Verso l'ultimazione dei preparativi per i Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 (Foto: Itar-Tass)
A meno di un anno dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Sochi del 2014, le critiche nei confronti degli organizzatori non solo continuano, ma si fanno sempre più acute. Da vari fronti si ascoltano lamentele circa i ritardi nella realizzazione degli impianti sportivi, la crescita esorbitante dei budget stimati per la loro costruzione e persino riguardo la scelta sbagliata del posto per ospitare questo evento sportivo quadriennale.
Tale malcontento viene manifestato non solo dai giornalisti attraverso i mezzi di comunicazione, ma anche da politici, attivisti dei diritti umani ed economisti, tanto in Russia quanto all'estero.
All'inizio di febbraio 2013, il Presidente russo Vladimir Putin ha condotto un’ispezione degli impianti olimpici di Sochi e si è parecchio lamentato con gli organizzatori. La sua insoddisfazione è stata causata, principalmente, dal ritardo - di oltre un anno e mezzo - nella realizzazione del complesso di trampolini “Russkij Gorkij” (Montagne russe). Inoltre, come gli è stato riferito dal vice premier Dmitri Kozak, il budget iniziale di 1,2 miliardi di rubli, previsto per la realizzazione del progetto, ha raggiunto, durante i lavori di costruzione, gli 8 miliardi di rubli. Il vice presidente del Comitato Olimpico russo, Achmed Bilalov, è stato riconosciuto responsabile di queste mancanze e ha già rassegnato le proprie dimissioni.
Anche gli ambientalisti sono intervenuti criticando il fatto che i lavori di costruzione degli impianti sportivi hanno causato danni irreparabili alla natura di Sochi e dintorni. “I preparativi per le Olimpiadi hanno distrutto e continuano a distruggere gli ecosistemi unici del Parco nazionale di Sochi, che è l'habitat naturale di molte piante e animali rari”, ha denunciato l'ufficio di rappresentanza in Russia del Wwf.
Al coro di critiche si sono uniti anche gli attivisti dei diritti umani. L’organizzazione internazionale Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto sul quale si legge che i lavoratori immigrati, impegnati nella costruzione degli impianti olimpici, sono sottopagati e ricevono i loro stipendi in ritardo.
Se si guarda alla storia dei Giochi Olimpici, è facile notare come i preparativi della maggior parte di questi eventi sportivi, tanto invernali quanto estivi, siano stati accompagnati quasi sempre da dure critiche provenienti da vari fronti. Ciononostante, gli organizzatori sono sempre riusciti a risolvere i problemi in tempo e le competizioni sportive si sono sempre svolte a un livello adeguato, indipendentemente dallo scompiglio che le aveva precedute.
Ricordiamo, ad esempio, le difficoltà con cui si svolsero i preparativi per le Olimpiadi estive di Atene. Dopo che il Comitato Olimpico Internazionale, quattro anni prima dell’inizio della competizione, espresse la propria preoccupazione circa la lentezza con cui procedevano le opere di costruzione degli impianti sportivi, la Grecia si vide costretta a formare un nuovo comitato organizzativo “Atene-2004”. Molte strutture non erano pronte ed erano ancora circondate da montagne di spazzatura, quando mancavano solo un paio di mesi al via. Lo stadio, in cui si svolsero le cerimonie ufficiali di apertura e chiusura, aprì le sue porte solo due mesi prima dell’inizio dei Giochi. Questo ritardo senza precedenti, tuttavia, non ostacolò, alla fine, il regolare svolgimento delle gare.
Nel 2008, prima delle Olimpiadi di Pechino, la comunità internazionale espresse preoccupazioni di altra natura. I politici e le organizzazioni della società civile criticarono il CIO per la scelta del Paese in cui, a loro parere, era in atto una grave violazione dei diritti umani. Alla Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti furono immediatamente presentate due mozioni che proponevano di boicottare in maniera ufficiale i Giochi del 2008 a causa delle violazioni dei diritti umani in Cina.
