Manifesti di propaganda: così l’URSS spingeva i propri cittadini a combattere i nazisti

Storia
MARIA SEKIRSKAYA
Con questi poster si cercava di sottolineare il coraggio dei soldati, il valore delle madri in lutto e dei bambini orfani

Propaganda per i giovani 

In tempo di guerra, le fabbriche avevano sempre più bisogno di nuova manodopera. Dagli studenti agli apprendisti artigiani, tutti dovevano contribuire. 

Gli artisti si rivolgevano anche ai bambini chiedendo aiuto per scovare il nemico. I pionieri ritratti in questo manifesto di Aleksej Pakhomov sono pronti a segnalare lo sbarco delle truppe aeree tedesche.

Oltre a dare il proprio contributo al fronte, i bambini venivano esortati a ottenere buoni risultati a scuola. 

Propaganda nelle fabbriche

Per radunare gli operai delle fabbriche, gli “architetti” della propaganda erano pronti a illustrare alla lettera il modo in cui il loro lavoro avrebbe contribuito a sconfiggere il nemico sul campo di battaglia. 

I poster dell’epoca mostravano anche le donne al lavoro nelle fabbriche e nei campi al posto degli uomini. L'immagine della donna sul trattore era molto diffusa.

Propaganda per i soldati 

Per motivare i soldati al fronte, sui manifesti venivano spesso raffigurati bambini, donne e anziani. Le immagini di chi restava a casa, scosso dalla disperazione e dalla fame, avevano il compito di suscitare la rabbia nei confronti dei nazisti. 

Gli artisti spesso raffiguravano gli atti di coraggio dei soldati, inserendo citazioni motivazionali di Joseph Stalin e di altre figure storiche, come il principe Dmitrij Donskoj, che schiacciò i mongoli tartari nel XIV secolo. 

Propaganda per la famiglia

Durante la guerra, il governo sovietico cercò di fornire ulteriore assistenza economica ai bambini, alle madri sole e agli orfani che avevano perso i genitori in battaglia.