Nel 1922, veniva realizzato in Germania un vero capolavoro della cinematografia, che ha avuto un’enorme influenza sulla cultura mondiale. Pochi film hanno rappresentato un vampiro così terrificante come il Conte Orlok di “Nosferatu il vampiro” (titolo originale: “Nosferatu, eine Symphonie des Grauens”; ossia: “Nosferatu, una sinfonia di orrore”) del regista Friedrich Wilhelm Murnau (1888-1931). Persino su noi spettatori moderni, abituati agli effetti speciali, continua a fare un effetto impressionante.
“Nosferatu” fu il primo adattamento (anche se non autorizzato) del romanzo del 1897 “Dracula” di Bram Stoker (1847-1912), e rese per sempre celebri gli attori coinvolti. Uno di loro era Gustav von Wangenheim (1895-1975), che interpretava il protagonista del romanzo, l’avvocato londinese mandato in Transilvania Jonathan Harker (chiamato Thomas Hutter nel film).
Gustav von Wangenheim in "Nosferatu"
Legion MediaPochi sanno che, dopo “Nosferatu”, la vita di questo attore, rappresentante di un’antica famiglia aristocratica tedesca, i von Wangenheim, è stata strettamente legata all’Unione Sovietica, al “Grande Terrore” e alla morte di una delle donne più belle della Germania.
Nonostante le sue nobili origini, Gustav era attratto dalle idee del socialismo e, quasi a cavallo con l’uscita del film che lo rese più famoso, si iscrisse al Partito Comunista di Germania. L’attore, tuttavia, non aveva fretta di rinunciare ai piaceri della vita mondana e amava definirsi un “dandy comunista”.
Gustav von Wangenheim
Abraham Pisarek/Ullstein bild/Getty ImagesNel 1933, dopo l’ascesa al potere di Hitler, von Wangenheim fuggì dal Paese e riparò a Mosca. Qui continuò a coltivare i suoi interessi artistici, scrivendo saggi e opere teatrali, e fondò la compagnia teatrale “Kolonne Links” (ossia: “Colonna di sinistra”), formata da attori tedeschi emigrati in Unione Sovietica.
Nel 1936 Gustav von Wangenheim diresse il film antinazista “Kämpfer” (“Lottatore”; “Combattente”; titolo russo: “Борцы”; “Bortsý”; “I lottatori”). È interessante notare che coinvolse nel progetto anche un altro attore della troupe di Nosferatu, Alexander Granach (1890-1945), che aveva interpretato il ruolo di Knock nel film del 1922 (è il Renfield del libro “Dracula”).
L’episodio meno lusinghiero legato alla vita dell’aristocratico tedesco in Urss fu il caso processuale del comunista tedesco Anatol Becker, insegnente di russo, e di sua moglie, l’attrice Carola Neher (1900-1942).
Proprio come von Wangenheim, la coppia era scappata dalla Germania per sfuggire ai nazisti (lei aveva sottoscritto un appello contro l’ascesa di Adolf Hitler). Si rifugiarono in Urss, ignari del terribile destino che li attendeva.
Carola Neher in "Chicago"
Zander & Labisch/Ullstein bild/Getty ImagesUna delle principali attrici tedesche della prima metà del Novecento, Carola Neher era stata una musa del drammaturgo Bertolt Brecht (1898-1956), di cui aveva interpretato il ruolo di Polly ne “L’opera da tre soldi” alla fine degli anni Venti (a causa di una grave malattia del primo marito, non aveva però preso parte alla prima). Signorile, atletica, alla moda e audace, aveva la reputazione di femme fatale ed era considerata da molti una delle donne più belle della Germania.
Carola Neher
Wolff von Gudenberg; Rolf Mahrenholz/Ullstein bild/Getty ImagesCarola Neher stava recitando a Mosca con la compagnia “Kolonne Links” di Gustav von Wangenheim quando, nel 1936, lei e il marito finirono vittime dell’ondata di repressioni di massa. La coppia fu accusata di essere sostenitrice di Lev Trotskij, allora già caduto in disgrazia. Ed era stato proprio il “dandy comunista” a denunciare alle autorità questi “elementi avvelenati dal trotzkismo”.
LEGGI ANCHE: Quando e perché Stalin e Trotskij divennero nemici?
Becker fu fucilato nel 1937 e la Neher fu condannata a dieci anni di gulag. Durante la detenzione, l’attrice non si perse mai d’animo. “Per tutto il tempo cercò di mantenersi per quanto possibile in forma, di prendersi cura di sé, impegnandosi regolarmente nella ginnastica. A differenza di tutte noi, aveva ancora una pelle liscia e bella, nonostante le condizioni orrende, che facevano invecchiare rapidamente”, ha ricordato Hilda Duti, compagna di cella di Carola.
Il 26 giugno 1942 l’attrice morì nella prigione di Sol-Iletsk, vicino a Orenburg, di febbre tifoide, all’età di 41 anni. Diciassette anni dopo, lei e il marito furono completamente riabilitati.
Gustav von Wangenheim se la cavò piuttosto bene nella vita. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, tornò a Berlino (nella Berlino Est), dove diresse per un po’ il Deutsches Theater, per poi lavorare come sceneggiatore e regista di lungometraggi per molti anni alla Defa, l’azienda cinematografica di Stato della Ddr.
LEGGI ANCHE: Stalin e le purghe, quali furono le vere cifre del Grande Terrore?
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email