Sei aneddoti che mostrano alla perfezione la personalità degli imperatori russi

Kira Lisitskaja (Foto: Windsor Castle; kokouu/Getty Images)
A volte un particolare racconta di più di tante pagine di storia. Ecco alcuni eventi illuminanti nella vita degli zar

Pietro il Grande

Pietro il Grande (1672-1725) faceva tutto velocemente: camminava ad ampie falcate (del resto era alto 2,03 metri), pensava con grande prontezza, e di solito si alzava molto presto. Quando un nuovo ambasciatore prussiano fu inviato a San Pietroburgo, Pietro lo invitò a Corte alle 4 del mattino per un’udienza. Ma l’ambasciatore arrivò con un’ora di ritardo, alle 5, quando l’imperatore era già partito per sovrintendere ai lavori dell’Ammiragliato. Il diplomatico fu costretto a inseguirlo lì, visto che aveva questioni molto urgenti da discutere.

Quando arrivò all’Ammiragliato, Pietro era in cima all’albero maestro di una nave in costruzione. “Se non è riuscito a trovarmi all’ora stabilita nella sala delle udienze, cerchi di raggiungermi quassù”, lo provocò Pietro. Per presentare le sue credenziali, l’ambasciatore non ebbe altra scelta che salire la traballante scala di corda e riferire a Pietro seduto su un albero di una nave.

Caterina la Grande

Caterina II (1729-1796) era nota per il suo atteggiamento impassibile. Una volta, durante una cena a corte, chiese a Vasilij Chichagov, un esperto comandante di Marina, di raccontare alcune storie dei suoi anni di battaglia. Chichagov iniziò con entusiasmo, poi si lasciò trasportare, iniziò a gridare, agitando le mani e raccontando un sacco di rozze oscenità che erano comuni tra i marinai.

Solo dagli sguardi attoniti sui volti degli altri cortigiani presenti Chichagov capì cosa aveva combinato e pregò l’imperatrice di perdonarlo per aver usato tali parole in sua presenza. Ma lei rispose: “Va tutto bene, per favore continui, io comunque non capisco il suo linguaggio marinaresco!”

Un’altra volta, Caterina stava giocando a carte con il conte Aleksandr Stroganov. Stroganov stava perdendo di brutto e alla fine si alzò in piedi con rabbia, gettò le carte sul tavolo, e disse con rabbia all’imperatrice: “È impossibile giocare con voi! Potete perdere tutto quello che volete, avete un credito infinito! Riuscite a immaginare come mi sento?”. Il generale Nikolaj Arkharov, che era anche lui al tavolo, iniziò a rimproverare Stroganov per aver urlato contro l’imperatrice, il che era totalmente inaccettabile. “Calmati, Nikolaj Petrovich”, disse Caterina al generale, “Gioco a carte con Stroganov da cinquant’anni e questo succede ogni volta”.

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Alessandro I

Ritratto di Alessandro I, imperatore di Russia, di Thomas Lawrenc

L’imperatore Alessandro I (1777-1825) era un uomo molto riservato e talvolta insicuro. Ad esempio, vietò ai suoi sudditi di indossare occhiali a corte perché aveva una vista scarsa e si sentiva in qualche modo offeso se gli altri riuscivano a vedere meglio di lui in sua presenza. Perché non portava lui stesso gli occhiali? Pensava che lo facessero sembrare più vecchio.

Di tanto in tanto, Alessandro amava scherzare pesantemente. Una volta durante un addestramento militare, inviò il principe Pjotr Lopukhin, un giovane molto bello ma risaputamente piuttosto ottuso, a ricevere un messaggio da uno dei reggimenti. Quando Lopukhin tornò e riferì all’imperatore, Alessandro capì che il giovane principe aveva appena fatto una gran confusione. “Scusa sono uno sciocco”, disse l’imperatore, “ad aver mandato te”.

Nicola I

Nicola I, di Franz Krüger

Nicola I (1796-1855) impose che qualsiasi insulto verso l’imperatore, o anche qualcosa di vagamente offensivo, fosse un reato. Una volta, un soldato di nome Agafon Suleikin si ubriacò in una taverna e sputò sul ritratto dell’imperatore appeso al muro. Il caso fu segnalato e divenne noto allo stesso Nicola I.

Invece di mandare il povero soldato in Siberia, Nicola I ordinò: “Annunciate davanti a tutto il suo reggimento che ho sputato anche io contro di lui. E poiché questo sfortunato ubriacone non sapeva cosa stava facendo, dichiaro chiuso il caso. Inoltre, d’ora in poi è vietato appendere ritratti dell’imperatore nelle taverne”.

Alessandro III

L'imperatore Alessandro III, di Ivan Kramskoj, 1883. Museo statale di Storia

Alessandro III (1845-1894) era molto preoccupato per il fatto che lui, l’imperatore russo, fosse tedesco di sangue e parlasse persino russo con accento tedesco. Una volta sentì una vecchia voce di corte secondo cui Paolo I, suo bisnonno, poteva essere nato a seguito della relazione extraconiugale di sua madre Caterina la Grande con il conte Sergej Saltykov (1726-1765), perché suo marito, Pietro III, era probabilmente impotente.

Quando Alessandro III divenne imperatore, chiese ai suoi ministri a corte se la voce fosse vera. “Sì, certamente!”, riferirono alcuni di loro. “Grazie a Dio, allora c’è almeno un po’ di sangue russo nelle mie vene!”, rispose l’imperatore.

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Nicola II

L'imperatore Nicola II e l'imperatrice Aleksandra Fjodorovna alla fiera di Nizhnij Novgorod, 1896

L’imperatore Nicola II (1868-1918) non conosceva la vita reale. Un aneddoto racconta che una volta stava camminando nella foresta e sentì uno strano rumore ripetitivo. “Cos’è questo suono?”, chiese a qualcuno dei suoi accompagnatori. “Quello è il canto del cuculo.” “Divertente, questo uccello canta come un orologio nel mio palazzo”, osservò Nicola.

Un’altra voce diceva che durante la visita di Nicola II a Nizhnij Novgorod nel 1896, visitò la fiera dove veniva presentata l’ultima invenzione agricola: il “letame artificiale”. Nicola II approvò la tecnologia, ma notò: “Beh, per produrre letame artificiale, le mucche hanno bisogno di fieno artificiale, no?”

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