatro d’Arte di Mosca in vicolo Kamergerskij, com’era nei primi anni del Novecento e oggi
Russia in photo; A.Savin, WikiCommonsQuando Morozov, che già era sposato, conobbe Marija Andreeva, i rapporti dell’imprenditore con sua moglie erano in crisi. Morozov e l’attrice avviarono una relazione. Andreeva più volte, in diverse circostanze, fece capire che quello con Morozov era soltanto un rapporto di salda amicizia, tuttavia nei ricordi di Dmitrij Olsufjev, amico dell’imprenditore, si legge: “A Mosca si sapeva che in questa passione [per il Teatro d’arte] c’era un’influenza femminile da parte di un’attrice della compagnia”. Lo stesso Stanislavskij, in una lettera privata alla Andreeva, rimproverava all’attrice l’abuso della fiducia di cui lei godeva agli occhi di Morozov: “I sentimenti di Savva Timofeevich nei Vostri confronti sono eccezionali. Sono quei sentimenti, in nome dei quali le persone distruggono la propria vita, si sacrificano, e Voi lo sapete e li trattate con cura e con riguardo. Ma sapete, quanto sacrilega Voi diventate nei minuti in cui in Voi prevale l’istrione? […] Vi vantate pubblicamente, di fronte a persone a Voi quasi sconosciute, del fatto che Zinaida Grigorjevna, dolorosamente gelosa di Voi, stia cercando la Vostra influenza da esercitare su suo marito…”
L’uomo d'affari e mecenate Savva Morozov nel cantiere del Teatro d’Arte di Mosca in costruzione, 1901
Russia in photoFu tramite la Andreeva che Morozov conobbe i marxisti. Su richiesta della donna, egli cominciò a finanziare i rivoluzionari. Pagava le cauzioni per i socialdemocratici, quando venivano arrestati, comprava vestiti e cibo per coloro che venivano esiliati in Siberia, spendendo così decine di migliaia di rubli. Secondo lo scrittore Maksim Gorkij (che divenne in seguito marito di Marija Andreeva), Morozov stanziava 24 mila rubli all’anno per finanziare “Iskra”, il giornale dei socialdemocratici. Nelle sue memorie, Sergej Witte, allora Primo ministro, affermava che, in tutto, i rivoluzionari avevano ricevuto dall’industriale alcuni milioni di rubli. Per darvi un’idea, tutto l’edificio del Teatro d’arte di Mosca in Kamergerskij pereulok a Mosca, anch’esso costruito con i soldi di Morozov, era costato 300 mila rubli. L’influenza della Andreeva su Morozov continuò fino alla morte dell’imprenditore, avvenuta nel 1905, quando l’attrice, già da due anni, stava con Maksim Gorkij.
Le simpatie di Savva Morozov per i bolscevichi (la corrente si trasformò per scissione in partito nel 1903) svanirono dopo che i rivoluzionari organizzarono uno sciopero nella sua fabbrica di Orekhovo-Zuevo, nonostante le idee progressiste che egli metteva in pratica nelle sue aziende. Morozov ne fu profondamente sconvolto e non riuscì mai a superare questo choc.
Marija Andreeva (1868-1953), attrice a lungo amante di Savva Morozov e poi moglie dello scrittore proletario Maksim Gorkij
SputnikNel 1905 a Mosca si sparsero delle voci secondo cui Morovoz aveva gravi problemi di depressione. Olsufjev scriveva che dopo questo sciopero trovò il suo amico totalmente avvilito e demoralizzato. Nell’aprile dello stesso anno, su richiesta della moglie e della madre dell’imprenditore, fu convocata una commissione di medici, la quale constatò che Savva Morozov soffriva di “grave disturbo nervoso generalizzato che si manifestava con eccessiva eccitabilità, inquietudine, insonnia, attacchi di ansia e altri sintomi”.
Maksim Gorkij e Marija Andreeva in posa davanti al pittore Ilja Repin
SputnikTuttavia, è poco probabile che fosse gravemente malato: nessuno gli aveva tolto la carica di direttore della sua Manifattura e continuava ad essere un abile dirigente. Queste incongruenze diedero vita a una versione secondo cui la malattia fosse per Morozov un pretesto per sbarazzarsi dei bolscevichi che continuavano a chiedergli dei soldi e a minacciarlo. Questa versione non si direbbe infondata. Gorkij scrisse a un collega del partito: “Se avete delle notizie su Leonid, sul padre e sui moscoviti in generale, fatemi sapere a voce o per lettera, perché la cosa è molto preoccupante… Temo per il “padre”. Con le faide dei nostri tempi, quanto ci vuole per fracassare il cranio ad una persona?”. “Padre” era il soprannome con il quale i bolscevichi chiamavano Morozov. Alcuni giorni dopo la visita dei medici, l’imprenditore e sua moglie si recarono all’estero. Ufficialmente, per le cure mediche.
Ritratto di famiglia dei Morozov: Marija, Marija Fjodorovna (la madre di Savva), Timofej, Savva e Ljuljuta, 1897-1898
MAMM / MDF / Russia in photoNella misteriosa morte di Savva Morozov c’è un particolare molto importante. Nel 1904 l’imprenditore aveva firmato un contratto di assicurazione sulla vita da 100 mila rubli. Beneficiaria della polizza era Marija Andreeva. Per i bolscevichi, 100 mila rubli era una cifra non indifferente.
Il viaggio estero di Morozov durò meno di un mese. Il 13 maggio si suicidò in un albergo di Cannes, sparandosi un colpo di pistola. Tuttavia, secondo le testimonianze di persone a lui vicine, quel giorno l’imprenditore era di ottimo umore, alla moglie aveva proposto di andare all’indomani a Cannes, per colazione aveva chiesto delle fragoline alla panna e non sembrava minimamente intenzionato a morire. Intorno alle quattro di pomeriggio sua moglie sentì il rumore di uno sparo, si precipitò nella loro camera e, come disse in seguito, dalla finestra vide un uomo che stava scappando. Fu trovato soltanto un foglio, senza firma e senza data, sul quale era scritto: “Chiedo di non incolpare nessuno della mia morte”. Verdetto degli inquirenti: suicidio. Tuttavia la famiglia non ci ha mai creduto. I parenti erano convinti che Morozov fosse stato assassinato dai bolscevichi.
Zinaida Morozova a lutto dopo la morte del marito. Lei non credette mai al suicidio e sostenne di aver visto un uomo fuggire dalla finestra subito dopo lo sparo
Dominio pubblicoMarija Andreeva ricevette dall’assicurazione 100 mila rubli, di cui 60 mila furono passati ai bolscevichi. Al funerale di Savva Morozov non si presentarono né lei, né Maksim Gorkij.
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