Un italiano per il successo del beach volley di Russia

Le giocatrici di beach volley Evgenia Ukolova, a sinistra, ed Ekaterina Khomiakova (Foto: Reuters)

Le giocatrici di beach volley Evgenia Ukolova, a sinistra, ed Ekaterina Khomiakova (Foto: Reuters)

Marco Solustri, oggi responsabile dei doppi femminili, fu chiamato negli anni Novanta nel Paese per ribaltare le sorti di questo sport, ritenuto ancora, a torto, il fratello minore della pallavolo

I giocatori russi di beach volley iniziano a riscuotere successi nei tornei più prestigiosi del mondo. In patria, tuttavia, l’interesse per questo tipo di sport rimane debole.

La storia del beach volley russo risale a più di vent’anni fa. I primi grandi successi sono arrivati, però, solo dopo il 2004, quando l’ex allenatore della squadra maschile della nazionale russa di pallavolo, Gennady Shipulin, prese le redini della versione da spiaggia di questo sport. Shipulin riuscì a convincere Igor Kolodinsky (allora alzatore di riserva del Belogorie) a cimentarsi sui campi di sabbia in coppia con Dmitri Barsouk, considerato il miglior giocatore russo di beach volley di quegli anni. Ad allenare il duo venne chiamato l’allenatore italiano Marco Solustri, oggi responsabile dei doppi femminili russi.

Kolodinsky e Barsouk si sono imposti rapidamente sulla scena internazionale conquistando la medaglia d’argento al Campionato del Mondo del 2007 e l’oro al Grand Slam di Klagenfurt (Austria), nel 2008. In tale occasione, Kolodinsky venne soprannominato “Bazooka” da un giocatore brasiliano, per via del suo servizio esplosivo. Igor ha ricevuto per quattro anni di fila un premio speciale per il servizio più veloce e detiene tuttora il record mondiale di 114 chilometri l’ora (70 miglia l’ora).

Purtroppo, i guadagni dei giocatori di beach volley non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei pallavolisti. Per questo motivo, qualche anno fa, dopo aver raggiunto quasi il massimo sui campi di beach volley, al culmine della sua carriera, Igor Kolodinsky decise di lasciarsi la sabbia alle spalle. Nonostante ora abbia firmato un contratto con le squadre russe di pallavolo del Belogorie (Belgorod) e dello Zenit (Kazan), per il semplice ruolo di palleggiatore di riserva, guadagna molto di più rispetto a prima.

La nazionale femminile russa di beach volley non aveva mai brillato sull’arena internazionale finché ad allenare la squadra non è arrivato l’italiano Marco Solustri. Nel 2012, la coppia Evgenia Ukolova-Ekaterina Khomyakova ha vinto la tappa del Grand Slam a Klagenfurt (Austria). Nonostante la debole performance del duetto russo alle Olimpiadi di Londra, la Ukolova e la Khomyakova hanno vinto due medaglie del FIVB World Tour.

La ventiquattrenne Evgenia Ukolova ha iniziato la sua carriera sportiva nel Zarechye-Odintsovo, una squadra di pallavolo della regione di Mosca, coltivando, nel frattempo, uno spiccato interesse per il beach volley, dove, alla fine, è riuscita ad affermarsi come atleta professionista e a entrare nella Nazionale in coppia con la partner Ekaterina Khomyakova, che aveva puntato, invece, sin dall’inizio, sulla pallavolo da spiaggia.

“I russi pensano che il beach volley sia uno sport frivolo, - lamenta Evgenia Ukolova. - Quando in realtà è piuttosto duro, soprattutto a livello fisico. Innanzitutto non sono ammesse sostituzioni. Quindi dobbiamo rimanere in forma perfetta durante tutto l’anno. Pensate poi alle condizioni in cui siamo costrette a giocare: in Cina, ad esempio, dove i livelli di umidità raggiungono il 100 per cento, rischi di scioglierti come una candela mentre giochi. Per non parlare di quando ti trovi a giocare sotto la pioggia, a nove gradi. Non c’è da stupirsi, pertanto, se ci sentiamo un po’ offese dall’atteggiamento dimostrato dai nostri concittadini. Da un lato è comprensibile: la Russia è un Paese enorme e le condizioni meteo non sono di certo le più adatte al nostro sport. Ciononostante, in estate, le spiagge si riempiono sempre di amanti della pallavolo. Ci auguriamo che il beach volley possa presto godere di grande popolarità nel nostro Paese. Da questo punto di vista, molto dipende anche dai giocatori. Abbiamo bisogno di figure iconiche e di buoni risultati per accendere l’interesse dei fan e appassionarli”.

Nonostante Mosca ospiti ogni anno gare del Grand Slam, il beach volley, in generale, non è molto popolare tra il pubblico russo. Uno dei motivi dietro ai bassi livelli di affluenza sono le regole imposte dalle autorità. Nella maggior parte delle regioni russe è vietata la vendita di bevande alcoliche durante lo svolgimento degli eventi sportivi. Tuttavia, in estate, con il caldo, risulta un po’ difficile guardare una partita di beach volley senza una birra.

In Germania, per esempio, i tornei locali di beach volley riuniscono migliaia di spettatori, e le vendite di birra aiutano gli organizzatori a recuperare la maggior parte dei costi associati a eventi simili. In Russia, invece, la Federazione di beach volley del Paese non è ancora riuscita a coinvolgere un pubblico ampio, nonostante gli ingenti sforzi, che, in molti casi, vengono vanificati dal maltempo o dal semplice fatto che il beach volley vive all’ombra del suo “fratello maggiore”. Gli atleti che giocano al volley classico, infatti, sono molto più popolari, mentre la pallavolo da spiaggia è ancora percepita come uno sport esotico, riservato a un piccolo gruppo di appassionati.

In Russia, il principale centro di allenamento riservato al beach volley è il Volley Grad, vicino ad Anapa, nella regione di Krasnodar. La struttura vanta campi sabbiosi al coperto, sui quali è possibile giocare anche d’inverno. Il Volley Grad ospita gran parte dei più importanti tornei del Paese e la maggior parte di essi viene disputata davanti a spalti vuoti...

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