Nel 1978 la carica di presidente della Repubblica di Cina (non riconosciuta dalla Russia), meglio conosciuta come Taiwan, fu assunta da un uomo noto a molti come Nikolaj Elizarov, in passato semplice operaio di una fabbrica degli Urali e membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Come è mai possibile che un sostenitore dell’idea della rivoluzione mondiale dal nome russo sia finito al potere in un Paese asiatico fortemente anticomunista?
In realtà, Elizarov non era né russo né comunista (almeno dalla fine degli anni Trenta in poi). Con questo pseudonimo, era infatti noto in Unione Sovietica ed è noto in Russia Chiang Ching-kuo (1910-1988), figlio maggiore del presidente Chiang Kai-shek, guida del Kuomintang dagli anni Venti fino alla morte, avvenuta nel 1975. Ma perché?
La nuova patria socialista
Dopo il crollo dell’Impero della Dinastia Qing nel 1912, la Cina finì nel caos, con il Paese diviso tra cricche militari e politiche, in assenza di una forte autorità centralizzata. Una delle forze più influenti impegnate a porre fine alla crisi era il partito Kuomintang.
LEGGI ANCHE: La Russia dei Romanov e la Cina dei Qing: cosa hanno avuto in comune queste dinastie?
Chiang Kai-shek (1887-1975), che lo guidò dal 1925, ereditandolo dal fondatore Sun Yat-sen, si affidarono all’Unione Sovietica nella loro lotta. Cooperando con il potere in rapida crescita del Kuomintang, Mosca cercò di estendere la propria influenza nella regione. Scommettendo sui nazionalisti del Kuomintang, l’Urss costrinse persino l’allora ben più modesto movimento comunista cinese ad allearsi con i nazionalisti.
LEGGI ANCHE: Come l’Unione Sovietica aiutò i comunisti a prendere il potere in Cina
I bolscevichi erano desiderosi di addestrare cinesi amichevoli sul loro territorio e nel 1925 il figlio di Chiang Kai-shek, Chiang Ching-kuo, arrivò a Mosca. Lì il ragazzo, appena sedicenne, rimase per qualche tempo ospite della sorella maggiore di Lenin, Anna Elizarova-Uljanova, e, come era allora abitudine, si creò uno pseudonimo più familiare all’orecchio russo: “Nikolaj Elizarov”.
Nella capitale sovietica, Chiang Ching-kuo frequentò l’Università Comunista dei Lavoratori della Cina “Sun Yat-sen”, diretta da Karl Radek. A studiare con lui c’era anche Deng Xiaoping (1904-1997), uno dei futuri leader della Cina comunista. Chiang Ching-kuo svolse anche un periodo di apprendistato presso l’istituto dei carristi di Kazan e presso l’Accademia militare e politica di Leningrado e poi lavorò nella fabbrica “Dinamo”.
Padroneggiando ormai perfettamente la lingua russa, Chiang Ching-kuo/Nikolaj Elizarov si ambientò con successo nella sua nuova patria, mentre suo padre stava unendo efficacemente il Paese sotto la bandiera del Kuomintang durante la cosiddetta Spedizione del Nord contro le cricche militari e il debole Governo Beiyang.
Tutto cambiò il 12 aprile 1927. Chiang Kai-shek, che si rifiutava di condividere il potere con chiunque altro, lanciò un attacco a sorpresa contro i suoi alleati, provocando l’arresto e l’esecuzione di massa dei membri del Partito Comunista Cinese e costringendo quest’ultimo alla clandestinità. Tali azioni non potevano rimanere senza risposta da parte di Mosca e nel dicembre dello stesso anno le relazioni diplomatiche tra i due Paesi furono interrotte.
Operaio negli Urali
Sconvolto da quanto era accaduto, Chiang Ching-kuo si trovò in una posizione molto difficile. Egli immediatamente rinnegò pubblicamente il padre, condannando le sue azioni. Non seguirono dunque rappresaglie contro il figlio di Chiang Kai-shek, che lavorò per qualche tempo in una fattoria collettiva (kolkhoz) nella regione di Mosca.
Tuttavia, il gelo tra Stalin e il leader cinese crebbe, e nel 1932 Elizarov fu inviato lontano dalla capitale, negli Urali, a Sverdlovsk (oggi, Ekaterinburg), per non indispettire i rappresentanti dei comunisti cinesi nel Comintern.
