Elisabetta era la figlia più giovane di Pietro il Grande. Secondo le regole, avrebbe dovuto attendere fino a quando il nipote del padre, Pietro II, e la sorella maggiore Anna, avessero regnato a turno sull’impero.
Ma Pietro morì solo due anni dopo essere salito al trono e quando Anna rifiutò l’incarico, Elisabetta con ogni probabilità pensò che fosse arrivato il suo turno.
Ma il verdetto del Consiglio Supremo Segreto fu impietoso: si credeva, infatti, che Elisabetta fosse figlia illegittima. Perciò divenne zarina Anna Ioannovna, nipote di Pietro il Grande.
Elisabetta si ritrovò così isolata dalla vita politica. Ma alla morte di Anna Ioannovna, venne incoronato il pronipote di soli due mesi, generando un grosso malcontento giacché l’ultima parola sugli affari di Stato spettava ai genitori. Il padre, poi, era tedesco. E questa cosa che faceva infuriare la nobiltà russa.
Elisabetta sembrava quindi l’unica salvezza: in primo luogo era russa, e poi era figlia del grande leader, di cui promise seguirne i passi.
Con l’aiuto di alcuni ufficiali di guardia del Reggimento Preobrazhenskij, Elisabetta entrò quindi nel Palazzo d’Inverno e si proclamò imperatrice. Questo fu con ogni probabilità il golpe con meno spargimento di sangue della storia russa.
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