Il più grande spadaccino e mitomane della nobiltà russa

Questo membro della Guardia imperiale russa combatté contro Napoleone, sposò una zingara e venne cacciato a pedate da un’importante spedizione. È il conte Fedor Tolstoj, che si guadagnò il soprannome di “americano”, anche se la visita negli Stati Uniti se l’era inventata di sana pianta

Il conte Fedor Tolstoj (1782-1846) fu un personaggio unico per molti aspetti: fu l’unico nobile ad avere tatuaggi, e l’unico nobile che sposò una zingara. In più fu un duellista e un imbroglione senza pari. Ma ciò che lo rese ancora più celebre erano le sue storie stravaganti: amava parlare di sé, anche inventando aneddoti in cui era protagonista. E del resto, anche se si vantava di essere chiamato “l'americano”, Tolstoj mentì riguardo alla sua visita al continente Nordamericano. 

Cacciato dalla delegazione in Giappone

Fedor Tolstoj nacque da un ramo povero della famiglia e perciò, per avere una carriera, fu costretto ad arruolarsi nel corpo dei Cadetti della marina. Lì, il giovane conte, solido e furbo, imparò a tirar di spada e a sparare, entrambe abilità che, più tardi, lo faranno diventare un temibile avversario nei duelli. Nel 1797 cominciò il suo servizio nel reggimento imperiale Preobrazhenskij.

Il conte Fedor Tolstoj da giovane

“Non gli piaceva obbedire e non era nemmeno tagliato per farlo”, scrisse sua figlia. In quegli anni di servizio figurava tra i ruffiani più impudenti, fu mandato per due volte come punizione nella guarnigione del reggimento. “Tutto ciò che facevano gli altri, lui lo faceva dieci volte più grande”, ricordò il suo amico Faddej Bulgarin.

La totale mancanza di scrupoli spinse Tolstoj ad aggiungersi all’equipaggio che compì la prima circumnavigazione russa, guidato da Ivan Kruzenshtern. Con loro c’era anche Nikolaj Rezanov, inviato imperiale la cui missione era di stabilire relazioni diplomatiche tra Russia e Giappone. Durante il viaggio, però, Kruzenshtern e Rezanov ebbero un litigio. Tolstoj era un “cavaliere dell’ambasciata” subordinato a Rezanov, ma in quanto membro del Corpo dei Cadetti navali si alleò con Kruzenshtern, mettendo in ridicolo l’iroso Rezanov. Una mossa che gli costò molto caro. Quando la spedizione raggiunse la Kamchatka, prima di arrivare in Giappone, il conte 22enne venne lasciato sulla riva “per condotta turbolenta”. Era il 26 agosto 1804. 

Il conte e i tatuaggi

Per tornare a San Pietroburgo, Tolstoj fu obbligato ad andare, in primo luogo, a Okhotsk, dove arrivò nel gennaio 1805. In seguito raccontò agli amici che tra l’agosto del 1804 e il gennaio 1805 aveva visitato le isole Aleutine e l’Alaska russa (è per questo che venne soprannominato “americano”). Mikhail Filin, il suo biografo, ha dimostrato però che il suo viaggio americano era tutto un’invenzione. Non poteva avere avuto il tempo materiale per attraversare l’oceano e tornare indietro in soli quattro mesi.

Fedor Tolstoj disegnato da Aleksandr Pushkin

Ma aveva un alibi incredibile: il suo intero corpo era tatuato. Mentre era in Alaska, raccontò, aveva visitato la tribù Tlingit che gli offrì di diventare il suo re, e per questo decorò il suo corpo. In realtà i tatuaggi vennero fatti durante una sosta di dieci giorni nelle isole Marchesi. Divenne, così, l’unico aristocratico russo tatuato della storia (lo facevano i marinai, non i nobili). Sua nipote ricordò poi che, al momento in cui ritrovò i suoi amici, il conte mostrò i tatuaggi: “un grande uccello multicolore” sul petto, serpenti e disegni tribali sulle braccia. “Le donne sussultarono senza sosta. Poi, gli uomini lo portarono al piano di sopra, dove lo spogliarono completamente ed esaminarono tutto il suo corpo da testa a piedi”.

Cosa c’era poi di così speciale nei tatuaggi di un aristocratico? In Russia quelle erano cose da carcerati, spesso “marchiati” come il bestiame come forma di punizione. Per un aristocratico erano del tutto inappropriati. Tatuandosi, Tolstoj aveva sfidato un’altra convenzione sociale del suo tempo.

