La rivista Krokodil (“Coccodrillo”) è stata la più grande pubblicazione satirica dell'URSS; veniva pubblicata quattro volte all'anno e al suo apice ebbe una tiratura di 6,5 milioni di copie. Il manifesto sottostante raffigura un commissariato di polizia e le scritte “libertà di stampa”, “libertà di parola”, “uguaglianza”, “libertà di riunione” e “diritto al lavoro”. La didascalia recita: “Sergente, faccia entrare nella testa dei manifestanti gli articoli fondamentali della nostra Costituzione”.
Nei primi anni di vita della rivista, gli autori concentrarono le loro critiche contro i nemici ideologici dello Stato sovietico; all’inizio della Seconda guerra mondiale, invece, presero di mira gli invasori nazisti, ridicolizzandoli. Qualche anno dopo, lo scoppio della Guerra fredda creò un terreno fertile per la loro creatività: il poster qui sotto raffigura un'enorme fila a una fiera del lavoro negli Stati Uniti e un cartello che recita: “Non c’è lavoro”.
Gli articoli della rivista sovietica toccavano tutte le sfere della vita in Occidente, dall'esercito alla politica interna ed estera, alla vita quotidiana. Nel poster qui sotto, la rivista suggerisce che le Nazioni Unite non sono altro che uno strumento per l'influenza globale degli Stati Uniti.
Spesso la rivista denunciava quanto fosse disumana la vita al di là della cortina di ferro: questo poster, ad esempio, mostra i giovani indottrinati con la violenza e i vizi presumibilmente trasmessi dalla tv americana: i lettori sovietici rimasero scioccati, visto che la tv in URSS veniva severamente censurata.
In breve tempo la rivista divenne un efficace strumento di propaganda utilizzato dalla leadership sovietica per demonizzare gli Stati Uniti. Il poster qui sotto suggerisce che gli Stati Uniti non lasciarono agli alleati dell'Europa occidentale la possibilità di scegliere quando usare le armi che si trovavano lì. La didascalia recita: “La decisione di lanciare sarà reciproca…”.
Molte illustrazioni pubblicate sulla rivista suggerivano ai lettori sovietici che la vita in Occidente fosse insopportabile. Nel poster qui sotto, una famiglia di Londra scalda la propria casa bruciando alcuni manifesti dal titolo “Promesse ai lavoratori”: l’immagine suggerisce che i politici occidentali non facessero nulla per il loro popolo.
Naturalmente, anche il governo americano finì nel mirino della rivista. Nel poster qui sotto, un cittadino statunitense usa i manifesti politici sponsorizzati dai Democratici per coprire i buchi nei muri di casa sua. La didascalia recita: “Le elezioni sono finite, perché attaccate questi manifesti alle pareti?”, “Perché non entrino spifferi dalle crepe”.
Questa pubblicazione suggerisce invece che negli Stati Uniti le cariche politiche fossero in vendita: il poster mostra un politico che si vanta con i suoi colleghi di aver appena comprato un posto da ministro.
La didascalia qui recita: “Posso contare di vincere le elezioni ora?”, “Certo, signore, dopo tutto lei ha la stoffa del vero senatore”. La rivista rincorreva spesso all’idea che negli Stati Uniti si offrissero mazzette per ottenere alte cariche politiche.
Poiché l'URSS aveva un sistema di assistenza sanitaria universale e gratuita, la pubblicazione satirica non esitava a sottolineare che, nel sistema capitalista, questo servizio era invece a pagamento. Il manifesto qui sotto raffigura un medico e un'infermiera che si preparano a un intervento chirurgico: “Quali sono le condizioni del paziente?”, “Due milioni di dollari”, “Allora possiamo iniziare l’operazione”.
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