Il Gutenberg russo: chi ha stampato il primo libro in Russia e quando?

Russia Beyond (Foto: A.Savin; Sputnik; Dominio pubblico)
Ivan il Terribile puntò molto sulla stampa e sovvenzionò le prime tipografie, che ebbero però vita difficile: le gerarchie ecclesiastiche e la lobby degli amanuensi le vedevano come il fumo negli occhi, e non mancarono gli attentati incendiari

A metà del XV secolo, quando la stampa dei libri apparve in Europa, l’interesse per la lettura e il collezionismo di libri cominciò a crescere anche nella Rus’. Tuttavia, per circa cento anni dopo l’apparizione della Bibbia di Gutenberg (1453), non ci furono tentativi di stampa di libri nel Granducato di Mosca. Il bibliografo Vasilij Rumjantsev (1822-1897) attribuisce questo fatto allo “straordinario sviluppo dell’attività amanuense” e alla grande diligenza dei russi nel copiare i libri. Un gran numero di copisti si guadagnava da vivere in questo modo.

Alcuni libri russi stampati esistevano, ma venivano prodotti da stampatori stranieri (in particolare tedeschi e polacchi), fin dall’inizio del XVI secolo, e venduti ai russi.

La maggior parte dei libri erano testi sacri per i servizi ecclesiastici. Tuttavia, i manoscritti contenevano molte distorsioni, il più delle volte causate dai copisti. In questo periodo, lo zar Ivan il Terribile (sul trono dal 1533 al 1584) iniziò la costruzione di molte nuove chiese e monasteri, e tutti avevano bisogno dei libri liturgici con versioni uniformi e corrette. 

La stampa dei libri doveva aiutare anche a russificare le nuove terre, compreso il regno di Kazan, che Ivan il Terribile aveva da poco conquistato (nel 1552).

La prima tipografia di Mosca

Su invito dello zar russo, arrivò a Mosca il danese Johannem Missengeim. Mandarono ad imparare da lui l’arte della stampa Ivan Fjodorov, diacono in una delle chiese del Cremlino, ora perduta, e i suoi assistenti Pjotr Mstislavets e l’intagliatore Vasjuk Nikiforov (potrebbe aver scolpito lettere e incisioni). Un torchio tipografico venne importato dalla Polonia, Paese dove i libri russi venivano pubblicati in precedenza. 

Nel 1553 iniziarono a stampare anonimamente dei libri e molto probabilmente proprio Johannem Missengeim fu il responsabile del processo. Tuttavia, il primo libro ufficialmente stampato e datato in Russia risale al 1564. Si tratta dell’“Apostol”, e come suo editore figura Ivan Fjodorov. Il libro contiene gli “Atti degli Apostoli”, le lettere degli apostoli Giacomo, Pietro, Giovanni e Paolo, e l’Apocalisse di Giovanni. Si pensa che ne siano state stampate circa 2.000 copie. Poco meno di 100 copie a noi note sono sopravvissute. 

I bibliografi hanno lodato la qualità del primo libro stampato, specialmente i tratti fini, la dimensione uniforme delle lettere e il fatto che sono in linee piatte e che la spaziatura tra le lettere e le linee è uniforme. Il carattere tipografico imita la scrittura a mano ed è inclinato leggermente a destra.

La prima pagina del primo libro russo ufficialmente stampato,

Il libro ha anche una postfazione di Ivan Fjodorov in cui spiega come Ivan Vasilievich, con la benedizione del metropolita Macario, ordinò di trovare degli artigiani e di costruire un edificio per la stampa e che lo zar non risparmiò sui fondi necessari. 

I tipografi, tuttavia, furono aspramente contrastati dai copisti dei libri, che ritenevano che li stessero derubando del loro mezzo di sostentamento. Ignoti dettero persino fuoco alla tipografia. 

Il diplomatico inglese del XVI secolo Giles Fletcher il Vecchio, nel suo saggio “Of the Russe Common Wealth”, ritiene che ci fossero i dignitari della Chiesa dietro il malcontento e gli attentati incendiari. Erano presumibilmente contrari alla diffusione della cultura, “come se temessero che venisse scoperta la loro ignoranza ed empietà”. Indirettamente, questo è confermato dallo stesso Fjodorov: più tardi scrisse della persecuzione della stampa “corretta”, spiegandola con la banale invidia di parte della “gerarchia ecclesiastica”.

Fjodor Solntsev. La tipografia di Mosca. Dalle Antichità dello Stato russo, 1849-1853

Nel 1568, lo zar ordinò il ripristino della stampa di libri a Mosca, e Andronik Nevezha, un allievo di Ivan Fjodorov, iniziò a lavorare nella nuova tipografia. Lo zar stabilì un’altra tipografia nella sua tenuta di Aleksándrovskaja Slobodá, 120 chilometri a nordest di Mosca. Nel corso del tempo, l’attività di stampa si espanse, ma fino all’inizio del XVIII secolo e al regno di Pietro il Grande si stamparono solo libri ecclesiastici. 

Lo stampatore di libri in esilio

Una cartolina che segna il 500° anniversario della presunta nascita di Ivan Fedorov, 2010

Dopo l’incendio doloso, Fjodorov fu costretto a riparare nel Granducato di Lituania. Riuscì a procurarsi materiali da stampa, caratteri e tavole per le incisioni. Alcuni storici ritengono che Fjodorov sia partito su ordine di Ivan Terribile, che voleva migliorare le relazioni con i ricchi ortodossi lituani, e inviò il celebre tipografo come merce di scambio.

Monumento a Ivan Fedorov a Mosca, 1910-1912

Usando il denaro dell’etmano (il grado militare più alto dell’esercito del Granducato di Lituania), Fjodorov fondò una tipografia in cirillico nella città di Zabłudów (oggi in Polonia), e negli anni Settanta del Cinquecento ne fondò una seconda a Lvov (oggi Lviv, in Ucraina), che era la capitale del Voivodato di Rutenia all’interno della Confederazione polacco-lituana (creata nel 1569 con l’Unione di Lublino). Lì Fjodorov pubblicò un altro “Apostol” (1574), con un’ampia postfazione in cui descrive la sua attività di stampa e le persecuzioni subite.


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