Vremja: come nacque il primo telegiornale sovietico e perché va ancora in onda

Vjacheslav Prokofjev/TASS
La prima puntata risale al 1º gennaio 1968. Ecco come questa trasmissione ha attraversato tanti cambiamenti storici, continuando a essere un appuntamento televisivo fisso per i russi

L’evoluzione della “Tsentralnoe Televidenie” (“Televisione centrale”), creata da “Gosteleradio” (il Comitato di Stato dell’Urss per la radiodiffusione televisiva e radiofonica), fu estremamente veloce, nonostante la tecnologia fosse allora poco sviluppata, e alla fine degli anni Sessanta, in Unione Sovietica c’erano già quattro canali. Ma c’era ancora un problema con la presentazione delle notizie. La televisione sovietica offriva ai suoi spettatori solo brevi blocchi di news nel mezzo della programmazione generalista. C’era poi un programma di informazione settimanale chiamato “Estafeta novostej” (“La staffetta delle notizie”), che lentamente continuava a perdere popolarità.

Tuttavia, alla fine del 1967 tutto cambiò. Quattro rappresentanti di Gosteleradio (Aleksej Petrochenko, il direttore, Irana Kazakova, osservatrice, e due redattori, Leonid Zolotarevskij e Levan Dzaridze) tennero una riunione presso il centro televisivo “Shabolovskij” (a Mosca, sulla via Shabolovka) per prendere la decisione di creare un nuovissimo programma tv di informazione che sostituisse i vecchi brevi blocchi di notizie letti da un annunciatore. Elaborarono un format completamente nuovo per l’Urss e iniziarono a pensare al titolo, cosa che non si rivelò per niente facile. Leonid Zolotarevskij ha ricordato: “Decine di opzioni, una peggiore dell’altra, venivano proposte e scartate, finché all’improvviso Petrovich [Aleksej Petrochenko] sbottò: ‘Vremja!’ [“Il tempo”], e Gosteleradio accettò questo nome.

Gli inizi e una sigla mitica

Vremja” andò in onda per la prima volta il 1° gennaio 1968. Da allora in poi, questa data è stata celebrata come compleanno del programma. Inizialmente, la trasmissione consisteva solo in un annunciatore che leggeva resoconti dal vivo, uno dopo l’altro. Una composizione musicale di Georgij Sviridov (1915-1998), che si intitola “Vremja, vperjód!” (“Tempo, avanti!”) fu scelta come sigla di apertura. Il celebre compositore in realtà l’aveva scritta per il film omonimo del 1965 del regista Mikhail Schweitzer, ma gli spettatori iniziarono molto rapidamente ad associare la suite a “Vremja”.

All’inizio degli anni Settanta il programma di notizie cambiò radicalmente. Tutta la produzione fu trasferita nel centro tv “Ostankino” (a Mosca, in via Akademika Koroljova). Allora, Jurij Letunov, fondatore della stazione radio “Majak” (“Faro”), divenne caporedattore del programma e decise di migliorarne il formato. Da quel momento in poi, due presentatori, un uomo e una donna, condussero il programma, alternandosi nella lettura delle notizie. Anche i presentatori sono cambiati nel tempo: Igor Kirillov, Viktor Kochergin, Evgenij Balashov, Anna Shatilova, Nonna Bodrova, Galina Zimenkova e altri hanno assunto l’ambito ruolo. “Vremja” forniva uno sguardo sulla politica, l’economia, la cultura, lo sport, nonché su alcuni eventi selezionati della vita straniera. Dal 1971 incluse anche le previsioni del tempo e nel 1972 fu deciso che “Vremja” dovesse andare in onda alle 21. Prima di ciò, il programma non aveva una fascia oraria fissa. Le uniche modifiche all’orario del programma in seguito sono state fatte per mostrare i fuochi d’artificio del 9 maggio o alcuni eventi sportivi. Inoltre, il numero di puntate venne aumentato da tre a cinque alla settimana.

