Così la Russia conquistò l’Asia centrale

Vasily Vereshchagin/Tretyakov Gallery; Library of Congress
L'Asia centrale divenne l'arena di scontro tra l'Impero russo e quello britannico: una lunga partita di guerra passata alla storia come il “Grande Gioco”. E fu proprio l'arrivo degli inglesi a spingere la Russia ad assoggettare questa regione

L'Asia centrale, che si estende dalle steppe kazake all'Afghanistan, e dal Mar Caspio alla frontiera cinese, fu l'ultima grande acquisizione territoriale dell'Impero russo prima del suo crollo nel 1917.  

Una mappa geografica del 1885

Per molto tempo la Russia non ha osato interferire negli affari della regione dell'Asia centrale. Il territorio degli attuali Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Uzbekistan era un vero e proprio calderone ribollente. Decine di tribù e piccoli stati hanno condotto qui interminabili guerre e faide sanguinose.

Battaglia dei cosacchi contro i kirghizi, 1826

I khanati di Kokand e Khīwa (Corasmia), così come l'Emirato di Bukhara (prima del 1785, Khanato di Bukhara), erano le più grandi entità statali della regione. Qui nel XVIII secolo prevalevano ancora un ordine feudale medievale e fioriva la schiavitù. 

La porta del palazzo del khan a Kokand con i soldati dell'esercito davanti all'ingresso

Nel 1714, lo zar Pietro I inviò una spedizione militare a Khīwa per testare la forza dei suoi vicini dell'Asia centrale. Il distaccamento di 6.000 uomini del principe Aleksandr Bekovich-Cherkasskij, ben preparato e tecnicamente meglio equipaggiato, liquidò senza troppi problemi l’esercito di 24.000 uomini del Khan Shir Ghazi. Ma il sovrano di Khīwa decise di agire d’astuzia: propose una tregua, durante la quale sferrò un attacco a sorpresa che gli permise di massacrare e catturare i soldati russi. La testa mozzata del principe fu inviata in dono al Khan di Bukhara.   

Ritratto del principe Aleksandr Bekovich-Cherkasskij, inizio del 1700

Nel XVIII secolo la Russia si espanse nella steppa kazaka, avvicinandosi molto ai confini degli Stati dell’Asia centrale. I clan kazaki dei cosiddetti zhuz (orde) Medio e Minore, che cercavano la protezione dai russi contro le devastanti incursioni dei vicini Zungari, si sottomisero volontariamente al dominio dello zar. A sua volta, il Senior zhuz rimase sotto il controllo politico di Kokand.

Muhammad Khudayar Khan di Kokand

La coesistenza relativamente pacifica tra la Russia e gli stati dell'Asia centrale terminò verso la metà del XIX secolo. E la ragione è collegata all’arrivo di un nuovo e pericoloso attore nella regione: la Gran Bretagna. Gli inglesi, avendo stabilito un punto d'appoggio nell’Indostan, iniziarono ad avanzare verso nord, cercando di estendere la loro influenza in Afghanistan, Bukhara, Kokand e Khīwa. Quando i diplomatici britannici e gli agenti segreti del Ministero della Guerra si presentarono nelle città dell'Asia centrale, la Russia decise di prepararsi per un attacco preventivo. L'Asia centrale divenne così un'arena di scontro tra i due imperi, comunemente conosciuta come il "Grande Gioco".

L'espansione russa nella regione dell'Asia centrale era ovviamente incentivata da fattori economici. Lo scoppio della guerra civile negli Stati Uniti nel 1861 portò a una forte riduzione della fornitura di cotone alla Russia, cosa che colpì duramente l'industria tessile dell'impero. In tali circostanze c'era la necessità urgente di trovare una fonte alternativa e stabile di questa importante materia prima: e l’attenzione ricadde su Kokand e Bukhara.

Gli stati dell'Asia centrale non avevano praticamente alcuna prospettiva di resistere agli eserciti della Russia. L’addestramento dei loro soldati lasciava molto a desiderare, e solo un quarto dei loro uomini possedeva armi da fuoco. “A Kokand non c'è un esercito regolare", scrisse lo storico orientale Vladimir Velyaminov-Zernov negli anni ‘50 del 1800: “L'esercito del Kokand ha l'artiglieria, ma è così scadente che a malapena può essere chiamata con questo nome”. 

