L’ex stella del calcio sovietico Lev Yashin (Foto: Photoshot / Vostockphoto)
Fair play, match giocati senza avversari, record senza precedenti: Rbth ripercorre i momenti salienti e le partite memorabili della nazionale di calcio russa e sovietica ai Campionati mondiali di calcio.
Un gioco onesto
Il Mondiale di calcio del 1962 in Cile è passato alla storia non soltanto per il trionfo della squadra del Brasile, in cui brillavano Vavà e Garrincha, ma per lo stupefacente fair-play di cui diede prova la squadra sovietica. Nell’ultimo match della fase a gironi i calciatori sovietici affrontarono l’Uruguay, due volte campione del mondo. A mezzora dalla fine della partita il punteggio era ancora pari (1-1), mentre la squadra dell’Uruguay assediava la porta, difesa da Lev Jashin. Una sconfitta avrebbe eliminato l’Unione Sovietica dal torneo. In uno dei contrattacchi l’attaccante Igor Chislenko, con un colpo micidiale, colpisce di lato la rete, dopo di che l’arbitro - vedendo il pallone nella porta - indica il centro. In quel momento il capitano della squadra sovietica, Igor Netto, si avvicina e spiega che si è trattato di un errore e che la palla era uscita fuori dalla porta.
Igor Netto (Foto: Imago/Legion Media)
Viktor Ponedelnik (attaccante, Campionato europeo 1960, Mondiale 1962): “Netto è sempre stato un galantuomo e un vero capitano. Ricordo perfettamente la situazione. A quel tempo non era possibile fare sostituzioni e la nostra formazione aveva giocato il terzo match di fila. Eravamo tutti molto provati. Non avevo visto quel momento del gioco, ma Netto, dopo aver consultato Chislenko, si era avvicinato all’arbitro chiedendogli di annullare il gol. Alla fine della partita mancavano 20 minuti ed eravamo molto delusi per l’annullamento del gol, tuttavia, Netto ci ha radunati a bordo campo e ci ha chiesto di “superare noi stessi”. Alla fine abbiamo vinto la partita e siamo passati ai quarti di finale.
Il gol più importante
Per quattro mondiali di fila la nazionale sovietica ha giocato ai quarti di finale, ma solo una volta si è qualificata tra le prime quattro squadre più forti. Nel 1966 il pallone di Valerij Porkujan ha regalato la semifinale alla squadra sovietica. È stato proprio un gol dell’attaccante della Dinamo a consentire all’Urss di battere la squadra stellare dell’Ungheria. Gli ungheresi avevano più chance di fare gol, ma fin dall’inizio del secondo tempo Porkujan ha messo completamente alle strette quei leggendari avversari. Risolve Galimzjan Khusainov, effettuando un efficace colpo di testa sul potente passaggio di un compagno di squadra. In semifinale i sovietici perdono con la Germania Federale.
Valerij Porkujan (Foto: AP)
Anzor Kavazashvili (portiere, bronzo ai Mondiali del 1966): "Porkujan era una delle stelle del torneo. Non per niente è stato l’unico dei nostri calciatori a finire nella squadra simbolo del torneo. Il suo gol, anche se è stato casuale, è entrato comunque nella storia".
Una decisione politica
Nel 1974 la nazionale sovietica, per la prima volta dal 1958, non ha partecipato ai Mondiali. Tuttavia, la sua assenza non fu affatto dettata da ragioni sportive. L’Urss avrebbe dovuto incontrare nel girone finale il Cile. Nel settembre 1973 a Mosca le due squadre si erano affrontate ottenendo di fatto uno 0-0. Tuttavia, la partita di ritorno non si giocò. Il generale Augusto Pinochet si era impadronito del potere e per ragioni di ordine politico la squadra sovietica non andò a Santiago. Il comitato esecutivo della Fifa respinse la possibilità di disputare la partita in campo neutro. I giocatori della squadra cilena scesero in campo e giocarono il match senza avversari, segnando tranquillamente alcuni gol nella porta vuota.
Igor Netto (Foto: Imago/Legion Media)
Oleg Blokhin, vincitore di un “Pallone d’oro” e di un bronzo ai Giochi Olimpici del 1972, 1976, ecc: “Che cosa avremmo potuto fare? Abbiamo seguito le indicazioni dei nostri dirigenti. Ricordo che c’era stata la proposta di giocare su un campo neutro, nella Repubblica Federale tedesca, ma la Fifa non ha voluto far disputare la partita. Del fatto di poter superare il Cile, io e molti altri giocatori della nazionale sovietica, eravamo sicuri al cento per cento. Per il livello di gioco la squadra dell’Urss batteva decisamente i cileni”.
Un’impresa da record
Ai Campionati del Mondo che si disputarono negli Stati Uniti nel 1994 accadde un evento significativo: per la prima volta un calciatore riuscì a segnare cinque gol consecutivi nella stessa partita. Si trattava di Oleg Salenko, attaccante della nazionale russa. Nella partita contro il Camerun Salenko segnò quattro volte durante il gioco ed effettuò dei rigori. Alla fine il match si concluse con la disfatta dei “leoni indomabili” per 6-1. Il grande risultato di Salenko, che resta tuttora un record insuperato, tuttavia, non aiutò la Russia a qualificarsi. A impedirlo furono le sconfitte subite dal Brasile (0-2) e dalla Svezia (1-3).
Oleg Salenko: “Quel giorno si è verificata una straordinaria congiunzione di fortuna e desiderio. Tra l’altro, fino al fischio finale, non sapevo nulla del record. Ricordo ancora tutta la partita anche nei dettagli: avevamo giocato all’una del pomeriggio, a 40 gradi, con un caldo terribile! Penso che aver sconfitto con quella calura una squadra africana sia doppiamente encomiabile”.
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