La piramide finanziaria MMM: come fu costruita la più grande truffa della Russia moderna

Yurij Abramochkin/Sputnik
Vediamo, passo dopo passo, come Sergej Mavrodi riuscì a sfilare tutti i risparmi dalle tasche di oltre 15 milioni di russi, facendo sparire nel nulla una cifra enorme, e nonostante ciò a farsi eleggere alla Duma e persino a farsi pagare il funerale da chi aveva raggirato

“Era ormai impossibile contare il denaro; lo giudicavamo a occhio, a stanze che riempiva”, così cercò di spiegare l’ordine di grandezza raggiunto dalla MMM nel 1994 il suo creatore, Sergej Mavrodi (1955-2018). La piramide finanziaria era in funzione solo da pochi anni, ma il periodo era bastato per trovare 15 milioni di investitori sparsi in tutta la Russia. Le azioni e le banconote (con l’effigie del fondatore) della MMM venivano usati come i rubli e la valuta estera, ed erano scambiati con cibo e vestiti. E anche dopo che il tribunale riconobbe Mavrodi colpevole di frode, gli investitori sarebbero stati pronti a portarlo al Cremlino sulle spalle come presidente. In realtà, venne eletto solo deputato, quando era già dietro le sbarre.

Passo 1: Un uomo con gli occhiali e la tuta

In epoca sovietica, Mavrodi non era conosciuto. Prima della creazione della piramide, aveva studiato da ingegnere informatico, commerciava cassette audio piratate, importava apparecchiature per ufficio (i primi computer nell’Urss), collezionava farfalle e allevava pesci d’acquario. “Un piccolo uomo sovietico in fondo alla scala sociale con i suoi strani lavori, ma con sogni audaci e occupazioni illegali alternative che gli permettono di vivere meglio della maggior parte dei cittadini”, secondo “Forbes”.

Quanto al look, Mavrodi sembrava più un insegnante di educazione fisica appena uscito a buttare la spazzatura che un magnate della finanza: tuta da ginnastica, occhiali dalla montatura pesante, una polo neanche stirata. Anche se, forse, questa fu la chiave della sua ricchezza.

La Cooperativa MMM, che divenne poi una gigantesca piramide finanziaria, fu fondata nel 1989 a Mosca. Inizialmente, non aveva nulla a che fare con la finanza, ma divenne rapidamente molto nota: l’elettronica che importava andava a ruba. Gli affari andavano così bene che nel 1991, come campagna pubblicitaria, un giorno Mavrodi offrì a tutti i moscoviti le corse in metropolitana, e due anni dopo si rivolse ai russi con un messaggio di Capodanno in televisione, come di solito fa il presidente.

Quindi, quando Mavrodi mise per la prima volta in vendita azioni della AO (società per azioni) MMM il 1° febbraio 1994, la gente lo conosceva bene (e pensava che ci sapesse fare con gli affari). Un’azione valeva mille rubli (circa 65 centesimi di dollaro al tasso di cambio allora). I prezzi per la vendita e l’acquisto di azioni aumentavano gradualmente secondo il principio “oggi è sempre più costoso di ieri”. Le quotazioni venivano stabilite personalmente da Mavrodi, usando cifre totalmente arbitrarie, senza nessun legame con la realtà.

Funzionò, anche se per un tempo estremamente breve. “MMM – Nessun problema!”, recitava lo slogan pubblicitario (in russo il jingle fa la rima: “Ememém – Net problém”). La società prometteva ai proprietari di azioni di riacquistarle su loro richiesta. I pagamenti ai partecipanti alla piramide che volevano vendere erano onorati grazie al denaro dei nuovi arrivati. Entro luglio 1994, il prezzo per azione raggiunse i 125 mila rubli. “Mavrodi era una specie di speranza per le persone, un raggio di luce. Vivevamo in condizioni di povertà, ed ecco che appariva un’opportunità”, ha dichiarato l’attore Vladimir Permjakov, noto come Lenja Golubkov, il volto della campagna pubblicitaria MMM.

