Al giorno d’oggi, nelle società moderne, la gente si sposa per amore. Una volta, invece, il matrimonio rappresentava più che altro un’unione economicamente vantaggiosa per entrambe le parti. Più una famiglia era ricca e benestante, più si spingeva alla ricerca di un buon partner per i propri figli e figlie.
Registrazione della dote, Vasilij Pukirev 1873
Galleria Statale TretjakovUno dei criteri più importanti era la dote della sposa, con la quale la famiglia dimostrava la propria ricchezza per attirare un marito titolato. E visto che dopo il matrimonio la donna doveva essere mantenuta dal coniuge, la dote non era altro che un contributo - per così dire - da apportare alle finanze della famiglia. Il marito poteva disporre della dote della moglie solo con il consenso di lei e non poteva vantare alcun diritto sui suoi beni prematrimoniali. Questa regola si applicava alle coppie di qualsiasi ceto sociale, fossero esse aristocratiche o contadine.
Una dote poteva comprendere diverse cose. Nelle famiglie più povere, di solito era composta da articoli per la casa, come biancheria da letto, tovaglie, pizzi, piatti, tessuti fatti a mano… Una sposa doveva avere tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno per gestire una casa, almeno all'inizio. Gli oggetti venivano conservati in una grande cassa di legno, che la giovane donna portava con sé a casa del marito dopo le nozze.
Un baule per la dote
Vasilij Melnikov/SputnikI genitori più facoltosi aggiungevano poi case, terreni, gioielli, pellicce e conti bancari.
Nelle famiglie contadine, le donne potevano possedere mucche o pecore, e se ad esempio la moglie vendeva oggetti realizzati con la lana delle proprie pecore, il denaro spettava a lei e ai suoi figli.
Scelta della dote, Vladimir Makovskij, 1898
Museo d’arte di KharkovIn passato si iniziava a mettere da parte la dote per le fanciulle fin dalla loro tenera età: il lavoro veniva iniziato dalla madre, e proseguito dalla futura sposa. Le ragazze confezionavano da sole i vestiti e i tessuti per la cucina, sfoggiando le proprie abilità nel ricamo, in modo che la dote sembrasse più attraente di quella degli altri.
La dote non era qualcosa che una famiglia avrebbe tenuto segreto: al contrario, serviva per mostrare ai pretendenti le proprietà della figlia.
Dopo aver concordato il matrimonio, si faceva l'inventario della dote e il giorno delle nozze i parenti della sposa chiedevano, come da tradizione, un riscatto per quella proprietà.
Le doti delle ragazze appartenenti alle famiglie nobili, vicine alla famiglia imperiale, erano regolate dalle leggi dell’Impero russo. Secondo una legge del 1797, se un matrimonio veniva celebrato per volontà del sovrano, la ragazza riceveva una dote dalla tesoreria di Stato, a seconda del grado di parentela con lo zar; le cifre potevano variare da 100.000 rubli (per una bis-nipote) a un milione di rubli (per una figlia). Nel 1886, l'importo per i gradi di parentela più lontani fu ridotto a 30.000 rubli. Inoltre, dopo il matrimonio, la ragazza riceveva solo la metà della somma, mentre il resto veniva conservato in banca e le veniva pagato un interesse annuale. I produttori di porcellane, vetro e mobili facevano a gara per inserire i propri prodotti nella dote delle figlie e delle nipoti dello zar: garanzia di prestigio e buona reputazione per l’impresa.
Scelta del corredo per la dote, Nikolaj Bekrjashev
Museo di Storia, arte e architettura di Velikij UstjugSe una granduchessa sposava uno straniero, invece, era prevista la stesura di un contratto matrimoniale. Se una fanciulla sposava il rampollo di una famiglia straniera, la sua dote avrebbe compreso anche una chiesetta “portatile” con tutti gli oggetti sacri, indispensabili nel caso in cui il marito fosse stato di una fede diversa.
Una scena del film “Zhestokij romans” (traducibile come “Romanza crudele”), basato sul dramma di Aleksandr Ostrovskij “Bespridannitsa” (“Senza dote”)
Eldar Ryazanov/Mosfilm, 1984Certo, le donne potevano sposarsi senza dote, ma in questo caso non avrebbero potuto fare affidamento su un partner particolarmente benestante. Il grande drammaturgo russo del XIX secolo Aleksandr Ostrovskij scrisse la commedia “Senza dote”, dedicata per l’appunto a una donna che si fidanza con un uomo ripugnante perché il suo amato ha scelto una sposa più ricca.
La tradizioni matrimoniali sono cambiate radicalmente all’inizio del XX secolo, quando alle donne sono stati finalmente riconosciuti pari diritti. La dote cessò di avere un’importanza fondamentale, anche se le fanciulle hanno comunque continuato a raccogliere lenzuola e asciugamani in vista del matrimonio; una tradizione rimasta in vita anche in epoca sovietica. Nei villaggi russi, è ancora oggi possibile imbattersi in casse di legno con le doti delle nonne e delle bisnonne: veri e propri oggetti d'antiquariato!
Una donna del villaggio di Malaja Tavra
Aleksandr Kondratuk/SputnikNelle repubbliche del Caucaso settentrionale, invece, la dote è ancora oggi parte integrante di ogni matrimonio, anche se ha assunto un aspetto ben più moderno: in Cecenia e in Daghestan esistono speciali “negozi di dote”, dove si può acquistare tutto ciò che serve e metterlo subito in una bella cassapanca.
Cerimonia di matrimonio a Groznij, in Cecenia
Elena Afonina/TASSDi solito, per una dote moderna si acquistano cose che dovrebbero durare almeno per il primo anno di matrimonio: l'elenco comprende biancheria da letto, vestiti, scarpe, gioielli, un cappotto di pelliccia, borse e cosmetici.
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email