Il matrimonio tra la giovane Kheda Goylabieva, 17 anni, e il capo del distretto locale di polizia, Nazhud Guchigov, di 30 anni più vecchio, celebrato a Grozny, capitale della Cecenia (Foto: AP)
Ha suscitato grande scalpore la notizia del matrimonio tra una giovane di 17 anni, Kheda Goylabieva, originaria di un villaggio ceceno, e il capo del distretto locale di polizia, Nazhud Guchigov. Delle loro nozze, che si sono celebrate il 16 maggio scorso, si è parlato sulle pagine del giornale Novaya gazeta che ha raccontato come i genitori della minorenne inizialmente avessero rifiutato “categoricamente” di “dare la loro figlia in sposa a un uomo che potrebbe essere suo nonno”. Ma la famiglia è stata oggetto di minacce ed è stata avvertita che la ragazza avrebbe potuto esser rapita con la forza.
Novaya gazeta si è messa così in contatto con l’uomo, che inizialmente aveva negato la sua intenzione di sposare Kheda, asserendo di avere già una moglie. La proposta di matrimonio, però, è stata in poco tempo confermata dal presidente ceceno Ramzan Kadyrov (amico personale di Guchigov), che ha approvato in seguito il progetto matrimoniale, sostenendo che i genitori della fidanzata non sarebbero stati contrari. Da lì, le nozze. “Tra loro c’è una differenza di età di 30 anni e i genitori della ragazza hanno benedetto questa unione”, ha scritto Kadyrov nel suo account Instagram.
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“Un fenomeno normale”
A causa di questo scandalo il ministro della Stampa e dell’informazione ceceno è stato destituito dal suo incarico. Il funzionario era ritenuto responsabile del silenzio dei media locali che, a detta di Kadyrov, avevano deciso di ignorare questa storia scandalosa e non avevano fatto nulla per difendere la verità. “Se ne parla dovunque, su tutti i giornali, perché mai voi tacete?”, ha espresso così il suo disappunto Kadyrov durante un incontro con i rappresentanti dei media della repubblica. Ma poi il dibattito sulla minorenne Kheda, costretta forse contro la sua volontà a sposare un “vecchio” o a diventare la sua seconda moglie in base alle leggi della sharia, si è diffuso a livello federale.
Particolarmente irritata è stata la prima reazione del responsabile per i diritti dei minori della Federazione Russa, Pavel Astakhov, che si è di fatto rifiutato di farsi coinvolgere nel contenzioso. Alla conferenza stampa i difensori civici hanno dichiarato di non aver ricevuto nessuna denuncia di violenza da parte dei genitori o di parenti stretti, precisando che “da noi nessuno viene difeso con la forza”. Questa inerzia è stata criticata dal parlamento russo che ha ricordato al difensore civico che secondo la Costituzione vigente lo Stato è tenuto a tutelare la maternità e l’infanzia. In seguito nell’intervista andata in onda a Russkaya sluzhba novostey il difensore civico ha affermato che i matrimoni precoci nel Caucaso sono un fenomeno normale e che i limiti minimi d’età per contrarre matrimonio vengono definiti dalle autorità regionali. “Il limite minimo d’età in Cecenia è di 17 anni, a Bashkortostan di 14, nella provincia di Mosca di 16. E vi sono regioni dove non esiste nessun limite d’età” ha osservato Astakhov.
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“Nei centri rurali i matrimoni di ragazze molto giovani con uomini più anziani sono una pratica diffusa”, ha spiegato a Rbth Grigory Shvedov, esperto di problemi del Caucaso e direttore del periodico online Kavkazsky uzel. A suo avviso, si parla spesso di costrizione “quando non sussistono minacce di morte o mutilazione, ma viene esercitata sulle ragazze una pressione psicologica”. A dire il vero, in quel paese di solito non si è abituati a sporgere denuncia in simili casi “e neppure a chiedere assistenza”, spiega Shvedov. “La ragione consiste anche nella mancanza di chiare procedure di tutela statale”, aggiunge l’esperto.
Le norme della sharia
Ma se in seguito alla diffusione della notizia sulla differenza d’età dei fidanzati ha dilagato nei media una valanga di esempi su matrimoni celebri dello stesso tipo, il dato della poligamia ha suscitato un’ondata di scontento ancora più forte. Il coordinatore del Consiglio presidenziale per i diritti umani, Mikhail Fedotov, si è rivolto alla procura, e il commissario per i diritti umani Ella Pamfilova ai dirigenti ceceni. La poligamia in Russia è vietata dalla legge, ma in alcune repubbliche dove è diffuso l’islamismo, su tale questione vi è un approccio diverso. In base alla sharia, infatti, a un uomo è consentito avere fino a quattro mogli. Questi matrimoni vengono celebrati dagli imam o dai qadi e “non hanno validità giuridica e di conseguenza nessun vincolo legale” ha detto in un’intervista a Rbth Vladimir Bobrovnikov, direttore della sezione Caucaso dell’Istituto di Studi orientali dell’Accademia delle Scienze russa.
Non si tratta di un conflitto tra il diritto della sharia e quello nazionale, ritiene Kamilzhan Kalandarov, leader dell’Associazione dei musulmani russi “Al-Khak” (“Giustizia”). In Cecenia non si è verificato finora nessun caso in cui l’Ufficio matrimoni dell’Anagrafe abbia dovuto registrate un matrimonio poligamico, dice. “Conosco dei russi, che pur vivendo con la moglie, hanno uno stuolo di amanti. Ma questo non è un buon motivo per perseguirli” afferma perplesso Kalandarov. A suo avviso, non è giusto rapportarsi alla vita delle repubbliche islamiche con gli stessi “parametri di Mosca o di Bruxelles”.
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