Durante la Seconda guerra mondiale i prigionieri dei gulag furono impiegati per costruire ferrovie e campi d’aviazione, per raccogliere legname e carbone, per produrre beni e materiali necessari per l’Armata Rossa. Tuttavia fra di loro vi erano anche detenuti ai quali venivano concesse armi per andare a combattere il nemico sui campi di battaglia
In un primo momento non si pensava assolutamente di liberare i prigionieri dei gulag per arruolarli nell’esercito. Ma quando le sconfitte si fecero più frequenti e le perdite più disastrose, il Cremlino cambiò idea. Era l’anno 1941
E così i detenuti sui quali non pesavano crimini gravi avevano la possibilità di barattare la prigionia con l’uniforme e di essere reclutati dall’Armata Rossa e dalla Marina. Un’opzione che non veniva data a coloro che erano accusati di banditismo o di essere “nemici del popolo”
Non vi erano unità speciali per gli ex prigionieri dei gulag: i detenuti venivano spediti tra le fila dei soldati comuni
Nel 1941, oltre 420.000 soldati furono mandati in guerra; a questi si aggiunsero altri 157.000 uomini tra il 1942 e il 1943. Durante l’intero periodo della Seconda guerra mondiale, quasi un milioni di prigionieri dei gulag si unirono alle fila dell’Armata rossa
In molti casi i detenuti dimostravano un gran entusiasmo davanti all’idea di partire per la guerra: ad alimentare questo sentimento non erano solo il patriottismo e l’odio verso il nemico: indossare la divisa militare significava sfuggire alla fame e agli stenti a cui erano sottoposti i prigionieri nei Gulag
Gli ex detenuti si ritrovarono così a combattere con coraggio e orgoglio. L’ufficiale di artiglieria Evgenij Vesnik ricorda: “Quei criminali hanno combattuto come nessuno prima di allora. Perché? Perché venivano trattati come esseri umani”
Non a caso molti di loro furono lodati e premiati dai loro comandanti. Alcuni furono addirittura insigniti del titolo di Eroi dell’Unione Sovietica. L’ex detenuto Aleksej Otstavnov, ad esempio, ottenne addirittura il grado di tenente e il più alto riconoscimento militare per le eroiche gesta compiute durante l’attraversamento del Dnepr nel 1943
Il detenuto più famoso ad aver ottenuto il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica fu Aleksandr Matrosov, che si sacrificò nel tentativo di fermare una mitragliatrice tedesca. Nell’Unione Sovietica e nella Russia moderna il suo nome è sinonimo di eroismo. Ma ben pochi sanno che si unì all’esercito direttamente dal gulag, dove stava scontando una pena con l’accusa di rapina
Ma non tutti i prigionieri dei gulag desideravano combattere per la patria: alcuni di loro si consideravano infatti nemici del regime sovietico e per questo si dicevano pronti a stare dalla parte dei Terzo Reich. I servizi segreti tedeschi fecero leva su questi sentimenti nel tentativo di causare delle rivolte nei campi di prigionia. Ma ogni tentativo finì in fallimento
Al termine della guerra, buona parte degli ex detenuti ha iniziato una nuova vita da zero
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