I migliori aneddoti sui Romanov, la dinastia che ha segnato la storia russa

Museo Statale Russo; Freepik
Hanno governato la Russia per circa trecento anni e sono stati adorati, temuti ed odiati dal popolo. Nel corso dei secoli, si sono diffuse molte notizie curiose, alcune vere, altre solo verosimili, ma tutte significative

Quando si tratta di aneddoti storici, è sempre difficile distinguere tra verità e finzione. Il genere è troppo particolare: mescola fatti e congetture, quello che è realmente accaduto con quello che sarebbe potuto accadere. Tuttavia, queste battute e questi racconti riflettono spesso l’immagine pubblica delle figure storiche e danno un’impressione abbastanza veritiera di ciò che la gente pensava dei governanti.

Quindi, benvenuti nel mondo dei Romanov – gloriosi o patetici, astuti o ingenui – visti con gli occhi dei loro contemporanei russi.

Pietro I (1682-1725)

Pietro il Grande, che fondò San Pietroburgo, sconfisse la Svezia e trasformò la Russia in un potente Impero europeo, aveva la fama di essere duro, spietato e molto intelligente. Vari aneddoti sostengono che lui, un uomo dai molti talenti, passeggiasse per la città in abiti da comune cittadino per sapere meglio come vivevano i suoi sudditi. Un aneddoto racconta quanto segue:

Una volta, Pietro il Grande stava girando in città in incognito, entrò in un kabak (una locanda) e si mise a bere birra con un soldato, che aveva impegnato la sua spada. Disse a Pietro, che considerava un avventore qualsiasi: “Metto un bastone di legno nel fodero e nessuno se ne accorgerà… e poi la riscatterò quando avrò soldi.”
Il giorno dopo, a una parata militare, Pietro (presente pubblicamente come imperatore), nota il soldato, si ferma da lui e ordina: “Colpiscimi con la tua spada!” Il soldato, pallido di paura, inizia a tremare. L’imperatore ripete: “Fallo! O ti impicco!”. Così il soldato afferra l’elsa della spada di legno e urla: “Dio del cielo, fai un miracolo, trasforma l’arma in un bastone!”, e sferra il colpo. Ovviamente il bastone si spezza, lasciando l’imperatore sano e salvo. Tutti sono scioccati, un sacerdote grida al miracolo: “Dio ha salvato l’Imperatore!”
Pietro ridacchia, sussurra al soldato: “Sei proprio un furbo figlio di buona donna, eh?” E lo fa entrare all’accademia navale, ma dopo cinque giorni di prigione “per il fodero sporco”.

Paolo I (1796-1801)

Si credeva che questo imperatore fosse un fan della disciplina in stile tedesco, molto severo. Un aneddoto crudele lo dimostra:

Uno squadrone di cavalleria si ferma in un villaggio russo. Si scopre che non c’è fieno per nutrire i cavalli, tranne che nella casa di un mercante, che però è pronto a venderlo solo a un prezzo molto alto. Il capitano della squadriglia, dà l’ordine di espropriare il fieno e brontola “Quel mercante merita la corda!” I soldati prendono il suo ordine alla lettera e impiccano il mercante. Il capitano fa rapporto del triste incidente. Presto, Paolo I pubblica un decreto: con il quale per lo stupido ordine impartito degrada il capitano. Ma subito dopo emana un secondo decreto, con il quale lo eleva al grado di maggiore, poiché “ha stabilito una disciplina così eccellente che anche il più stupido dei suoi ordini viene adempiuto immediatamente”.

Alessandro I (1801-1825)

Il figlio di Paolo, Alessandro divenne una vero mito in tutta Europa dopo aver sconfitto Napoleone nel 1812. C’è un aneddoto legato a questo:

Proprio prima di dichiarare guerra nel 1812, Napoleone inviò il suo ambasciatore in Russia, il Conte di Caulaincourt, con una lettera in cui affermava: “La Francia è pacifica come non mai, non aumenterà il numero delle sue truppe”. Caulaincourt andò da Alessandro per convincerlo di ciò.
A quel tempo, l’imperatore sapeva già che Napoleone si stava preparando per la guerra. Così rispose al diplomatico: “Monsieur Ambassador, contraddice ogni informazione che ho, ma se lei dice che ci crede, cambierò idea, per quanto le credo.”
Imbarazzato, Caulaincourt non ebbe niente da rispondere: si alzò in piedi, fece un inchino e lasciò la stanza.

Nicola I (1825-1855)

Nicola era un uomo severo, e governò l’Impero con il pugno di ferro. Il poeta Aleksandr Pushkin disse di lui: “Ha molto del soldato e solo un po’ di Pietro il Grande nella sua anima”. Tuttavia, a volte Nicola sapeva essere davvero spiritoso:

Una volta alcuni paggetti giocavano nella sala del trono, pensando che non ci fosse nessuno. All’improvviso, Nicola apparve e ne afferrò uno, che si era appena seduto sul suo trono, per l’orecchio. Inorridito, il ragazzo si aspettava una severa punizione, ma l’imperatore sorrise: “Ehi, ragazzo, credimi, sedere su questa sedia è molto meno divertente di quanto pensi”.

***

Un soldato ubriaco iniziò a imprecare in un kabak, proprio accanto a un ritratto di Nicola. Quando gli fu detto “Falla finita, quello è il volto dell’imperatore!” gridò: “Al diavolo l’imperatore! Gli sputo addosso!”. Dopo di che, si addormentò e fu arrestato. Quando Nicola I sentì la storia, disse: “Dite al soldato che gli sputo anche io. E lasciatelo andare. E smettetela di appendere i miei ritratti nelle bettole”.
(C’è una versione di questo aneddoto che attribuisce la cosa ad Alessandro III).

***

Infuriato con la corruzione che si diffondeva in tutta la Russia, Nicola I una volta disse al suo erede: “A volte penso che ci siano solo due persone nell’Impero che non rubano. Io e te!”

Alessandro II (1855-1881)

Si dice che questo imperatore, famoso per aver abolito la servitù della gleba nel 1861, abbia detto: “Non è difficile governare la Russia, ma è assolutamente inutile.” Il suo umorismo era piuttosto nero, in generale.

Durante una visita in una piccola città russa, Alessandro II decise di andare in una chiesa dove si svolgeva un’importante funzione. L’edificio sacro era molto affollato e il capo della polizia locale si precipitò davanti all’imperatore, spingendo la folla per spianare la strada a Sua Maestà. “Con rispetto! Con riverenza!”, gridava il poliziotto, menando pugni a destra e a manca. L’imperatore, ascoltando le parole del capo della polizia, rise e disse che ora aveva una certa comprensione di come la reverenza e il rispetto fossero insegnati in Russia.

Alessandro III (1881-1894)

Alessandro III era spesso definito un vero uomo russo: un gigante atletico con una barba enorme. Tuttavia, come molti dei Romanov, aveva poco sangue russo che scorreva nelle sue vene:

Una volta Alessandro III chiese in privato a uno storico le sue origini:
– Chi era il padre di Paolo I? [La madre di Paolo, Caterina la Grande, era in pessimi rapporti con il marito, quindi si era diffusa la voce che il padre biologico di Paolo potesse essere stato uno dei suoi favoriti di corte].
– Non posso nascondervelo, Maestà… Ci sono voci che il vostro bis-bisnonno fosse il conte Saltykov.
– Grazie a Dio! Spero sia vero! In questo caso, ho un po’ di sangue russo!

Lo zar Nicola II era davvero uno degli uomini più ricchi della storia? 

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