Alla fine del XIX secolo, le auto elettriche in Russia erano pura fantascienza. Eppure, ci fu un uomo che anticipò i tempi: l'inventore russo Hippolyte Romanov, pionere di questi veicoli.
Alla fine del XIX secolo, l’idea di utilizzare l’elettricità per azionare e muovere i veicoli entusiasmava scienziati e ingegneri. Si fecero alcuni tentativi nell’Impero austro-ungarico, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. E l’Impero russo non fece eccezione.
Alla fine del XIX secolo, l'idea di usare l'elettricità per alimentare e muovere i veicoli interessò scienziati e ingegneri
Dominio pubblicoAnche se l’idea di Hippolyte Romanov non era per niente unica, il suo contributo allo sviluppo dei veicoli elettrici fece la differenza. Nel 1899, infatti, apparve nell’Impero russo la prima auto elettrica, passata alla storia con il nome di “Cuckoo”. Poteva ospitare fino a due passeggeri ed era dotata di una batteria in grado di farle percorrere 60 km a una velocità di circa 40 km/h. Pesava 750 km, e solo la batteria ne pesava 370!
Il veicolo sviluppato da Romanov era diverso dai modelli realizzati all’estero: si contraddistingueva per il design unico delle sue batterie, relativamente sottili e montate orizzontalmente anziché verticalmente. Ciò permise all'inventore di diminuire notevolmente il peso delle batterie in proporzione al peso dell'auto: una tecnica che consentì di migliorare la velocità complessiva dell'auto e la sua autonomia.
L'auto aveva un sistema di frenata rigenerativa che ricaricava la batteria ogni volta che il veicolo rallentava
Dominio pubblicoUn'altra caratteristica unica di questa nuova auto elettrica era il cosiddetto principio della guida separata, che consentiva a ogni ruota di girare indipendentemente dal motore elettrico. L'auto aveva fari elettrici e un sistema di frenata rigenerativa che ricaricava la batteria ogni volta che l'auto rallentava (lo stesso principio è attualmente utilizzato nelle auto Tesla).
Due anni dopo, Romanov presentò una petizione alla Duma di Stato, la camera bassa dell'assemblea legislativa dell’Impero russo, chiedendo di istituire dieci percorsi per un omnibus elettrico di sua progettazione. Prima di quella petizione, la gente aveva sentito parlare solo di omnibus trainati da cavalli. Alimentare la carrozza a elettricità era un’impresa altamente tecnologica e rischiosa.
L’omnibus elettrico di Romanov aveva una batteria posta sotto i sedili, nella parte posteriore del veicolo; inoltre era dotato di due motori elettrici abbastanza forti da far sfrecciare l'omnibus con 17 passeggeri fino a 10 km/h.
L'invenzione di Romanov fu considerata sicura per le strade di San Pietroburgo
Dominio pubblicoNel febbraio 1901, una commissione statale concluse che l'invenzione di Romanov era sicura da utilizzare sulle strade di San Pietroburgo. “L’omnibus funziona senza problemi, scossoni e tremori anche sulle strade coperte di neve, durante le curve e l’attraversamento delle rotaie”, diceva il rapporto finale.
Romanov ottenne quindi l’approvazione della Duma di Stato. Ma il tranello era dietro l’angolo: i politici addossarono su di lui delle condizioni finanziarie che si rivelarono troppo rischiose per l’inventore; inoltre, al progetto si opposero gli uomini d’affari che controllavano il mercato delle carrozze trainate dai cavalli.
Infine, la Rivoluzione del 1917 costrinse Hippolyte Romanov - insieme a due milioni di russi - a lasciare il suo Paese natale. Romanov si stabilì negli Stati Uniti dove visse fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1944 all'età di 79 anni.
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