Passo 2: La presa di posizione contro gli oligarchi

Il conflitto con le autorità scoppiò rapidamente. Mavrodi affermò che la società per azioni possedeva quasi un terzo del bilancio del Paese. Disse di essere mosso non dal desiderio di arricchirsi, ma da quello di “intervenire  contro il saccheggio del Paese” (era l’epoca delle storture delle privatizzazioni). In seguito ha anche sostenuto che avrebbe voluto utilizzare i soldi raccolti dalla popolazione per riscattare le proprietà statali messe in vendita, in modo che andassero non agli oligarchi, ma al popolo. “Le persone sono in schiavitù economica nei confronti degli oligarchi, e poi vengono gettate nella spazzatura con una pensione di 100 dollari”.

Quando tutte le le azioni di MMM furono vendute, la società richiese un’ulteriore emissione, ma il Ministero delle finanze disse di no. Quindi Mavrodi introdusse le “banconote MMM” simili al “chervonets” sovietico, la banconota da 10 rubli, solo che al posto dell’effigie di Lenin recava quella di Mavrodi.

Non era un valore mobiliare, era essenzialmente solo un pezzo di carta, il cui valore si basava su una promessa di Mavrodi che valesse qualcosa. Tutto ciò era una grande illusione.

Passo 3: La corsa per il Parlamento

La colpevolezza di Mavrodi non poté essere immediatamente dimostrata. Le prime accuse gli furono mosse nell’agosto 1994. E non per frode, ma per evasione fiscale. “Quali tasse? Se le autorità affermano che questa è una piramide, ho la colpa di non aver condiviso la truffa con loro? Ma hanno un po’ di sale in zucca?”, disse il fondatore della MMM.

Fu arrestato, ma, mentre era in custodia cautelare, riuscì a candidarsi alla carica di deputato alla Duma e fu eletto alla grande: gli investitori della piramide volevano riavere i loro soldi e votarono i massa per lui. Quindi ebbe l’immunità parlamentare e dalla cella andò direttamente alla Duma. Ma Mavrodi non si presentava mai in aula e un anno dopo fu privato della sua carica. Fece perdere le tracce di sé. Ripresa l’indagine sulla “MMM”, Mavrodi fu inserito nella lista dei ricercati internazionali.

Lo arrestarono nel gennaio 2003, in un appartamento in affitto a Mosca, dove si nascondeva. Per tutto questo tempo, il suo servizio di sicurezza gli aveva portato abiti e cibo, e lui stesso aveva registrato in un’isola caraibica, con un nome fittizio, Stock Generation, una borsa virtuale di titoli azionari, che altro non era se non un nuovo Schema di Ponzi.

Mavrodi fu condannato a 4 anni e 6 anni e quasi immediatamente fu rilasciato, poiché a quel tempo li aveva già scontati durante la carcerazione preventiva (il truffatore Bernard Madoff due anni dopo ricevette 150 anni di prigione per aver organizzato una piramide simile in America).

Passo 4: L’esportazione delle piramidi

Il denaro dei depositanti non fu mai trovato. Molto probabilmente, Mavrodi lo aveva trasferito offshore. In seguito, ha continuato a creare piramidi finanziarie da esportazione: ne ha aperte con uno schema simile in Sudafrica e in America Latina. All’inizio del 2017, il sito della “MMM” locale in Nigeria è diventato più popolare di Facebook. Nel 2011, scrisse a Julian Assange con una proposta di unire le forze “nella lotta contro l’ipocrita cricca finanziaria globale”.

Più di 50 persone sono morte per il crac della MMM: si sono tolto la vita quando hanno capito che nessuno avrebbe restituito loro nulla. Ma Mavrodi non se ne crucciava troppo: “Dicono ‘li hai ingannati; non sapevano cosa stavano facendo’. Ma erano adulti e capaci di intedere e di volere!”, ha commentato.

“Il più grande truffatore degli anni Novanta” è morto nel marzo 2018 per un attacco cardiaco, all’età di 62 anni. “Sapete che nessuno [dei parenti] voleva occuparsi del suo corpo dopo la morte?”, ha detto uno degli ex dipendenti di Mavrodi. Suo fratello si rifiutò di seppellire Mavrodi accanto ai genitori. Alla fine furono alcuni ex investitori truffati della MMM a fare una colletta per pagare il funerale.


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