Naturalmente, essendo un programma televisivo di Gosteleradio, “Vremja” doveva essere un mezzo di propaganda sovietica, quindi le informazioni offerte erano unilaterali e ufficiali. Inoltre, il caporedattore Jurij Letunov amava moltissimo l’Urss e desiderava sempre mostrare il lato migliore del suo Paese e raccontare tutti i suoi successi. Con l’aumentare della popolarità del programma, “Vremja” iniziò a essere trasmesso più volte al giorno, arrivando fino a dieci riprogrammazioni per essere trasmesso ovunque nell’Urss e in altri Paesi socialisti. Dal 1978 al 1987 aveva anche una replica la mattina successiva. Nel 1977, lo staff del programma ricevette il Premio di Stato dell’Urss per lo straordinario lavoro.

Arrivano i giornalisti

Gli anni Ottanta videro i giornalisti entrare in “Vremja”. Gli annunciatori si rivolgevano loro per la politica o per i commenti. Presero parte al programma molti giornalisti famosi, ad esempio Genrikh Borovik e Spartak Beglov. Il programma iniziò a essere trasmesso su due canali, dopo che il secondo divenne disponibile in ogni angolo dell’Unione Sovietica. Tuttavia, fu anche il periodo in cui la composizione “Vremja, vperjod!” cadde in disgrazia e per diversi anni non risuonò più come sigla. L’esercito sovietico aveva iniziato la sua campagna nella guerra afgana e quella musica era considerata troppo allarmante e si riteneva che avesse reminiscenze belliche. Fortunatamente, il simbolo musicale di “Vremja” è tornato in auge in seguito. Ma i registi continuarono a tagliare la suite per risparmiare tempo, così Sviridov scrisse nelle sue memorie: “Alla fine, ne è rimasto solo un pezzettino un po’ pietoso”. Alla fine del decennio, i giornalisti di “Vremja” lavoravano ormai da 40 uffici di corrispondenza in tutto il mondo. Mentre sul secondo canale la trasmissione iniziò a essere letta anche nella lingua dei segni.

Dopo il crollo dell’Urss

Nel 1991, i presentatori furono del tutto rimossi e sostituiti da giornalisti televisivi. “Vremja” allora era presentata da personaggi famosi come Sergej Dorenko, Zhanna Agalakova, Arina Sharapova, Dmitriij Kiseljov, Kirill Klejmjonov e molti altri. Durante il Putsch di agosto il programma visse una profonda frattura ideologica tra il personale, che spesso portò a messaggi contraddittori nel programma. La prima metà degli anni Novanta fu un periodo difficile per “Vremja”, poiché aveva praticamente perso la sua identità. Dopo il colpo di Stato di agosto, il suo nome venne cambiato in “TV Inform”, e pochi mesi dopo in “Novosti Ostankino” (“Notizie Ostankino”) e nel luglio 1992 in “ITA Novosti”. Il nome originale le venne ridato solo il 16 dicembre 1994. Quel giorno, la presentatrice Tatjana Komarova disse ai suoi spettatori: “Vremja è il nome che rispecchia l’essenza del nostro lavoro. La trasmissione riflette l’epoca. Siamo lo specchio del nostro tempo.”

Dato che Gosteleradio non esisteva più, “Vremja” era ora diventata parte di “ORT” (Obshchestvennoe Rossiskoe Televidenie). Dal 1994, il formato è rimasto sempre lo stesso. Il telegiornale ha un supplemento chiamato “Voskresnoe vremja” (“Il tempo domenicale”) che è stato introdotto nel 2003, dove tutto ciò che è accaduto durante la settimana viene riassunto e analizzato. È stato presentato da conduttori del calibro di Irada Zejnalova, Pjotr Tolstoj, Pjotr Marchenko e Andrej Baturin.

Qualunque cosa stia accadendo nel Paese o nel mondo, “Vremja” non sta certo con le mani in mano. In ogni situazione, dai conflitti nella Repubblica di Cecenia ai Giochi olimpici invernali del 2014 a Sochi, i suoi giornalisti hanno sempre fatto del loro meglio per raccontare a milioni di telespettatori cosa sta succedendo. Oggi, nello studio, possiamo vedere tre giornalisti esperti impegnati come conduttori: Ekaterina Andreeva, Kirill Klejmjonov e Vitalij Eliseev. E “Vremja, vperjod!” è ancora il tema principale della sigla di apertura. Nel frattempo il programma ha ricevuto quattro volte il premio televisivo russo TEFI: nel 2002, 2006, 2007 e, più recentemente, nel 2017.


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