Dopo essere entrato nella fabbrica Uralmash, Chiang Ching-kuo divenne assistente del capo dell’officina meccanica per le questioni sociali e si occupò dei problemi quotidiani dei lavoratori. In seguito divenne persino direttore del giornale locale “Za tjazhjoloe mashinostroenie” (ossia: “Per l’Industria pesante”).
Anche la sua vita privata migliorò. Nel 1935 sposò Faina Vakhreva, che lavorava nella stessa fabbrica e che presto gli dette due figli.
Il 16 novembre 1936 Chiang Ching-kuo, chiedendo l’ammissione al partito comunista, espresse nuovamente il suo atteggiamento negativo nei confronti del genitore: “Mio padre Chiang Kai-shek è un traditore della grande rivoluzione cinese e attualmente è il capo della reazione nera cinese. Fin dal primo momento del suo tradimento ho combattuto contro di lui”. Anni dopo, tuttavia, il futuro leader taiwanese affermò di aver fatto tali dichiarazioni solo sotto pressione.
LEGGI ANCHE: Quando, come e perché Russia e Cina si sono fatte la guerra nel corso della storia
Il ritorno a casa
La vita successiva di Chiang Ching-kuo/Nikolaj Elizarov in Urss è avvolta nel mistero. Si sa che, una volta iscritto al Partito, abbandonò presto i suoi ideali comunisti e prese sempre più in considerazione l’idea di tornare in Cina. In un modo o nell’altro ci riuscì. Nel maggio 1937 lasciò il lavoro e si recò a Mosca, da dove lasciò il Paese in treno con la famiglia.
Un normale lavoratore degli Urali non sarebbe mai stato in grado di fare un viaggio del genere. Secondo la versione più attendibile, il figlio fu rimandato dal padre su ordine personale di Stalin. Di fronte alla crescente minaccia giapponese, il leader sovietico aveva bisogno di normalizzare le relazioni con il Kuomintang.
Chiang Kai-shek perdonò immediatamente il figlio e lo fece entrare nella sua cerchia ristretta. Anche Faina Vakhreva ricevette un caloroso benvenuto. Le fu dato il nome cinese di Fang-liang, che significa “moglie corretta e virtuosa”. Del resto Chiang Kai-shek amava i nomi con un significato. Ching-kuo significa “meridiano” e suo fratello adottivo si chiama “parallelo” (Wei-kuo). Evidentemente, secondo il padre avrebbero dovuto guidare ben più dell’Isola di Formosa.
Il comunista Nikolaj Elizarov dopo il ritorno in Cina scomparve per sempre, mentre il suo alter ego Chiang Ching-kuo divenne una delle figure più importanti della Repubblica di Cina. Fu lui a recarsi in Unione Sovietica nel 1946 per colloqui con Stalin sullo sviluppo delle relazioni bilaterali.
Dopo la sconfitta delle forze governative da parte dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese e l’evacuazione dei sostenitori di Chiang Kai-shek a Taiwan nel 1949, Chiang Ching-kuo guidò la polizia segreta dell’isola e si impegnò nella ricerca di nemici interni che culminò in un’ondata di violente repressioni anticomuniste.
LEGGI ANCHE: Perché Taiwan catturò una nave cisterna sovietica? E che fine fecero i marinai?
Dopo essere diventato leader della Repubblica di Cina (Taiwan) nel 1978, poco dopo la morte del padre, fece molto per garantire la prosperità economica e la trasformazione del Paese in una “tigre asiatica”. Da presidente adottò uno stile di vita estremamente modesto, appreso in Unione Sovietica, e devolse sempre la maggior parte del suo reddito in beneficenza.
La First Lady Faina Vakhreva/Chiang Fang-liang è stata altrettanto modesta. Dopo la morte del marito, nel 1988, rinunciò alla pensione presidenziale, accontentandosi di una pensione molto più bassa da moglie di funzionario pubblico. Essendo sopravvissuta a quasi tutti i suoi figli, Faina Vahreva ha trascorso il resto dei suoi giorni in una casa di riposo. È morta nel 2004 a Taipei dove è stata sepolta con tutti gli onori del caso, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
LEGGI ANCHE: Inna, la figlia del co-fondatore del Partito Comunista Cinese divisa tra Mosca e Pechino
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
- Iscrivervi al nostro canale Telegram
- Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
- Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
- Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese