La Zaporozhets è stata una delle auto più popolari ed economiche mai disegnate in Unione Sovietica. Angusta e rumorosa, era comunque in grado di avanzare anche sui terreni più sconnessi
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Ispirata all’italiana Fiat 600, la Zaporozhets era a trazione posteriore, così come buona parte delle auto progettate negli anni Cinquanta e Sessanta
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Le dimensioni ridotte di questa automobile facevano sì che fosse necessario caricare pacchi e valigie… sul tettuccio della macchina, accuratamente legati per evitare che volassero via! C’è da dire che la Zaporozhets era in grado di sopportare ingenti carichi
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In molti casi però i pregi dell’auto dovevano fare i conti con i difetti: il motore, ad esempio, aveva difficoltà ad avviarsi durante i rigidi inverni russi. In estate poi si surriscaldava facilmente
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Un altro problema era rappresentato dal sistema di frenata della vettura, spesso inaffidabile e pericoloso
I modelli Jalta e Eliette, creati per l’esportazione, erano invece ben più precisi e facili da guidare
Aleksej Krasovskij/TASS
Queste vetture sono state vendute in Bulgaria, Ungheria, Finlandia e a Cuba
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Per via del design molto criticato, i modelli di questa autovettura hanno dovuto sopportare nomignoli ben poco eleganti come “gobba”, “grandi orecchie” e “saponetta”. Nikita Khrushchev era solito chiamare questa macchina “barattolo di latta”
Boris Kavashkin/TASS
Al di là dei suoi difetti, la Zaporozhets è una delle auto più popolari di fabbricazione sovietica. Il suo prezzo economico ha giocato un ruolo fondamentale nella diffusione di questo modello
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La macchina costava infatti quasi la metà della Zhigulì e un terzo della Volga
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Negli anni Novanta la Zaporozhets era spesso al centro delle barzellette russe. Molte storielle divertenti iniziavano così: “Una goffa Zaporozhets si schianta contro una Mercedes-Benz…”
Reuters