Tra politica e affari, il caso Vkontakte

Foto: Itar Tass

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Il più popolare social network russo dopo una serie di conflitti ha perso il suo carismatico fondatore, Pavel Durov. E non è ancora chiaro chi prenderà il suo posto

Vkontakte ha fatto la sua comparsa nel 2006. Lo studente pietroburghese Pavel Durov allora aveva già fondato il forum spbgu.ru, divenuto il luogo prediletto di incontro per gli studenti dell’Università di San Pietroburgo, ma Pavel voleva creare qualcosa di più complesso e più grande. Facebook, che nel frattempo si sviluppava in maniera prorompente negli USA, non aveva ancora aperto la registrazione libera ed era praticamente sconosciuto in Russia, ma Durov tra i primi ad averlo visto ne trae ispirazione, dando origine in seguito ad un nuovo progetto che si ispira a Facebook in tutto, fin nei più piccoli dettagli. Il primo investitore diventa Mihail Mirilashvili, padre di uno dei colleghi di Durov.

Vkontakte diventa in fretta il più popolare social network in Russia. Le analogie con Facebook, con il tempo, vengono meno: la squadra inserisce sempre più idee proprie. Tra queste il servizio musicale, che provoca una serie di conflitti con i detentori dei diritti d’autore: consentendo agli utenti di caricare file audio senza preoccuparsi dei diritti d’autore, Durov, de facto, crea una delle principali raccolte di musica pirata del mondo. A seguito di concrete segnalazioni circa le violazioni del diritto d’autore alcuni file audio venivano cancellati, ma in generale la situazione non cambiava. Per Durov non si tratta soltanto di un mezzo per accrescere le visite al sito, ma di una posizione di principio: lui dichiara a gran voce che il metodo tradizionale di vendita della musica sia ormai “condannato”.

 La sua intransigenza si rivela anche in altre decisioni: nel rifiuto della monetizzazione aggressiva, nelle piccole dimensioni del personale (tutto viene deciso dagli sviluppatori), e nel rifiuto di bloccare la pornografia. Di conseguenza Durov invece di un semplice manager si contraddistingue come una figura brillante, in grado di prendere decisioni coraggiose e di controllare tutto lo sviluppo del progetto. Dall’esterno si potrebbe supporre che il modello di Durov fosse Steve Jobs. Tuttavia a VKontakte sono necessari nuovi investimenti per lo sviluppo e di conseguenza Mail.Ru Group, una delle più importanti società della rete russa, diventa azionista con il possesso del 39,99 % del social network. La società avrebbe voluto inglobare completamente VKontakte, tuttavia, in risposta, Durov pubblica su Instagram una foto del dito medio con il commento: “Risposta ufficiale all’ennesimo tentativo della trash-holding Mail.ru di inglobare VKontakte”.

Durov stesso detiene solo il 12% di VKontakte, e affinché le sue più coraggiose decisioni si concretizzino senza problemi ha bisogno del supporto degli altri azionisti. Con il passare del tempo i rapporti con Vyacheslav Mirilashvili e il suo amico Lev Leviev, detenenti il 48 % delle azioni del social network, si logorano a tal punto che, ad un tratto, Durov elimina le loro pagine su VKontakteAlla fine del 2011 a tutti i problemi si unisce anche la questione politica. Durov rifiuta di consentire all’FSB il blocco delle pagine di alcuni gruppi di opposizione, utilizzati per le azioni di protesta, cosa che lo rende un eroe politico, ma non per molto. Come chiarisce in seguito lo stesso Durov, ciò che lo aveva spinto ad opporsi all’FSB era stato il desiderio di preservare la competitività del suo prodotto, e non le sue convinzioni politiche.

Durante la primavera del 2013 sui media compaiono una serie di materiali negativi a proposito di VKontakte, che fanno sospettare l’attacco mediatico. Culmine di tale attacco diventa la storia del “poliziotto stradale investito”: stando alle fonti, Durov avrebbe investito in macchina un rappresentante del GIBDD (polizia stradale). Il fatto che la notizia non sia confermata da prove dirette, non le impedisce di avere una grande risonanza mediatica, danneggiando la reputazione di Durov e di tutta la società.

