Per gli utenti russi, Yandex.maps indica la Crimea come territorio della Federazione Russa (Foto: Yandex Maps)
La crisi ucraina probabilmente ha cambiato centro di interesse negli ultimi tempi, passando dalla Crimea alle insofferenti provincie orientali di Charkiv, Donetsk e Luhansk, ma – tra i cartografi - le tensioni sono ancora molto forti in merito al nuovo status della penisola. La decisione di Wikipedia di aggiornare la sua carta geografica della regione ha innescato una diatriba editoriale che è durata molti giorni, nel corso dei quali la Crimea prima è stata annessa alla Federazione Russa, poi è tornata all’Ucraina, per finire di nuovo alla Russia, ma questa volta disegnata di verde per distinguerla dal resto del territorio russo. Nemmeno questa accortezza, però, non ha scongiurato la censura, dato che – secondo quanto afferma il quotidiano russo Izvestia - il deputato di Russia Unita Anatoly Sidyakin ha presentato domanda al Servizio di ispezione federale dei mass media per chiedere che la mappa in russo di Wikipedia sia emendata perché in essa la Crimea risulta territorio conteso. E non si è fermato lì: ha anche chiesto che Google sia imputata per aver continuato a raffigurare la Crimea come parte integrante dell’Ucraina. La penisola, fino a questo momento, su Google Maps continua a comparire come prima.
La delimitazione delle loro posizioni
La Società Geografica Russa ha chiarito la propria posizione con una dichiarazione comparsa sul suo sito Web il giorno dopo che la Crimea è stata formalmente incorporata nella Russia. La Società, fondata nel 1845, ha detto che “intende collaborare con i cartografi russi […] per mettere a punto le nuove carte geografiche della Russia che dovranno incorporare i due nuovi soggetti della Federazione, la Repubblica di Crimea e Sebastopoli”.
La National Geographic Society con sede a Washington D.C. nel frattempo ha fatto sapere con una propria dichiarazione postata sul suo sito Web che la sua politica cartografica si basa sulla “realtà del momento” e che la Crimea sarà colorata di grigio e il suo centro amministrativo, Simferopoli, sarà indicato con un simbolo speciale. “Quando una regione è contesa, è nostra prassi riflettere tale status sulle mappe. Questo non sta a indicare il riconoscimento della legittimità della situazione”, si legge nella dichiarazione.
Un cauto approccio
Altri cartografi, tuttavia, hanno scelto di assumere una linea di condotta più cauta. L’importante editore statunitense Rand McNally non ha fretta di ridisegnare i confini sulle sue carte geografiche e nei suoi atlanti. “Rand McNally segue con grande attenzione lo sviluppo degli eventi” ha detto a Russia Oggi la portavoce Amy Krouse. “Se da un lato non sappiamo ancora nello specifico come intendiamo risolvere la questione della Crimea, dall’altro è nostra prassi segnare le aree contese sulle mappe, senza però modificare i confini fino a quando il Dipartimento di Stato Usa non prende ufficialmente una posizione”. Anche l’editore Collins, sempre negli Usa, ha assunto un cauto approccio. Un portavoce ha riferito che anche se “la Crimea è considerata parte dell’Ucraina” nelle carte geografiche attuali, Collins “alla luce dei recenti eventi sta rivedendo questa posizione”.
Perché dunque la Crimea sta provocando un simile dibattito tra i cartografi? La situazione è chiara quando un territorio propende con una consultazione alle urne per la secessione da un’entità politica più ampia con il consenso di tutta quell’entità e quando la legittimità del referendum non è messa in discussione da istituzioni come le Nazioni Unite. Nel caso della Crimea, tuttavia, questo consenso globale manca, la questione è capire come dovrebbe essere raffigurato esattamente un territorio conteso - e questa da sempre è una faccenda che ha avuto implicazioni politiche.
Prospettive diverse
Nell’atlante mondiale dell’editore russo Astrel del 2011 il Kosovo (non riconosciuto dalla Russia) non compare e fa parte della Serbia. L’Abcasia e l’Ossezia meridionale – quest’ultima si è staccata dalla Georgia nel 2008 con l’aiuto della Russia – figurano come nazioni a sé. In ogni caso, Astrel non riporta la regione separatista della Transnistria in Moldavia, che ha ricevuto anch’essa il sostegno della Russia. Rand McNally, nel frattempo, si riferisce all’Abcasia e all’Ossezia meridionale definendole aree contese, eppure stranamente riporta lo status di paese conteso della Transnistria.
Per quanto riguarda il Kosovo, la posizione dell’editore è chiara: “Noi lo riportiamo sulle carte geografiche come una nazione a sé, perché il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti lo ha riconosciuto tale” ha detto la portavoce Amy Krouse. Nel suo servizio Google Maps, infine, Google riporta i territori contesi come Abcasia e Kosovo delimitandoli con linee di confine tratteggiate e in grassetto. Bisogna piacere a tutti, sempre Ritornando alla Crimea, Wikipedia forse ha trovato la soluzione migliore per chi è neutrale: oltre alla sua carta geografica principale offre al momento due mappe alternative della Russia per utenti anglofoni, in una delle quali la “Crimea è annessa”, mentre nell’altra “non figura”.
Gli utenti russi invece accedono unicamente a una mappa, nella quale la Crimea figura a strisce verdi, in linea con la politica del sito riguardante i territori annessi, come la regione del Sahara Occidentale che si sostiene sia stata annessa dal Marocco. In ogni caso, Yandex, il motore di ricerca russo, quasi certamente offre la soluzione più diplomatica di tutte per le parti coinvolte: il suo sito in lingua russa mostra la Crimea come facente parte della Russia, mentre gli utenti ucraini la vedono come facente parte dell’Ucraina.
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