Dopo la Rivoluzione d’ottobre l’atteggiamento nei confronti del corpo cambiò radicalmente e si impose la convinzione che la pudicizia non fosse altro che un retaggio della cultura borghese
La rivoluzione sessuale, che irruppe nel neonato paese sovietico dopo la Rivoluzione d’ottobre, portò con sé una ventata di libertà: la vergogna per il proprio corpo venne percepita come una reliquia della cultura borghese. E così il nudo si impose in varie sfere della società e della cultura, diventando un genere molto popolare anche nella fotografia.
Il nudismo era una cosa completamente nuova per il paese. E vista l’importanza dei bagni di sole e del nuoto come toccasana per temprare il corpo degli uomini e delle donne sovietiche, stanchi dopo il duro lavoro nei campi, nacque così la tendenza di riposare sulle rive di laghi e fiumi senza veli.
Negli anni ‘20 nacque addirittura una società dal nome alquanto radicale, “Abbasso la vergogna”, convinta che la vera uguaglianza dei sessi potesse essere raggiunta solo spogliandosi. Raccontiamo quel periodo di rivoluzioni in foto.
La spiaggia per nudisti della società "Abbasso la vergogna", 1928
Lilya Brik, musa del poeta Vladimir Mayakovskij, in abito trasparente
Nuda, 1920
Asya Zagorskaya, anni ‘20
Bagni di sole su una spiaggia della Crimea, 1933
Un operaio e alcune ragazze del kholkoz su una spiaggia della Crimea, 1931
Operai della fabbrica “Vittoria proletaria” in vacanza con i figli in Crimea, 1932
Operai della fabbrica “Vittoria proletaria” in vacanza con i figli in Crimea, 1932
Spiaggia femminile, 1934
Bagno nuda, 1930
Ragazze del kholkoz prendono il sole su una spiaggia della Crimea, 1931
Vacanzieri sulla spiaggia del sanatorio “Kubuch”, in Crimea, 1932
Ragazzi e ragazze della fabbrica “Standartbeton” durante un bagno nel fiume Moscova, 1940
Bagnanti nudi su una spiaggia vicino a Sochi, 1940