Era bravissimo a promuovere e far crescere la sua leggenda. Da qualche parte, nell’Estremo oriente, aveva comprato vestiti aleutini e li indossava a casa. Per non parlare della sua stanza, decorata con armi indigene. Ma “americano” e “aleutino” non erano le uniche nazionalità di Tolstoj. Era anche uno “zingaro”. 

Il nobile zingaro

Cantanti, ballerini e musicisti zigani erano spesso una forma di divertimento d’élite per la nobiltà. Tolstoj sorprese tutti sposando davvero una di loro, Avdotija Tugaeva.

Il loro rapporto cominciò come un semplice flirt, ma Avdotija mostrò in fretta il suo lato premuroso. Tolstoj era indebitato per una grande somma di denaro persa alle carte e non poteva onorare il suo debito. La cosa lo portò perfino a considerare l’ipotesi di togliersi la vita. Vedendo la disperazione del conte, Avdotija usò il denaro ottenuto come regalo dagli altri nobili e pagò tutti i suoi debiti. Colpito da questo gesto, Tolstoj la sposò.

Ma la loro vita fu tutt’altro che felice. Litigavano sempre, a volte vissero separati, persero otto figli per malattie varie. Nonostante ciò, Tolstoj si dimostrò un premuroso padre di famiglia e nei periodi più difficili smise di scommettere e di bere. Ebbe sempre soldi per nutrire e istruire i figli. Era molto taciturno riguardo alla sua famiglia. Teneva segreta la sua vita privata, soprattuto perché l’alta società si prendeva gioco di lui per aver sposato una donna di quel tipo. Il suo amore per Avdotija, comunque, si rivelò più forte di ogni pettegolezzo e pregiudizio. 

Il conte Fedor Tolstoj

Eroe di guerra contro Napoleone

Quando tornò a San Pietroburgo, nel 1805, venne punito con severità per le sue bravate durante la Circumnavigazione e lo mandarono al reggimento di stanza a Neishlot (ora Savonlinna, in Finlandia). L’imperatore Alessandro era adirato con lui per il trattamento riservato al suo ambasciatore in Giappone. Tre anni dopo, Tolstoj venne perdonato e combatté nella guerra russo-svedese del 1808-1809, dimostrando un coraggio straordinario. In seguito, nella guerra del 1812, divenne l’eroe della battaglia di Borodino, quando prese le redini del reggimento Ladozhskj dopo che il primo comandante era stato ucciso. Lui fu ferito a un ginocchio, ma dopo essere guarito continuò a combattere, inseguendo l’armata di Napoleone fino in Europa e tornando vittorioso a casa nel 1814. 

Il re dei duelli e delle scommesse

Amava il gioco, ma tutti sapevano che barava. “Solo gli scemi si affidano alla fortuna”, diceva. Imbrogliare a carte non era considerato un disonore per un nobile. Nel 1819, giocò con Aleksandr Pushkin: il poeta notò che stava barando e lo affrontò. Tolstoj replico: “Sì, lo so. Ma non mi piace che mi venga ricordato”. Entrambi si insultarono a vicenda. Pushkin addirittura si preparò per un duello con lui, ma per fortuna si limitarono a scambiarsi qualche salace epigramma. Alla fine Tolstoj, che era più vecchio di 17 anni, divenne amico del poeta e lo aiutò come intermediario per il matrimonio con Natalia Goncharova. Il conte era, infatti, amico della famiglia di Natalia.

Il conte Fedor Tolstoj in età adulta. Si può intravedere un tatuaggio sul polso della sua mano sinistra. Fillip Reichel, 1846

Tolstoj era noto anche come duellante e, a quanto pare, uccise oltre dieci persone. Lo scrittore Lev Tolstoj, suo cugino lontano, racconta che una volta, un amico del parente era stato sfidato a duello. Spaventato per la vita dell’amico, un pessimo tiratore, Tolstoj decise di incontrare l’avversario, lo insultò e accettò la sua sfida a duello. Il giorno dopo, all’alba, Tolstoj andò al duello e lo uccise, poi corse dall’amico per risvegliarlo: “Continua a dormire tranquillo, amico mio. Lo ho appena ucciso”.

Lui, dal canto suo, morì in tranquillità nella sua dimora a Mosca nel 1846, all’età di 64 anni. Le sue leggende, che adorava raccontare, sono durate ben più della sua vita.

 

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