Immaginatevi un treno che imbocca un tunnel sulla costa russa del Pacifico, attraversa svariati chilometri di mare e riappare svariate ore più tardi nel territorio dell’Alaska. Beh, con ogni probabilità starete pensando che si tratta di un romanzo di Jules Verne. E se vi dicessimo che così non è? Nel XIX secolo, infatti, venne presa in considerazione l’idea di realizzare una ferrovia in grado di unire la Russia agli Stati Uniti. E la costruzione di questo colossale progetto venne approvata nientepopodimeno che dallo zar Nicola II all’inizio del XX secolo.
Oggi vi raccontiamo la storia di un progetto che, se fosse stato portato a termine, avrebbe probabilmente cambiato il volto del mondo.
Il 30 marzo del 1905 l’ingegnere francese M. de Lobel presentò alla Commissione tecnica delle Ferrovie dell’Impero Russo un progetto finalizzato a unire la Russia all’America attraverso il treno Trans-Alaska-Siberiano.
Così come ricorda Le Grand Quebec, fu una sessione memorabile, durante la quale vennero affrontate questioni relative alla crisi operaia, al futuro dell’industria metallurgica e alle enormi conseguenze della realizzazione di questo colossale progetto.
Prima della riunione l’ingegnere Melentiev presentò una relazione tecnica sul “sistema ferroviario sospeso”: egli prevedeva che i treni che viaggiavano verso gli Stati Uniti avrebbero raggiunto una velocità di 200 km/h in totale sicurezza.
Il sistema era stato approvato dalla commissione ferroviaria del congresso di San Luis ed era stato definito un sistema “pratico, sicuro ed economico”. Restavano da risolvere solo le questioni interne relative al finanziamento e ai risvolti sociali del progetto.
I promotori dell’iniziativa dimostrarono, attraverso vivide descrizioni, che la nuova ferrovia avrebbe rappresentato un importante fattore di avvicinamento politico ed economico tra i due Paesi, attraverso lo sviluppo di due regioni dal brillante futuro come Siberia e Alaska.
Ma non è finita qui: si prese anche in considerazione l’idea di allargare la linea ferroviaria dallo stretto di Bering a Irkutsk, e da lì fino alla frontiera tedesca. Ciò avrebbe consentito di attraversare la Russia da un capo all’altro in meno di tre giorni e, di conseguenza, il viaggio Parigi-New York sarebbe stato possibie via terra in soli nove giorni.
I primi passi del progetto
Il primo progetto per unire le coste dello stretto di Bering venne proposto nel 1890 dal primo governatore del Territorio del Colorado, William Gilpin, al fine di creare una vasta rete di treni che egli soprannominò “Ferrovia cosmopolita”. Questa rete avrebbe dovuto unire il mondo intero attravero un intreccio di binari.
Due anni più tardi, nel 1892, l’ingegnere statunitense Joseph Strauss, capo della costruzione del Golden Gate Bridge di San Francisco, presentò all’Impero russo il progetto di un ponte intercontinentale. Ma la proposta venne rifiutata.
La firma dello zar
Nell’agosto del 1906, lo zar Nicola II autorizzò la creazione di una corporazione franco-americana creata da Lobel per iniziare la costruzione della ferrovia Trans-Alaksa-Siberiana, che richiedeva la realizzazione di ponti e tunnel sullo stretto di Bering.
Il sostegno del monarca russo alla realizzazione di quest’opera faraonica venne narrato anche dalla stampa dell’epoca: il costo finale del progetto si aggirava intorno ai 300 milioni di dollari in totale.
Così come fece sapere il San Francisco Call quando venne annunciata la costruzione del progetto, il tunnel sarebbe partito dal lato americano, scavando a una profondità di 30 metri, e sarebbe arrivato fino all’isola La Grande Diomede (una delle due isole rocciose situate al centro dello Stretto di Bering, fra l'Alaska e l'estremo oriente della Russia), che apparteneva e appartiene ancora oggi alla Russia. Questo era il punto in cui si prevedeva la costruzione di una stazione dei treni che avrebbe dovuto servire i viaggiatori.
Un’idea visionaria o fattibile?
William Hood, ingegnere della compagnia Southern Pacific, criticò il progetto definendolo irrealizzabile. Egli riteneva infatti che il fondale dell’Oceano non fosse adatto alla realizzazione dell’opera. Altri invece sostenevano che il vero problema si sarebbe presentato per superare le montagne a nord-est dell’Alaska.
Perchè il tunnel non venne realizzato
Tra i motivi che hanno mandato in fumo il progetto, si è soliti citare la crisi che ha colpito la Russia dopo la sconfitta con il Giappone e la firma del trattato di Portsmouth nel settembre 1905, i movimenti rivoluzionari, la Prima guerra mondiale e la Rivoluzione russa. L’unica cosa certa è che la firma dello zar non fu sufficiente per avvicinare la Russia agli Stati Uniti.
E c’è chi va addirittura oltre: così come riporta Atlantic, lo storico americano William Engdahl, autore di Myths, Lies and Oil Wars, è convinto che gli interessi commerciali britannici crearono le condizioni per lo scoppio della Prima guerra mondiale proprio al fine di impedire la costruzione del tunnel sullo Stretto di Bering, che avrebbe potuto rappresentare una minaccia per il dominio economico dei mari esercitato dall’Impero britannico.