Cinque casi in cui la Russia ha contribuito alla grandezza dell’America

In passato ci sono stati vari momenti cruciali in cui la Russia (o l’URSS) ha giocato carte che hanno agito a favore degli Stati Uniti

Ancora oggi le relazioni tra Mosca e Washington sono tutt’altro che idilliache. Nell’ultimo decennio la tendenza è stata poco incoraggiante: scandali di spionaggio, mutue accuse di interferenza politica, una dura diplomazia basata sul principio di “occhio per occhio”, la fine del trattato sulle armi nucleari… Insomma, in questi ultimi anni se ne sono viste di tutti i colori.

Non c’è da stupirsi se alla fine dell’estate, il vice ministro russo degli Affari Esteri abbia dichiarato che i rapporti russo-statunitensi sono “peggiorati rispetto al periodo della Guerra Fredda”. Concentrarsi sugli aspetti positivi non è facile. Ma non bisogna dimenticare che ci sono stati momenti di aiuto reciproco e collaborazione tra i due paesi.

Ecco alcuni momenti in cui la Russia (o l’URSS) ha aiutato gli Stati Uniti, intenzionalmente o no.

1/ Sostenne il Nord nella guerra civile

Nel 1862 l’Impero russo appoggiò ufficialmente a livello diplomatico il governo di Abraham Lincoln (fu l’unico Stato europeo a sostenerlo, a parte la Svizzera). “La Russia desidera soprattutto il mantenimento dell'Unione Americana come nazione indivisibile”, scrisse l’allora ministro degli Esteri Aleksandr Gorchakov al segretario dell'ambasciata americana. Inoltre, la Russia inviò due flotte di sei navi da guerra ciascuna per pattugliare le acque intorno a New York e a San Francisco.

2/ Vendette l’Alaska

L'Alaska si rivelò una vera e propria miniera d'oro per gli americani: nel 1867 gli Stati Uniti la comprarono alla Russia per la misera cifra di 7,2 milioni di dollari. Vent’anni dopo scoprirono in quel territorio vaste riserve auree. La corsa all'oro alla fine dell’Ottocento, inizio Novecento, iniettò nell'economia americana centinaia di milioni di dollari, mentre la Russia si mordeva le mani.

Perché la Russia decise di vendere l'Alaska a Washington? In breve: era troppo costoso e difficile controllare terre così lontane da Mosca, terre dove apparentemente non vi erano risorse naturali (o almeno così pensava!). Quindi liberarsene sembrava una buona idea... Fu così che l'America ottenne il suo 49° Stato, il più grande, il più freddo... e il più ricco.

3/ Inviò immigrati 

La Russia “perse” moltissimi figli a seguito del terribile caos e dello spargimento di sangue avvenuti XX secolo. Un fenomeno migratorio che arricchì soprattutto la scienza e la cultura statunitensi. 

Migliaia di persone lasciarono il proprio paese per via del pogrom anti-ebreo alla fine del XIX secolo, inizio XX secolo. Gli emigrati si stabilirono negli Stati Uniti e lì misero su famiglia ed ebbero figli. Nacquero persone come Steven Spielberg, Bob Dylan, Harrison Ford, David Duchovny, Gwyneth Paltrow: tutti discendenti di ebrei emigrati provenienti dall’Impero russo. 

Subito dopo lo scoppio della Rivoluzione del 1917 e la salita al potere dei bolscevichi, gli Stati Uniti e l’Europa accolsero moltissimi immigrati russi, decisi a non voler vivere sotto il nuovo regime. Lo scrittore Vladimir Nabokov, l’ingegnere Vladimir Zworykin (uno degli inventori della televisione), il progettista di aerei Igor Sikorski, il compositore Sergej Rakhmaninov…

Persone esiliate che da un lato soffrivano la lontananza dalla propria terra natale, e dall’altro si assimilarono ai valori statunitensi, approfittando delle nuove opportunità che offriva quel paese. 

4/ Il contributo durante la Seconda guerra mondiale 

Nella Seconda guerra mondiale, gli Alleati, che prima del conflitto si odiavano a vicenda, si ritrovarono ad affrontare il male comune della Germania nazista. Decisero quindi di unirsi e combattere insieme per difendere il futuro dell’umanità. A soffrire le perdite maggiori fu l’URSS (26,6 milioni di morti secondo le statistiche ufficiali, rispetto alle 405.000 vittime americane).

Cosa sarebbe successo se l'URSS non fosse scesa in campo contro la Germania? Anche se la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e i loro alleati fossero in qualche modo riusciti a vincere, la vittoria sarebbe arrivata a un costo molto difficile da stimare. Ecco perché i russi si arrabbiano così tanto quando sentono qualcuno sottovalutare il contributo sovietico alla vittoria nella Seconda guerra mondiale.

5/ Lo scontro nella Guerra fredda

Fu durante lo scontro con l’URSS - tra gli anni Quaranta e Ottanta - che gli USA divennero una super potenza. E mentre la corsa agli armamenti nucleari ha messo a rischio l’intera umanità, la sfida che l’URSS rappresentava per Washington ha permesso agli Stati Uniti di progredire in ogni campo:  militare, economico, culturale e scientifico. Rispondendo alla domanda “Perché è stata creata la NASA”, gli astronauti americani rispondono: “Per battere i russi!”. E hanno ragione: la corsa allo spazio e il braccio di ferro con Mosca ha alimentato nell'umanità il desiderio di esplorare l'universo.

Inoltre, il pericolo proveniente dall'Est ha fatto sì che i paesi capitalisti occidentali (soprattutto quelli europei) si unissero dietro uno scudo di sicurezza. E Washington, con la sua enorme capacità militare, ha giocato il ruolo di tale scudo, creando il blocco NATO. Dopo il crollo dell'URSS e del suo blocco socialista, la NATO affrontò una crisi esistenziale. Oggi, senza nemici evidenti, il significato di blocco militare sta diventando sempre più vago e difficile da giustificare, mentre i suoi leader continuano a litigare su chi deve quanto a chi. Forse il modo in cui ancora oggi la Russia viene talvolta rappresentata come il male assoluto in Occidente non è altro che il riflesso di una certa nostalgia per i bei tempi andati.

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