Nikolaj Gogol (1809-1852) aveva il terrore di essere sepolto vivo. Questa sua fobia è confermata anche dal testamento dello scrittore: “Ordino di non sotterrare il mio corpo fino a quando non ci saranno dei segni visibili di decomposizione”. La volontà dello scrittore fu rispettata.
Le prime voci, secondo cui Gogol sarebbe stato sepolto mentre era ancora vivo, cominciarono a circolare subito dopo il funerale. Alcuni monaci avrebbero sentito delle grida che uscivano da sotto la terra, ma il mito si sparse su larga scala quando, nel 1931, i resti dello scrittore furono portati nel cimitero di Novodevichij.
Lo scrittore Vladimir Lidin (1894–1979), che era presente durante l’esumazione, disse ai suoi amici e agli studenti dell’Istituto di letteratura che lo scheletro era curvo in maniera innaturale e la tappezzeria della bara era a pezzi. Successivamente descrisse l’episodio in un suo libro. Il problema è che nessun altro di quelli che avevano assistito all’esumazione (una ventina di persone), ha mai confermato le parole di Lidin. Queste persone hanno testimoniato invece che, dopo 79 anni di permanenza nella terra, la bara era praticamente inesistente, mentre per pulire le ossa dello scheletro, che già aveva perso la sua integrità, i medici forensi dovettero faticare.
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