Nella maggior parte dei casi, l'enorme superiorità numerica delle forze di Khīwan, Bukharan e Kokand non poté fare molto di fronte alla preparazione delle truppe russe: il 29 giugno 1865 un piccolo distaccamento (1.300 uomini) guidato dal generale Mikhail Chernyaev riuscì a catturare una delle più grandi e ricche città del Khanato di Kokand, Tashkent, difesa da una guarnigione di 30.000 uomini. Due anni dopo la città divenne il centro amministrativo del governatorato generale del Turkestan stabilito in Asia centrale.

“I nostri soldati, circondati e divisi da un nugolo di cavalieri di Bukhara, offrivano uno strano spettacolo; avanzavano tutti verso quella posizione considerata inespugnabile e che era occupata da un nemico dieci volte più forte. Ma tali furono la forza d'animo e il coraggio che non conobbero l'impossibile”, scrisse nelle sue memorie l'ufficiale Aleksej Kuropatkin, futuro ministro della Guerra dell'Impero.

Il 14 giugno 1868 nella battaglia di Zerabulak 30.000 soldati dell'emiro Muzaffar furono sconfitti da 2.000 uomini del generale Konstantin Kaufman, che alla fine portò alla sconfitta dell'Emirato di Bukhara. Nel 1873 lo stesso destino toccò al Khanato di Khīwa, e tre anni dopo dal Khanato di Kokand.  

Konstantin Petrovich von Kaufman, generale russo, primo governatore del Turkestan

Solo durante l'assedio e l'assalto della cittadella di Geok Tepe, nel gennaio 1881, persero la vita più di mille uomini. Durante le più feroci battaglie contro Bukhara e Khīwa, le perdite furono ancor più numerose.     

L'assalto russo alla fortezza di Geok Tepe durante l'assedio del 1880-1881. Pittura ad olio

Una delle operazioni più difficili per le truppe russe durante la conquista dell'Asia centrale fu la sottomissione delle tribù Teke che vivevano sul territorio dell'attuale Turkmenistan: solo nell'assedio e nell'assalto al forte di Geok Tepe, nel gennaio 1881, persero la vita più di 1.000 uomini. Nei combattimenti più aspri contro i Bukhara e i Khīwa, invece, le perdite non superarono le poche centinaia. 

Kokand. La consegna del cotone, 1913

Con l'adesione volontaria delle tribù di Merv all'Impero russo nel 1884 e l'arrivo delle truppe russe ai confini dell'Afghanistan, che era sotto la protezione britannica, la conquista dell'Asia centrale nel suo insieme era ormai completa. Con l'arrivo delle nuove autorità, fu abolita la schiavitù e si pose fine alle secolari faide dei popoli locali. Ma non tutti i territori furono incorporati nell'Impero. Anche se notevolmente ridotti in dimensioni, l'Emirato di Bukhara e il Khanato di Khīwa mantennero formalmente la loro indipendenza pur accettando la protezione russa. Ciò permise alla leadership del paese di esercitare un controllo effettivo su queste regioni senza dover spendere risorse significative. “Il mio miglior capo distretto è l'emiro di Bukhara”, disse il governatore generale del Turkestan Konstantin Kaufman. L'indipendenza dei due Stati fu estinta definitivamente dai bolscevichi solo nel 1920.

La rivolta dei Sepoy, 1857

La Gran Bretagna, il cui arrivo nella regione dell'Asia centrale incentivò l'espansione russa, dovette assistere impotente ai trionfi del suo avversario geopolitico. Dopo aver affrontato la grande rivolta dei Sepoy in India nel 1857-59, Londra non aveva né la forza né le risorse per avviare un conflitto aperto con la Russia e si limitò ad emettere proteste diplomatiche.

Gli scontri a Kushka

Sebbene l'Asia centrale fosse ormai perduta per i britannici, essi salvaguardarono attentamente dai russi le rotte verso l'Afghanistan e l'India. Quando nel 1885 scoppiò un conflitto di confine tra le truppe russe e afgane sul fiume Kushka, la Gran Bretagna fu a un passo dal dichiarare guerra alla Russia. Negli anni successivi le parti si sedettero al tavolo dei negoziati in numerose occasioni per delimitare le sfere di influenza nella regione. Il "Grande Gioco" tra i due imperi si concluse solo nel 1907 con la firma della Convenzione Anglo-Russa che finalizzò la formazione di un blocco politico-militare composto da Russia, Gran Bretagna e Francia, noto come Triplice Intesa.

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