Nonostante i problemi legati al clima molto caldo, le Olimpiadi di Pechino vengono ora ricordate da partecipanti e giornalisti come forse le migliori Olimpiadi in termini di organizzazione e di comodità degli stadi, dei palazzetti dello sport e del resto delle strutture, nonché per le coloratissime cerimonie di apertura e chiusura.
“Il Comitato Olimpico Internazionale è estremamente soddisfatto dell’organizzazione dei Giochi. Il Comitato organizzativo delle Olimpiadi di Pechino ha fatto davvero di tutto per mettere gli atleti al centro dei Giochi. Gli impianti sportivi erano eccellenti e tutti i servizi ausiliari hanno funzionato a meraviglia”, così ha riassunto le Olimpiadi di Pechino, il presidente del Cio, Jacques Rogge.
Per quanto riguarda i Giochi invernali, alla vigilia delle Olimpiadi di Torino-2006, il comitato organizzatore locale rischiò quasi di essere sciolto, a causa della mancanza di finanziamenti da parte del Governo italiano. Nel corso delle competizioni, furono sollevate un sacco di lamentele circa il sistema dei trasporti. Gli atleti e i giornalisti tardavano a volte 4-5 ore per recarsi dalle gare in pianura a quelle in montagna, a causa dei numerosi trasbordi e degli ingorghi originati dalle strade strette.
“In qualità di atleta non ho nulla di cui lamentarmi, ma secondo la maggior parte degli allenatori, giornalisti e tifosi, con i quali ho parlato, le Olimpiadi di Torino sono state organizzate molto male; sono considerate le peggiori rispetto alle precedenti cinque Olimpiadi invernali”, ha dichiarato in un'intervista con l'agenzia di stampa REGNUM, Pavel Rostovtsev, medaglia d'argento nel biathlon delle Olimpiadi del 2006. “La maggior parte delle lamentele riguardavano, soprattutto, l’alloggio, i servizi e l’organizzazione del sistema dei trasporti”.
Le Olimpiadi del 2010 a Vancouver, in Canada, iniziarono con una terribile tragedia. Durante una prova di gara tenutasi poche ore prima dalla cerimonia inaugurale, su una pista estremamente pericolosa, lo slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili perse il controllo dello slittino andando a urtare violentemente la testa contro una struttura in cemento armato. L’atleta morì un’ora dopo, nonostante i soccorsi. La cerimonia di apertura dei Giochi dovette cominciare con un minuto di silenzio in memoria dell’atleta georgiano.
Abbiamo ricordato solo le Olimpiadi del XXI secolo. In precedenza, né i boicottaggi dei Giochi di Mosca, nel 1980, e quelli di Los Angeles, nel 1984, da parte di decine di Paesi per ragioni politiche, né tantomeno l’atto terroristico di Monaco di Baviera, nel 1972, riuscirono a ostacolare lo svolgimento delle competizioni sportive. Le Olimpiadi furono interrotte solo a causa delle guerre mondiali.
In Russia, le Olimpiadi sono solite suscitare grande attenzione. Molti ricordano ancora il boicottaggio del 1980, e attualmente capita spesso di sentir parlare dei tentativi di utilizzare le Olimpiadi del 2014 per esercitare pressioni politiche sul nostro Paese. Sulla stampa occidentale è possibile leggere come alcuni vorrebbero utilizzare questo grande evento sportivo per ottenere da Mosca una serie di concessioni in altri settori. Solo che è altamente improbabile che ciò avvenga.
Secondo diversi membri del Comitato Olimpico Internazionale, il principale punto di forza nell'organizzazione dei Giochi olimpici di Sochi-2014 sono le potenti misure di sicurezza per i partecipanti e gli spettatori. In generale, nessuno presso il CIO mette in dubbio che il comitato organizzativo sarà in grado di superare le attuali difficoltà e che le prossime Olimpiadi invernali si svolgeranno ai massimi livelli.
“La città di Sochi non è stata scelta perché si trova nella Federazione russa. È semplicemente la scelta migliore. Qui, gli atleti godranno delle migliori condizioni. E sono convinto che le Olimpiadi invernali del 2014 si svolgeranno senza alcun inghippo”, ha dichiarato il presidente del Cio, Jacques Rogge a Russia Oggi.
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