Alla fine dell’Ottocento un giovane di nome Ludwik Lejzer Zamenhof (1859-1917) ebbe l’idea di creare una lingua internazionale che potesse essere usata da tutti.
La nuova lingua, secondo lui, doveva dare all’umanità degli ideali comuni, delle nuove aspirazioni, nonché unire i popoli in una sola famiglia.
Zamenhof diede alla sua lingua, basata su inglese, francese, tedesco e italiano, il nome di “Esperanto”.
Il principale vantaggio di questa lingua artificiale era la sua semplicità: niente forme irregolari, mentre la grammatica si capiva in maniera intuitiva. Per cominciare a leggere bastava un vocabolario.
La prima versione della lingua fu presentata da Zamenhof nel 1878 ai suoi amici, con i quali frequentava il ginnasio di Varsavia (la Polonia, all’epoca, faceva parte dell’Impero russo). La versione definitiva del manuale uscì nel 1887.
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