Le tre peggiori tragedie sovietiche insabbiate per anni dallo Stato

Archivio statale
Terremoti e gravi esplosioni rimasero nell’ombra fino alla perestrojka. Per vari decenni nessuno seppe delle migliaia di vittime causate da queste catastrofi

Il terremoto di Ashgabat  

Il velo di segretezza che avvolgeva la maggior parte degli incidenti avvenuti in Urss è la ragione principale per la quale ancora oggi, a distanza di molti anni, si fa fatica a chiarire le dinamiche di alcuni avvenimenti. Fra queste tragedie si conta il devastante terremoto che colpì la capitale del Turkmenistan, Ashgabat, nel 1948. 

La città di Ashgabat devastata dal terremoto

Nella notte del 6 ottobre una scossa di magnitudo 7.5 fece tremare la terra. Sembra che nell’epicentro il terremoto avesse raggiunto addirittura i 10 gradi. Secondo le stime, il 98% degli edifici fu raso al suolo. Il numero di vittime fu ovviamente enorme, ma non si riuscì a calcolare esattamente l’ammontare dei morti. Le cifre variarono dai 10.000 ai 110.000 morti. Forse addirittura di più.
Secondo lo storico Shokhrat Kadirov, la maggior parte delle vittime venne sepolta viva tra le pareti di casa. “Fu una delle peggiori catastrofi registrate nel territorio dell’Impero Russo e dell’Unione Sovietica – commenta il geologo Andrej Nikonov -. Tuttavia la notizia integrale venne resa nota solo decenni più tardi”. 

Alle operazioni di soccorso parteciparono 30.000 militari. 

La prima notizia sulla catastrofe circolò il 9 ottobre con una nota concisa pubblicata sulla stampa sovietica. Il giornale Pravda riportava: “Le fabbriche, molti edifici ufficiali e la maggior parte dei luoghi residenziali di Ashgabat sono stati distrutti. Si contano numerose vittime”.

Coloro che riuscirono ad abbandonare la città furono costretti a firmare un accordo secondo il quale non avrebbero rivelato nulla. Si iniziò a parlare apertamente di questo terremoto solamente nel periodo della perestrojka, nella metà degli anni Ottanta. 

L’esplosione nelBajkonur 

Il primo lancio del missile intercontinentale sovietico R-16 dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakhstan, non ebbe esito positivo. Due minuti prima del lancio il motore del razzo si attivò per errore da solo, causando un grosso incendio. Qualche giorno prima di questo fatto, si erano registrati dei problemi nel sistema di somministrazione del combustibile, che non furono però risolti a dovere. Anche le norme di sicurezza non furono rispettate come previsto. 

L'esplosione nel cosmodromo Bajkonur, una tragedia passata alla storia come

A causa dell’incidente, la rampa di lancio venne inondata da migliaia di tonnellate di combustibile del missile. Molta gente che si trovava nel luogo dell’incidente morì sul colpo. Si calcolarono almeno 78 morti. Le telecamere installate vicino alla rampa di lancio filmarono la tragedia, immortalando immagini di uomini avvolti dalle fiamme che imploravano aiuto. 

Tra le vittime ci fu Mitrofan Nedelin, direttore delle Forze dei Missili strategici e comandante di artiglieria, giunto a Bajkonur per seguire l’importante lancio. Si dice che il suo corpo fu riconosciuto solo grazie alle medaglie affisse sulla giacca. 

Qualche giorno dopo la stampa sovietica fece sapere che il maresciallo era morto in un incidente aereo. La tragedia venne resa nota solo nel 1989. 

Il tragico fuggi fuggi dallo stadio Luzhniki  

Questa tragedia avvenne a Mosca nel 1982, durante una partita di Coppa UEFA tra lo Spartak Mosca e la Haarlem olandese. I giocatori sovietici si resero conto dell’incidente solo il giorno dopo. 

Lo stadio Luzhniki di Mosca

Era una fredda giornata invernale e ben poca gente si era recata allo stadio per seguire la partita. Per questo solo una parte dello stadio era stata aperta al pubblico. Questo settore, però, era pieno di tifosi dello Spartak. Poco prima dell’inizio del match, il pubblico iniziò ad abbandonare lo stadio. Ma vi era solamente un’uscita aperta. La folla si ammassò vicino all’uscita e una ragazza inciampò, cadendo dalle scale. Questo disordine in pochi minuti causò un fuggi fuggi disordinato. Sotto il peso della folla, una parte di scale crollò, causando varie vittime. 

In totale si calcolarono 66 morti. Altre stime parlano di addirittura 300 vittime. La maggior parte erano ragazzi di 14-19 anni. La notizia venne riportata solo da un giornale locale, che parlò di feriti e non di vittime. La verità sulla tragedia emerse solo sette anni più tardi, durante la perestrojka.

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