Il kiwi è considerato originario della Cina e gli scienziati lo chiamano “actinidia chinensis”. Però, a parte la Cina, l’elenco dei principali esportatori di questo arsenale di vitamina C comprende Italia, Nuova Zelanda, Cile, Grecia e Francia. In Russia, il kiwi viene coltivato nella regione di Krasnodar e in Crimea. Ed alcune varietà – di dimensioni più piccole – si possono trovare in Estremo Oriente.
A prima vista, lo zafferano e la curcuma (o come viene anche chiamata “zafferano indiano”) sono molto lontani dalla cucina russa. I più conosciuti nel mondo sono lo zafferano indiano del Kashmir, lo zafferano spagnolo, iraniano o marocchino. Tuttavia, sia la curcuma che lo zafferano vengono coltivati con successo nelle regioni meridionali della Russia, nel Caucaso e in Crimea. Tra l’altro, in quantità tali da essere sufficienti anche per l’esportazione.
Il frutto sudamericano dalla buccia viola scuro o gialla e dalla polpa dolce ama i climi caldi. In Russia può crescere (anche all’aperto) nella regione di Krasnodar. Secondo gli agricoltori locali, per dimensioni e dolcezza i frutti sono paragonabili a quelli tropicali. Però, per il momento la loro coltivazione è nella fase sperimentale; non ha ancora raggiunto la scala industriale.
L’amaranto, che viene anche chiamato “grano azteco”, viene coltivato attivamente in Sud America, Cina, Stati Uniti e in alcuni paesi dell’Africa e dell’Europa. È interessante notare che in Russia una varietà di amaranto veniva utilizzata attivamente nella cucina e nei rituali religiosi ai tempi dell’antica Rus’: in quell’epoca simboleggiava forza, prosperità e immortalità. Ma nel XVIII secolo, ai tempi di Pietro il Grande e sotto l’influenza occidentale, perse la sua importanza, cedendo il suo posto nella gastronomia al grano e al riso.
L’interesse per l’amaranto ha cominciato a rinascere negli ultimi vent’anni: è stato riscoperto come un alimento eccezionalmente salutare. Fortunatamente, il clima della Russia centrale, della Siberia meridionale e dell’Estremo Oriente è abbastanza adatto alla sua coltivazione: qui riesce a crescere e maturare nei 90-120 giorni caldi che la natura dona a queste terre.
Questo ortaggio è tanto comune nei Paesi europei, quanto poco diffuso in Russia. Tuttavia non si può dire che sia sconosciuto. Si dice che Pietro il Grande, dopo la sua visita in Europa, si appassionò ai carciofi e non si sedeva a pranzare se non erano presenti sul tavolo. In Russia il carciofo oggi viene coltivato in fattorie private, principalmente nella regione di Krasnodar.
Nel sud della Russia viene coltivata con successo anche una liana esotica originaria dei tropici del sud-est asiatico, la momordica. Viene chiamata anche “melograno indiano”: sotto la buccia che assomiglia alla pelle del coccodrillo, ha infatti semi simili ai chicchi del melograno. Ha il gusto di zucca con sapore un poco amaro, ma questo non impedisce usarla nella preparazione di piatti deliziosi.
L’asimina, o banano del Nord, originaria del Nord America, rimane esotica per la Russia, anche se è caratterizzata dalla rusticità. L’asimina, con i suoi frutti grandi e dal sapore cremoso, cresce su terreni poveri e resiste anche al gelo fino a -30°C, per questo i giardinieri più coraggiosi la piantano nella regione di Mosca. Tuttavia, si sente più a suo agio sulla costa del Mar Nero.
Il giuggiolo, o “dattero cinese”, come viene spesso chiamato, non è un grande appassionato delle gelate russe. La temperatura minima che può sopportare è -15 °C. Pertanto, anche se viene coltivato in Estremo Oriente e in Siberia, mostra la resa migliore nel Sud del paese (Kuban e Caucaso settentrionale). Sono popolari le varietà provenienti dalla Cina centrale e settentrionale. Sono frugali: crescono anche su terreni poveri, non hanno bisogno di essere coperti per l’inverno, gli arbusti vengono piantati nella superficie all’aperto. Alla fine, sugli alberi crescono frutti piccoli ma dolci.
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