In seguito all’attacco mediatico inizia a circolare la notizia che Mirilashvili e Leviev vendono il loro 48% al fondo UCP. Il Fondo, che precedentemente non aveva mai investito denaro in progetti online, era per la comunità di internet un ente “oscuro”, tuttavia a causa del legame indiretto del Fondo con il vice premier Igor Sechin, molti scorgono nell’acquisizione la “mano del Cremlino”. Nasce l’ipotesi che anche l’attacco mediatico sia stato opera del Fondo. Il presidente dell’UCP, Ilya Sherbovich, smentisce entrambe le ipotesi, dichiarando che il fondo è governato esclusivamente da interessi economici e che tutte le carte erano state firmate prima dell’inizio dell’attacco. Nell’agosto del 2013 Durov lancia “messenger Telegram”. L’ufficio di Telegram è collocato in un’area adiacente a quelli di VKontakte, e una parte degli sviluppatori di VKontakte passa dall’altra parte. Ciò provoca lo scontento dell’ UCP, secondo cui, visto che Telegram utilizza le risorse di VKontakte, dovrebbe appartenere loro al pari del social network.

Durov dedica sempre meno attenzione a VKontakte, nel frattempo UCP vorrebbe sollevarlo dall’incarico di direttore, mentre i suoi “ex detrattori” di Mail.Ru Group vorrebbero conservarlo. A gennaio 2014 si rende noto che Durov ha venduto la sua quota della società (passata a Mail.Ru Group), il 21 Marzo 2014 rassegna le dimissioni. Durov ne da comunicazione ufficiale nel giorno del “pesce d’aprile”(1 Aprile) cosa che spinge molti ad interpretare le sue parole come uno scherzo,  due giorni dopo dichiara di aver deciso di restare a VKontakte. Tuttavia gli altri azionisti sono di diverso avviso: secondo Durov, questi avrebbero trovato una cavillo formale nel ritiro delle dimissioni e avrebbero deciso di servirsene attendendo fino al 21 aprile, data in cui il licenziamento sarebbe diventato effettivo. Durov dichiara che VKontakte “passa sotto il pieno controllo di Igor Sechin e di Alisher Usmanov” (avallando la versione secondo la quale dietro l’UPC ci fosse la “mano del Cremlino”) e che la precedente vendita della sua quota fosse dipesa dalle pressioni dell’FSB, che pretendeva il rilascio dei dati dei fondatori ucraini della comunità dell’Euromaidan. Successivamente Durov abbandona la Russia, dichiarando di non aver più alcuna ragione per tornare.

Sebbene tutti correlino l’accaduto con il rafforzarsi del controllo statale sulla rete russa, non vi è alcuna certezza che le motivazioni che vi soggiacciono siano di stampo politico. Le azioni e le dichiarazioni dell’UCP non sembrano tanto quelle di politici intenzionati a mettere a tacere un potente portavoce, ma  piuttosto quelle di uomini d’affari non troppo ferrati nell’ambito di internet. A Mail.Ru Group, peraltro, sono noti da tempo come persone che guadagnano con internet, che non si scontrano con il potere e che si fanno guidare in primo luogo dai propri interessi.

Che succederà adesso? Il social network è temporaneamente sotto il controllo di Boris Dobrodeev e Dmitry Sergeev, e a Mail.Ru Group vorrebbero vederli  al vertice a tempo indeterminato, tuttavia la UCP si oppone e così la battaglia all’interno di VKontakte continua anche dopo l’uscita di scena del suo fondatore. Ciò nonostante, stando alle dichiarazioni e alle azioni di entrambe le parti, si possono già fare delle supposizioni circa il futuro che attende VKontakte. In sostituzione del “grande ribelle” arriverà un direttore più tradizionale il quale non stravolgerà l’assetto della società, ma smusserà gli angoli: mentre Durov si esprimeva in maniera netta per la libera diffusione della musica, limitava pesantemente la pubblicità e inviava alla procura immagini di scherno ritraenti dei cani, il nuovo cercherà un dialogo costruttivo con i detentori dei diritti d’autore, con i pubblicitari e con gli organi del potere.

Evgeny Trifonov è giornalista, si occupa delle vicende di VKontakte già da tempo. A partire dal 2011, ha avuto contatti con molti dei collaboratori del social network, rimanendo tuttavia un osservatore indipendente e non legato alla società

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