Nel primo quarto del XVIII secolo, Russia e Svezia combatterono una guerra sanguinosa che ridefinì per secoli gli equilibri di potere nell’Europa settentrionale. Gli storici sottolineano spesso che il momento cruciale della Grande Guerra del Nord (1700-1721) fu la Battaglia di Poltava (1709) quando l’esercito russo schiacciò gli svedesi. Ma questa è solo metà della storia. La Svezia era anche una superpotenza navale e la Russia doveva distruggerla anche per mare per ottenere la vittoria completa.
Lo zar Pietro I passò molti anni a costruire la Marina russa quasi da zero, e nel 1714 raccolse i benefici nella battaglia di Gangut (Penisola di Hanko, nell’attuale Finlandia). Una ventina di galee russe attaccarono la flotta svedese composta da una dozzina di navi, tra cui un pram, che è una pesante nave da guerra a fondo piatto nota per la sua potente artiglieria.
Comandando personalmente l’attacco, Pietro sfruttò abilmente il tempo e il fatto che gli svedesi avessero scelto di dividere le loro forze. I russi riuscirono ad andare all’arrembaggio e a catturare quasi tutte le navi nemiche.
La battaglia di Gangut fu la prima vittoria della Marina russa in mare aperto. Insieme alla Battaglia di Poltava, dette un colpo decisivo alla superpotenza svedese e garantì la vittoria russa nella Guerra del Nord.
Uno degli scontri chiave della guerra russo-turca del 1768-1774, la battaglia di Chesma ha dato un contributo significativo alla vittoria finale russa in questo conflitto, e ha permesso alla Russia di mettere piede sulle coste del Mar Nero.
Mentre l’esercito russo aveva annientato gli eserciti ottomani a terra, la flotta russa sotto il comando del conte Aleksej Orlov andò a caccia del nemico nel Mar Mediterraneo.
Il 5 luglio 1770, le due flotte si incontrarono vicino alla costa occidentale della moderna Turchia (Chesma è l’attuale Çeşme). Le navi da guerra ottomane erano in numero doppio rispetto a quelle russe, ma Orlov costrinse il nemico a ritirarsi nella baia di Chesma sotto la copertura dell’artiglieria terrestre.
Qui, la Russia si aggiudicò una delle sue vittorie navali più gloriose di sempre. Dopo che le navi da guerra russe ebbero disorientato i turchi con il fuoco, diverse navi entrarono nella baia e finirono le rimanenti navi nemiche.
La flotta ottomana subì una disastrosa sconfitta, perdendo oltre 30 navi: fregate e galee, oltre a 32 navi minori. Le perdite russe furono minuscole: un vascello e 4 altre imbarcazioni.
Molto prima che la guerra di Crimea (1853-1856) finisse in una catastrofe per la Russia, il Paese ebbe una miriade di vittorie gloriose, come la Battaglia di Sinope, l’ultimo grande impegno della storia che coinvolse le navi a vela.
Il 30 novembre 1853, la flotta russa sotto il comando dell’ammiraglio Pavel Nakhimov attaccò le navi da guerra ottomane nel porto di Sinope, nel nord della moderna Turchia. Nonostante il pesante fuoco delle navi ottomane e delle batterie di terra, i russi irruppero nella rada di Sinope e iniziarono a colpire il nemico a bruciapelo.
La vittoria fu completa, con gli ottomani che persero quasi tutte le navi a Sinope (sette fregate e quattro corvette). Anche il comandante nemico, Patrona Osman Pasha, fu fatto prigioniero. Solo una corvetta riuscì a fuggire.
Per quanto riguarda i russi, non persero neanche una nave, anche se molte rimasero seriamente danneggiate.
Il trionfo a Sinope, tuttavia, ebbe conseguenze negative per la Russia. La Gran Bretagna e la Francia rimasero scioccate dal “Massacro di Sinope”, come chiamarono la battaglia, e decisero di entrare in guerra contro la Russia a sostegno degli Ottomani.
Cinque vittorie militari che hanno segnato il destino della Russia
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