Albero di Natale in Piazza Rossa a Mosca (Foto: TASS/Lystseva)
Verso la fine del 1920 a causa di un tacito divieto di praticare la religione, in Russia si smise quasi del tutto di festeggiare il Natale, quantomeno ufficialmente. Ma già nel 1935 venne in sostituzione un'altra festa: l'Anno Nuovo. Il cui simbolo divenne, senza pensarci troppo, l'abete. Con l'unica differenza che esso stava ora a rappresentare l'inverno, mentre le decorazioni, la stella di Betlemme in particolar modo, sulla cima dell'albero venne assimilata alle stelle rosse sorelle sulle torri del Cremlino.
Dal momento che il potere sovietico tendeva a promuovere la cultura di massa, la festa da privata, di famiglia, si tradusse in pubblica. E così, per il popolo sovietico adulto vennero organizzate marce popolari agli istituti di cultura e sulle piazze, mentre i bambini si raccoglievano negli stadi, negli asili e persino negli istituti militari per andare “agli alberi”, concerti di festa in occasione dei quali i bambini guardavano rappresentazioni in costume, partecipavano a concorsi e ricevevano regali. Grazie a questi show, il Capodanno divenne une delle feste preferite dei bambini sovietici.
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I principali spettacoli del paese e il loro programma
Le rappresentazioni degli alberi (elki) erano piene di piccoli compiti carichi di ideologia e dovevano riflettere i raggiungimenti dell'Unione Sovietica in una forma comprensibile ai bambini, si capisce. Ad esempio, il lancio dello sputnik nel 1957 inaugurò il “periodo cosmico”, all'apertura delle rappresentazioni. La trama principale era sempre molto semplice ed evidente: le forze del male cercano di impedire ai bambini di celebrare la festa, le forze del bene prevalgono e verso lo scoccare dell'anno nuovo la situazione si stabilizza. Le forze del bene erano Nonno Gelo (Ded Moroz, la variante russa di Santa Klaus) con i suoi aiutanti, mentre le forze del male potevano essere diversi personaggi delle fiabe, per altro molto simili agli invasori stranieri.
Lo spettacolo dell'albero del Capodanno (nel Palazzo dei Congressi del Cremlino) era quello più ambito dai bambini sovietici, vi capitavano solo gli studenti più bravi e i figli di genitori protetti, come quelli che lavoiravano per il partito, ad esempio.Era considerato lo spettacolo migliore con i regali più preziosi. I bambini che erano stati al Cremlino si vantavano poi ancora a lungo di fronte ai compagni di classe, raccontando di quali meravigliosi cioccolatini vi fossero nei pacchi dono.
Una caratteristica interessante degli spettacoli dell'abete era che ai genitori non era permesso di parteciparvi. Al'ingresso nel palazzo si trovavano clown, lepri e scoiattolini che accompagnavano i bambini fino al guardaroba e li coinvolgevano in girotondi e giochi. Questa tradizione si è conservata finora. Al termine degli spettacoli i bambini uscivano dal Palazzo dei Congressi e si muovavano in cerchio, come valigie all'aeroporto, mentre i genitori li cercavano con gli occhi per prelevarli poi dalla folla.
Il secondo spettacolo dell'albero più importante per tradizione era quello tenuto al Palazzo dello sport “Luzhniki”, a Mosca.
Arrivarci era molto più facile e gli spettacoli erano più interessanti che al Cremlino, quanto meno perché tutti gli artisti pattinavano. E quindi c'erano più sport e allegria e meno ideologia. I regali erano però più modesti.
Gli alberi oggi
Nonostante al giorno d'oggi la religione in Russia sia tornata in forza e l'80% della popolazione si consideri ortodossa, quella dell'albero rimane una festa puramente laica. Il Natale ortodosso viene festeggiato il 7 gennaio, mentre le rappresentazioni per bambini vengono organizzate a partire dalla fine di dicembre, quando i cristiani cioè devono ancora osservare il digiuno.
Gli spettacoli dell'albero attirano come prima molta gente. I biglietti sono accessibili a tutti e i genitori scelgono quello che preferiscono: le fiabe sul ghiaccio o persino gli esperimenti scientifici al museo politecnico di Mosca.
Durante le vacanze di Capodanno, ogni bambino può visitare da dieci feste dell'albero in su.
Insieme alla scomparsa dell'URSS, dalle rappresentazione è sparito anche ogni riferimento ideologico. Ad esempio, quest'anno nel complesso sportivo “Luzhniki” organizzano uno spettacolo sui motivi del libro “Mago di Oz”. Si direbbe poco patriottico inscenare un simile soggetto proprio nel periodo di inasprimento dei rapporti con gli USA, ma il fascino del racconto è superiore a qualsiasi problema politico.
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