1. Olanda–Unione Sovietica 2-0 (25 giugno 1988; Finale del Campionato Europeo, Monaco di Baviera)
Dopo aver battuto l’Olanda 1-0 nelle fasi a gironi, ed essersi sbarazzati dell’Italia con un 2-0 in semifinale, sembrava che gli uomini di Valerij Lobanovskij potessero ripetere i fasti del 1960, quando alzarono la coppa. Ma nonostante partisse da favorita, la squadra sovietica dovette piegare il capo al trio olandese formato da Marco van Basten, Frank Rijkaard e Ruud Gullit (tutti milanisti). Ci fu anche lo zampino della sfortuna: Gennadij Litovchenko si fece neutralizzare dal portiere olandese Hans van Breukelen un rigore, mentre van Basten riuscì a segnare uno dei gol al volo più belli di tutti i tempi. A volte non è proprio giornata.
2. Unione Sovietica–Brasile 2-1 (1º ottobre 1988; Giochi olimpici, medaglia d’oro, Seoul)
L’Unione Sovietica aveva vinto il suo primo oro olimpico nel calcio a Melbourne nel 1956, battendo in finale 1-0 la Jugoslavia. Dopo tre bronzi olimpici (1972, 1976, 1980) la nazionale olimpica sovietica arrivò in Corea del Sud e dette una prova di forza, eliminando con un 3-2 l’Italia in semifinale e sconfiggendo in finale per 2-1 un Brasile pieno di future stelle, tra cui Romario, che segnò il gol del momentaneo vantaggio e Taffarel, che avrebbe a lungo difeso la porta del Parma e che avrebbe ipnotizzato i rigoristi italiani nella finale del Mondiale 1994 a Pasadena. A decidere l’incontro, il pallonetto furbo di Jurij Savitchev nei tempi supplementari. Questo fu l’ultimo trofeo della squadra prima della sua dissoluzione, che seguì quella del Paese il 25 dicembre del 1991.
3. Unione Sovietica–Camerun 4-0 (18 giugno 1990, Coppa del Mondo, girone eliminatorio, Bari)
L’ultima partita dell’Unione Sovietica in un grande torneo fu ormai ininfluente, viste le precedenti sconfitte con Romania e Argentina, ma, quantomeno, i giocatori salvarono la faccia. Il Camerun, allenato dal russo Valerij Nepomnjashchij, aveva già fatto abbastanza (sconfiggendo anche l’Argentina di Maradona 1-0 nella partita inaugurale del torneo) per assicurarsi un posto agli ottavi, mentre l’Urss era già fuori. Nepomnjashchij schierò quindi una formazione (sospettosamente) rimaneggiata, senza la stella Roger Milla. L’Urss vise 4-0 ma, ciononostante, finì ultima nel suo gruppo. Un finale mesto per l’ultimo torneo internazionale. Nel 1992, agli Europei, avrebbe partecipato già come Comunità degli Stati Indipendenti.
4. Olanda–Russia 1-3 (21 giugno 2008, Campionato europeo, quarti di finale, Basilea)
Il calcio russo ha avuto un periodo terribile dopo il crollo dell’Urss. Il movimento era indebolito dalla crisi economica degli anni Novanta e non poteva più attingere alla ricca tradizione di campioni ucraini e degli altri Paesi che in precedenza formavano l’Urss. Ma nel 2008 gli anni cupi sembrarono improvvisamente essere finiti quando la squadra russa sconfisse una formazione olandese che includeva Wesley Sneijder, Ruud van Nistelrooy e Robin van Persie.
Nonostante il gol del momentaneo pareggio di Van Nistelrooy, la Russia si conquistò un posto in semifinale grazie ai gol ai supplementari di Andrej Arshavin e Dmitrij Torbinski. Questo risultato inaspettato, che è considerato una delle più grandi vittorie russe del periodo post sovietico, mandò i tifosi in delirio, con oltre mezzo milione di persone che si riversarono per le strade di Mosca a festeggiare. La sbornaja (“selezione”, così viene di solito chiamata la nazionale) perse poi 3-0 contro un’incredibile Spagna (che aveva eliminato l’Italia ai rigori ai quarti e si sarebbe laureata campione), ma non importa. I calciatori russi resero la nazione orgogliosa di loro per la prima volta dopo molti anni. La vittoria propiziò anche il trasferimento in Inghilterra di Arshavin, Roman Pavljuchenko, Jurij Zhirkov e Dinijar Biljaletdinov. Erano giorni felici.
5. Galles 3-0 Russia (20 giugno 2016, Campionato europeo, girone eliminatorio, Tolosa)
Euro 2016 è stato un torneo da dimenticare per la Russia. Come se gli scandali provocati dai giocatori e le intemperanze degli hooligan non fossero bastate, la nazionale non riuscì a conquistare neanche una vittoria, ottenendo solo un punto in zona Cesarini contro l’Inghilterra. Il Galles, considerato un avversario debole, nonostante le stelle Aaron Ramsey e Gareth Bale, fece vedere i sorci verdi agli uomini del ct Leonid Slutskij, che in conferenza stampa definì poi la sua squadra, senza giri di parole, “una merda”.
Questa è stata più di una prestazione scioccante da parte della Russia: è stato un bagno di umiltà e un ritorno alla realtà. Si pensava di poter ripetere la buona prestazione del 2008 (nel 2012 la squadra era uscita al girone eliminatorio, ma senza sfigurare), invece le prestazioni furono imbarazzanti. Per questo da allora i russi lavorano per evitare di essere imbarazzanti nel mondiale che giocano quest’anno da padroni di casa.
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