Perché in URSS hanno costruito dei condomini partendo dal tetto?

Museo statale centrale di Storia Moderna Russa, Collezione "A noi a Leningrado" / Scrittore sovietico, 1961, Museo di Architettura Shchusev
È forse la tecnica edilizia più bizzarra che si possa immaginare... ma aveva una sua logica. Il progetto, però, è stato abbandonato poco dopo

Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60, l’URSS aveva in cantiere un enorme progetto abitativo: lo Stato doveva fornire alloggi a milioni di lavoratori nel minor tempo possibile. Una sfida complessa come questa richiedeva soluzioni originali e nuove tecniche edilizie. 

E così gli ingegneri di Leningrado (oggi San Pietroburgo) sperimentarono una tecnica di costruzione a dir poco curiosa: cercarono di costruire una khrushchevka (il classico condominio sovietico) partendo dal tetto, e dai piani più alti verso il basso.

L'installazione del tetto

Nonostante la natura bizzarra del progetto, questo strano metodo aveva una propria logica. Data l’enorme scala dei progetti edilizi che coinvolgevano l’enorme territorio sovietico, e le strette tempistiche alle quali erano costretti i progettisti, si pensò di costruire gli edifici senza l’utilizzo delle gru: macchinari all’epoca poco disponibili e che richiedevano troppo tempo per essere montati sul cantiere. 

E così l’esperimento prese il via nel 1959 a Leningrado. In un primo momento i costruttori eressero dieci pilastri; poi alzarono in cima ai pilastri un tetto di 150 tonnellate usando martinetti idraulici industriali.

Cantiere edile nel villaggio Barrikada, 1959, Leningrado (oggi San Pietroburgo)

La costruzione del terzo, del secondo e del primo piano dell'edificio procedeva nello stesso bizzarro modo, dall’alto verso il basso. 

Al termine dei lavori, si usava un elicottero Mi-4 per rimuovere i martinetti idraulici dal tetto.

Non è chiaro se questa tecnica che prevedeva l’utilizzo di un elicottero fosse realmente più conveniente rispetto all’impiego di una gru; ma di una cosa siamo certi: non fu questo il motivo che portò ad abbandonare questo approccio edilizio. 

Alcune ispezioni sui pochi cantieri appena ultimati rivelarono la presenza di crepe e significativi cedimenti sui muri. In confronto alle khrushchevki tradizionali, questi edifici non rispettavano gli stessi standard qualitativi. E così il progetto fu abbandonato poco dopo. 

Nonostante le crepe, alcune di queste case a San Pietroburgo sono ancora oggi intatte. E questa è una di quelle. 

Sembra una normale khrushchevka ed è quasi impossibile distinguerla dal resto degli edifici del quartiere. Ma ci sono delle differenze.

Diversamente dalle solite khrushchevki, questa ha un solo ingresso anziché due. All'interno, ha una tromba delle scale senza finestre che attraversa l'intero edificio: un dettaglio insolito rispetto agli edifici convenzionali della stessa epoca. 

Accanto al vecchio condominio c'è un nuovo complesso residenziale, costruito dopo la caduta dell'URSS; nonostante assomigli a un formicaio, è considerato una soluzione abitativa di gran lunga migliore rispetto a questa vecchia khrushchevka costruita nel 1959 dall’alto in basso.

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