Dalla Russia si può davvero vedere l'Alaska?

Sergej Frolov/Global Look Press
Esiste un luogo sulla Terra dove i due stati, USA e Russia, sono letteralmente a un tiro di schioppo l'uno dall'altro...

“C’è una striscia di terra (oggi Capo Dezhnev, ndr) che sporge sul mare, abitata da ciukci. Di fronte, ci sono delle isole i cui abitanti sono chiamati ‘dentoni’ perché hanno l'usanza di infilarsi due grandi denti d’osso tra le labbra….”.

Con queste parole l’esploratore russo Semyon Dezhnev descrisse lo Stretto di Bering, scoperto da lui stesso nel 1648 durante una spedizione in Estremo oriente russo, ben 80 anni prima della “scoperta ufficiale” di Vitus Bering, navigatore russo di origine danese.

Lo Stretto di Bering è largo meno di 90 chilometri, e le sue acque racchiudono un gruppo di isole, chiamate Isole Diomede da Vitus Bering in onore di San Diomede. Si tratta dell'isola di Grande Diomede, appartenente alla Russia e conosciuta come isola Ratmanov, di circa 10 km quadrati, e l'isola Piccola Diomede, appartenente al territorio dell'Alaska, nota in Russia come isola Kruzenshtern, di circa 5 km quadrati. La distanza tra queste due isole è di soli 4.160 metri.

Quindi, per tutti coloro che si chiedono se dalla Russia si può vedere l’Alaska… ebbene, la risposta è sì! 

L'isola di domani e l'isola di ieri 

Da quando la Russia ha venduto l'Alaska agli Stati Uniti, nel 1867, i paesi hanno delimitato la linea di confine sull’acqua, tra le due isole Diomede. È interessante notare che per le popolazioni locali ciukci e gli eschimesi, i viaggi tra le due isole sono esenti da visto dal 1989. Ma la maggior parte della popolazione che prima viveva sull'isola di Ratmanov si è trasferita sul continente, lasciando sull’isola solo un desolato posto di frontiera russa. Mentre sull'isola di Kruzenshtern (Piccola Diomede), la popolazione eschimese è composta da sole 100 persone.

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Sorprendentemente, passando da un’isola all’altra, non solo si attraversa il confine tra i due paesi, ma si supera anche la Linea internazionale del cambio di data (una linea immaginaria sulla superficie terrestre, istituita nel 1884, che segue in gran parte il 180º meridiano: ogni nuova data comincia a essere contata a partire dal versante occidentale di essa, attraversando poi i diversi fusi orari da est verso ovest). E così l’isola Grande Diomede “vive” 21 ore più avanti rispetto alla Piccola Diomede (20 ore in estate).

Ciò significa che quando sulla Piccola Diomede (USA) sono le 9 di lunedì mattina, sulla Grande Diomede (Russia) sono le 18 di martedì! Per questo motivo le isole sono state soprannominate “l’isola di domani” (Grande Diomede) e “l’isola di ieri” (Piccola Diomede). 

Ma, così come scrisse Peter Iseman nel 1988, la popolazione locale sembra essere del tutto indifferente "al confine stabilito dall'uomo bianco e alla sua altrettanto faziosa linea del cambio di data". 

“Andiamo a caccia oggi - recita un detto di chi vive sulla Piccola Diomede - Uccideremo la bestia domani e la mangiamo ieri".

La guerra fredda

Per gli abitanti del continente è vietato viaggiare tra le isole. Ma nel 1987, nonostante il divieto, l’atleta Lynne Cox, allora 30enne, ha attraversato a nuoto lo Stretto di Bering. Cox era già una celebre nuotatrice: nel 1975, all'età di 18 anni, aveva attraversato a nuoto lo Stretto di Cook, in Nuova Zelanda, percorrendo 23 km in poco più di 12 ore.

Ma le condizioni nello Stretto di Bering erano completamente diverse: l'acqua non superava i 6-7°C. Nonostante ciò, Cox dimostrò di possedere circa il 36% del grasso corporeo, rispetto al 18-25% di una donna media, che la isolava come una foca… ed è riuscita ad attraversare a nuoto i 4.160 metri che separano le isole in 2 ore e 6 minuti!  

Dopo aver completato la traversata, Lynne Cox dichiarò grande entusiasmo per l'aiuto ricevuto dall'URSS. "È stato meraviglioso ricevere l'aiuto dei sovietici per raggiungere la riva", ha detto.

In URSS, Lynne Cox divenne per un breve periodo una specie di celebrità. Fu persino elogiata dal presidente Mikhail Gorbaciov (in quel momento, la Guerra Fredda stava per finire). Durante la firma di un trattato sulle armi nucleari a Washington, Gorbaciov disse: "Con il suo coraggio ha dimostrato quanto i nostri popoli vivano vicini l'uno all'altro".

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